Presentato come film di chiusura al Biografilm Festival – International Celebration of Lives, Museo – Folle Rapina a Città del Messico è un heist movie girato “politicamente”, come diceva Godard, in cui con grande leggerezza Ruizpalacios racconta la crisi culturale e sociale del Messico
Dopo aver raccontato in Güeros le proteste degli studenti del ’99 a Città del Messico, il regista e sceneggiatore Alonso Ruizpalacios torna a fare i conti con la storia del suo paese. Museo – Folle Rapina a Città del Messico è infatti ispirato da una vicenda reale: a metà degli anni ’80 due studenti di veterinaria rubarono 140 pregiati pezzi dal Museo Nazionale di Antropologia del Messico, situato nella capitale. Vincitore dell’Orso d’Argento alla Berlinale, l’opera seconda di Ruizpalacios è un bell’incrocio di generi: heist movie all’inizio, road movie alla fine e romanzo di formazione per tutti i suoi 128 minuti di durata. Funziona perfettamente fino agli ultimi minuti, nel quali un finale fuori tono rovina tutto il lavoro fatto in precedenza.
Gael Garcia Bernal e Leonardo Ortizgris interpretano Juan e Wilson, due studenti di buoni famiglia da Ciudad Satélite, un sobborgo borghese che dista circa venti chilometri dal centro di Città del Messico. La notte di Natale, senza una chiara ragione, rubano preziosi manufatti dal Museo Nazionale di Antropologia per poi scappare verso delle rovine Maya, dove una guida dice di conoscere qualcuno disposto a comprarle.
Negli ultimi anni diversi registi messicani sono andati alla “conquista” delle più importanti istituzioni del mondo del cinema: Hollywood e i grandi festival. Basti pensare al Leone d’Oro a Del Toro (che sarà peraltro il prossimo presidente di giuria in Laguna), ai vari premi Oscar a Birdman e a Gravity oppure ad autori come Amat Escalante e Reygadas, presenti da diverse edizioni nelle più prestigiose kermesse cinematografiche. Lo stile di Ruizpalacios si colloca esattamente nel mezzo di queste due fazioni: benché il suo modo di girare sia più vicino ai registi statunitensi, la sua palese aspirazione è quella di “fare cinema politicamente”.
Museo – Folle Rapina a Città del Messico racconta qualcosa di impegnativo in modo leggero, come riescono a fare sovente i grandi film Hollywoodiani. Piuttosto che concentrarsi sui temi caldi del suo paese, come l’immigrazione, il narcotraffico o la criminalità, Ruizpalacios denuncia la cattiva gestione da parte del governo del suo patrimonio culturale e il suo film turba proprio perché viene da una storia vera: come se nel nostro paese due giovani entrassero senza difficoltà e facessero razzie all’interno degli Uffizi. Juan e Wilson si intrufolano nel museo senza allarme e trafugano i manufatti con del semplice materiale comprato in una ferramenta: qualche filo, una dozzina di chiodi e della colla.
Dopo che i protagonisti hanno preso possesso dei manufatti, le autorità messicane si impegnano nelle più “politically correct” delle dichiarazioni: esternano la gravità del gesto, esprimono la loro solidarietà e la massima collaborazione nella polizia per ritrovarle e si rammaricano che oggetti di un valore culturale inestimabile rischino di andare perduti. Tuttavia, all’atto pratico non succede quasi niente. Juan e Wilson vengono fermati e le opere che trasportano vengono scambiate per dei semplici pezzi antichi. Una gag che viene reiterata per tutto il film, senza mai smettere di funzionare.
Museo – Folle Rapina a Città del Messico è infatti un film divertente, comico in certe parti e che funziona benissimo in termini di suspence in altre. Grazie a un montaggio perfetto e a un tono scanzonato e leggero, quasi come se non si prendesse sul serio, l’opera di Ruizpalacios ha un grande potenziale commerciale, qualcosa che di solito i film premiati alla Berlinale tendono a non avere. Se il talento del regista messicano è fuori discussione (basti vedere la scena da brividi all’interno del museo, dove nel completo silenzio i due protagonisti aprono le teche) a deludere è paradossalmente la sceneggiatura, la quale senza un preciso motivo si disfà nei minuti finali. Il film cambia tono, diventa serioso e melodrammatico, cambiando direzione e lasciando la storia senza un degno finale.
Data la presenza di una star ormai di caratura mondiale come Gael Garcia Bernal (che divenne famoso tra l’altro con Y tu Mama Tambien di Cuaron, uno dei primi messicani a conquistare Hollywood) e forte di un importante premio a Berlino, Museo – Folle Rapina a Città del Messico in un’altra annata avrebbe anche potuto meritare la corsa verso l’Oscar come Miglior Film Straniero. Qui in Italia il film uscirà nelle sale con I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection a partire dal 31 ottobre.