Oltre a dare grande spazio ai lungometraggi di finzione e ai documentari, quest’anno il Biografilm Festival ha un occhio particolare anche nei confronti della serialità televisiva grazie alla sezione Biografilm Series. Tra le varie proposte segnaliamo Succession, la nuova serie HBO presentata in anteprima italiana; lo show, creato dall’inglese Jesse Armstrong (The Thick Of It, Black Mirror, Babylon) e prodotto da Adam McKay (La Grande Scommessa, Anchorman), è incentrato sulle vicende di una facoltosa famiglia che opera nel settore dell’intrattenimento.
UN PATRIARCA AFFRONTA ALCUNI DILEMMI RIGUARDANTI IL FUTURO DELLA FAMIGLIA
La famiglia Roy, capitanata da Logan Roy (Brian Cox), controlla uno dei più grandi conglomerati di intrattenimento mediatico al mondo. In occasione del suo compleanno, Logan riunisce tutti i membri per fare una comunicazione importante sul futuro della compagnia: solo che le aspettative dei quattro figli, che sperano di avere maggiore voce in capitolo sul destino dell’azienda, vengono deluse. I quattro fratelli cercano una soluzione ma il loro fronte, per colpa di interessi diversi, non è unito; tuttavia i problemi di salute del padre aprono nuovi scenari.
ADAM MCKAY DIRIGE UN FAMILY DRAMA DALLE GRANDI POTENZIALITÀ
Dopo una carriera di successo nella televisione britannica, Jesse Armstrong approda in America con uno show prodotto dalla rete via cavo più prestigiosa al mondo e, fin dal pilot, Succession dimostra tutto il suo grande potenziale. Il primo episodio, diretto da Adam McKay, ci presenta immediatamente il quadro di una famiglia dilaniata dai contrasti interni: l’origine dei mali è ovviamente l’atteggiamento autoritario di Logan Roy, che non si fida dei suoi quattro figli. Ma il suo comportamento non è campato in aria perché nessuno di loro sembra avere la stoffa del leader per prendere il suo posto: neanche uno tra l’obbediente Kendall (Jeremy Strong), l’irriverente Roman (Keiran Culkin), il tranquillo Connor (Alan Ruck) e la risoluta Siobhan (Sarah Snook) ha il profilo giusto per gestire l’impero editoriale.
Il cineasta di Anchorman utilizza lo stile registico già visto ne La Grande Scommessa per dare alla serie un taglio quasi semi-documentaristico che ne aumenta il realismo, pur non rinunciando ad un ritmo narrativo sostenuto. Nonostante la stella polare di Succession sia il personaggio del capofamiglia (interpretato in maniera fantastica da Brian Cox), la creatura HBO in realtà fa della coralità il suo marchio di fabbrica: nel corso del lungo pilot infatti le personalità dei fratelli Roy vengono ampiamente a galla, merito anche dell’ottimo lavoro svolto dagli attori (in particolare segnaliamo le interpretazioni di Jeremy Strong e di Kieran Culkin, perfettamente a loro agio nei panni di Kendall e Roman).
Intrighi, colpi bassi, gelosie, rabbia, frustrazione: gli ingredienti per un family drama di livello eccelso ci sono tutti e, dalla rete che ha sfornato capolavori come Six Feet Under e The Sopranos, ci aspettiamo che il livello si mantenga molto alto. Succession è già stata rinnovata dalla HBO per una seconda stagione; non era una scelta scontata ma evidentemente il network vede nel progetto di Armstrong e McKay una serie che ha ancora molto da regalare ai telespettatori.