Obbligo O Verità è il nuovo successo commerciale della Blumhouse Productions: la pellicola della società che fa capo a Jason Blum, il produttore indipendente americano più illuminato degli ultimi anni, ha incassato nel mondo la bellezza di quasi 90 milioni di dollari (a fronte di un budget di appena 3 milioni e mezzo). Il lungometraggio di Jeff Wadlow (Kick-Ass 2 e Never Back Down), in uscita nelle sale italiane il 21 giugno distribuito da Universal Pictures, è un teen horror che vede come protagonisti due giovani idoli degli adolescenti: Lucy Hale (l’Aria Montgomery di Pretty Little Liars) e Tyler Posey (il protagonista della serie TV Teen Wolf).
UN GRUPPO DI AMICI VIENE COINVOLTO IN UN PERICOLOSO GIOCO MORTALE
Markie (Violett Beane) convince la migliore amica Olivia (Lucy Hale) ad andare in vacanza in Messico per lo spring break. Nel corso del soggiorno le due ragazze, assieme alla loro comitiva, conoscono il misterioso Carter (Landon Liboiron), che li porta in un convento abbandonato. All’interno dell’edificio Carter propone al gruppo di giocare ad Obbligo o Verità: i giovani accolgono positivamente la proposta ma in realtà entrano in un tunnel senza uscita perché il gioco è maledetto. Nel momento in cui i ragazzi tornano a casa, vengono perseguitati da un’entità soprannaturale che li sfida a giocare in maniera estremamente pericolosa, mettendo a repentaglio la loro vita e quella di coloro che li circondano.
UN TEEN HORROR PATINATO CHE SVOLGE BENE IL SUO COMPITO
Se vi aspettate da Obbligo O Verità un capolavoro siete completamente fuori strada: il lavoro di Jeff Wadlow non ha pretese ambiziose, dato che il suo unico obiettivo è quello di rivolgersi al suo pubblico di riferimento. La premessa era necessaria perché, pur con tutti i suoi limiti, il lungometraggio funziona: nel corso dei 103 minuti di durata, Obbligo O Verità non ha momenti morti e intrattiene a dovere lo spettatore.
Certo, da una pellicola che vede come protagonisti Lucy Hale e Tyler Posey (molto più convincente la prima rispetto allo spaesato attore classe 1991) non si possono pretendere intenti artistici: fin dalla prima scena Wadlow mette le mani avanti presentando un teen horror patinato che non punta né allo shock né al gore più spinto.
Bisogna dire che il film, tra cliché e soluzioni narrative molto forzate, non riesce ad andare oltre al classico prodotto di consumo che invadono i nostri cinema nella stagione estiva ma riesce comunque a regalare sequenze estremamente interessanti, grazie ad un’idea di partenza che si presta benissimo allo sviluppo in chiave horror. Il regista statunitense, che vanta anche importanti esperienze in televisione (Bates Motel e The Strain), con mestiere porta a casa un buon risultato utilizzando in maniera essenziale gli effetti speciali (inquietanti le facce deformate in CGI) e mescolando con perizia teen drama, commedia e orrore.
Gli amanti del genere, alla visione di Obbligo O Verità, storceranno il naso perché al progetto di Wadlow manca quella componente di disagio, originalità ed eccesso (che l’opera sia stata costruita a tavolino è evidente) tipica delle migliori pellicole horror ma, se andiamo a vedere i numeri, si tratta dell’ennesima vittoria di Jason Blum, diventato ormai un player di primo piano dell’industria cinematografica mondiale.