C’è un film del 1995, Billy Madison, in cui Adam Sandler interpreta il ruolo di un bambinone con una voce stridula e un quoziente intellettivo decisamente basso. Il lungometraggio in sé sarebbe abbastanza dimenticabile, se non fosse per una scena: quella in cui il protagonista si trova a dover partecipare ad un quiz di cultura generale e, dopo una risposta idiota, segue un commento del moderatore del gioco che riesce quasi a salvare Billy Madison dalla mediocrità totale: “Signor Madison, quello che ha appena detto è una delle cose più stupide che io abbia mai sentito. Tutti in questa sala sono ora più stupidi dopo aver sentito questa risposta. Le assegno zero punti e possa Dio avere pietà della sua anima.” Ebbene, dopo la visione di Sposami, Stupido!, commedia degli equivoci in sala dal 20 giugno diretta e interpretata da Tarek Boudali, la battuta del conduttore di Billy Madison si presta benissimo alla descrizione della pellicola del comico francese.
Dopo aver lasciato il Marocco per studiare architettura Yassine (Tarek Boudali), complice un bicchiere di troppo, perde la sessione di laurea e di conseguenza il visto da studente. Due anni dopo il giovane marocchino, ormai sommerso dalle bugie raccontate ai genitori e diventato un clandestino a tutti gli effetti, trova un lavoro importante e – per non restare in clandestinità – propone all’amico Fred (Philippe Lacheau), un ragazzo mantenuto dalla fidanzata storica Lisa (Charlotte Gabris), di sposarlo. L’unione è però vista con sospetto dalla polizia, soprattutto dal pedante ispettore Dussant (Philippe Duquesne) che, sentendo puzza di truffa, fa di tutto per incastrare i due “sposi”. A rendere tutto ancora più difficile per Yassine si aggiunge la scoperta di dover collaborare a lavoro con la ex fidanzata Claire (Andy Raconte), abbandonata dopo l’espulsione dal ragazzo e trasformata in soli due anni da topo di biblioteca in carne a bellissima donna in carriera.
A onor del vero, bisogna dire che il duo Lacheau/Boudali ha precedenti tutt’altro che disprezzabili: le due precedenti collaborazioni, per la regia di Lacheau (Babysitting del 2014 e Alibi.com del 2017), hanno avuto successo al botteghino e una buona accoglienza da parte della critica. Tuttavia Sposami, Stupido! non riesce a superare un approccio infantile a causa principalmente di un umorismo di bassa lega basato su volgarità e stereotipi, che non è supportato da un opportuno sviluppo narrativo – che rimane ai limiti dell’amatoriale.
Lo spirito del film sarebbe in linea con quello dei precedenti con protagonista Boudali, ovvero legato ad una comicità che deriva da situazioni paradossali (in questo caso il matrimonio gay per necessità) e dagli equivoci che si creano di conseguenza; ma se per cercare la risata si deve ricorrere a caratterizzazioni ai limiti del razzismo nei confronti degli immigrati e a un ritratto pesantemente caricaturale della comunità LGBT, è evidente che lo script ha dei serissimi problemi. Quel che colpisce di Sposami, Stupido! è il paese di provenienza, noto per la grandissima tradizione di commedie intelligenti e garbate, dalle quali gli autori sembrano volersi nettamente discostare preferendo un umorismo che mira più alla pancia che alla testa, più vicino ai cinepanettoni nostrani che a certe squisite pellicole d’oltralpe.
Ovviamente il film qualche sorriso riesce comunque a strapparlo, ma c’è una grande differenza tra la risata divertita e la risata imbarazzata. E Sposami, Stupido! non riesce ad andare oltre uno humour gretto e spesso offensivo.