L’ultima pellicola di Alexander Payne, regista e sceneggiatore tra i più apprezzati degli ultimi anni, arriva ora in home video Paramount su distribuzione Universal Studios Home Entertainment, in versione DVD e Blu-ray con un ricco corredo di contenuti speciali. Downsizing è una commedia ambientalista e intelligente, con un’ambizione incontrollabile – e incontrollata – nello spaziare tra location e personaggi tra lo stravagante e l’archetipico. Payne qui si lascia alle spalle la predilezione per il dramma e approda sulle nuove rive della narrazione di fantascienza senza sacrificare la sua sensibilità per la dimensione intima delle storie, e anzi, mantenendola anche laddove lo script porterebbe più facilmente altrove.
Il film parte dalla tematica dell’esaurimento delle risorse naturali e ipotizza un prossimo futuro in cui, mentre la situazione ecologica è diventata tanto drammatica da far presagire un crollo dell’ecosistema, uno scienziato ha brevettato un sistema per miniaturizzare cose e persone. Il restringimento che dà il titolo al film permette a chi vi si sottoponga di diventare alto una decina di centimetri, riducendo quindi drasticamente l’impronta ambientale dell’umanità e permettendo al contempo ai ‘rimpiccioliti’ di fare una vita da nababbi (in un mondo in miniatura tutto costa drasticamente di meno).
Paul Safranek (Matt Damon) accetta di sottoporsi alla miniaturizzazione insieme alla moglie (Kristen Wiig), ma quando lei decide di tirarsi indietro è troppo tardi, e lui è irrimediabilmente diventato un ‘lillipuziano’. Affrontare un cambiamento così drastico mentre si cercano di raccogliere i cocci della propria vita sentimentale è tutt’altro che facile, e sarà proprio questa inaspettata vulnerabilità che lo porterà dapprima a incrociare la strada con un losco trafficante (un Christoph Waltz che ormai sembra schiavo della solita caratterizzazione) e poi con una domestica portatrice di handicap (Hong Chau). Queste conoscenze così lontane dal suo mondo lo porteranno a imbarcarsi in un’improbabile crociata ideologica, con alterna motivazione ma indubbia emozione.
Presentato in apertura alla 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Downsizing al suo debutto ha lasciato molti interdetti (compreso il sottoscritto). Se le aspettative dello spettatore suggeriscono una commedia brillante con risvolti paradossali in sceneggiatura, Payne invece si muove in direzione opposta e non sembra far nulla per compiacere il pubblico. Dietro tale scelta vi è però una visione autoriale molto precisa, che proprio con una seconda visione trasforma il film da una ‘delusione’ in qualcosa di molto diverso – e decisamente più gratificante.
Sembra che, derubricate le implicazioni più ovvie del rimpicciolimento, il regista voglia normalizzare la situazione del protagonista e usare solo a scopo simbolico la sua dimensione ridotta. Tutta l’inquietudine e la sete di cambiamento che ci attanagliano a una certa età – sembra dirci Payne – sono semplicemente parte dell’esperienza vitale e non c’è cambiamento al mondo (compreso il Downsizing) che possa sottrarci ad esse.
L’autore di Nebraska qui sembra voler rivendicare con tutto se stesso uno sguardo inaspettato, per portarci ad esplorare con lui le infinite implicazioni del soggetto: troppe per esser tutte sviscerate, eppure tutte presenti ad affastellarsi nei pur generosi 135 minuti di durata.
Considerata l’ampiezza del metraggio, inevitabilmente il ritmo ha una sinusoide che accende o allenta la tensione di pari passo con lo sviluppo della storia e, a dispetto della brillantezza su cui sembra puntare la campagna di marketing del film, Downsizing sembra voler consapevolmente spegnere ogni stupido entusiasmo, per ricordarci che a dispetto delle più rosee aspettative (quella di salvare il pianeta, quella di avere una perfetta vita sentimentale, quella di diventare improvvisamente ricchi) la vita non finirà mai di riservarci tiri mancini. La soluzione che suggerisce con nichilismo e amarezza Payne sembra essere quella di andare avanti accontentandosi di ciò che si ha ma senza perdere una spinta propulsiva, e un messaggio tanto stratificato e complesso è la vera forza di un film più importante di quanto non sembri alla prima visione. Proprio per questo l’edizione blu-ray può rivelarsi un’ottima opportunità per comprendere meglio la visione mai scontata di Alexander Payne.