Se il Festival di Cannes ha deluso, per il secondo anno consecutivo, dal punto di vista della qualità dei nomi in concorso e delle star presenti sulla croisette, la Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia – giunta alla sua 75. edizione – promette di essere una delle più interessanti nella storia recente del festival.
A ormai poche settimane dalla conferenza stampa di presentazione della manifestazione diretta da Alberto Barbera, sappiamo soltanto che Guillermo del Toro sarà il presidente della giuria del concorso ufficiale (dopo aver vinto il leone d’oro l’anno scorso con The Shape of Water) e che Michele Riondino sarà il padrino del festival, ruolo che era stato ricoperto lo scorso anno da Alessandro Borghi.
Nonostante ancora non ci siano informazioni ufficiali sul film d’apertura o sui titoli che troveremo al Lido, passando al vaglio le più importanti produzione cinematografiche in corso, abbiamo stilato una lista dei film che potrebbero essere presentati alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
IL GRANDE CINEMA D’OLTREOCEANO: DA DAMIEN CHAZELLE A TERENCE MALICK
Da diverse edizioni il Lido è diventato la casa del grande cinema statunitense, tanto che tre degli ultimi quattro premi oscar come miglior film sono passati dal festival diretto da Barbera: Birdman, Il Caso Spotlight e il già citato La Forma dell’Acqua. L’anno in cui ha vinto un film non presentato a Venezia è stato il 2017: conquistò il premio Moonlight, dopo la gaffe (ormai diventata un “cult”) per la quale il premio fu inizialmente assegnato a La La Land. Verosimilmente, i registi di entrambi i film saranno presenti al Lido per presentare le loro nuove opere. Barry Jenkins ha appena finito di girare If Beale Street Could Talk, un adattamento cinematografico da un grande libro di James Baldwin che racconta di un uomo che viene accusato di aver stuprato la fidanzata incinta da un poliziotto razzista; una produzione Annapurna che vede nel cast Regina King, Colman Domingo, Pedro Pascal, Diego Luna e Dave Franco, fratello minore di James.
Se il prossimo film di Jenkins è un’incognita (nel senso che non sappiamo che ruolo potrà avere nella corsa agli Oscar), l’ultima fatica di Damien Chazelle è invece considerato, da quando ne è stata annunciata la produzione, un “frontrunner” per gli Academy Awards. First Man è un biopic su Neil Armstrong e sulla missione che lo ha portato a diventare il primo uomo a mettere piede sulla luna. La parte dell’astronauta è affidata a Ryan Gosling, mentre sua moglie sarà interpretata da Claire Foy (la stella di The Crown)
Dopo essere stato in concorso nel 2016 con il discusso e presto dimenticato Voyage of Time, Terrence Malick potrebbe tornare al Lido con Radegund, un film che racconta la storia vera di un contadino austriaco fucilato dai nazisti dopo essersi rifiutato di collaborare con loro. Dopo alcuni anni di film ‘fallimentari’ come Knight of cups, il regista de La Sottile Linea Rossa potrebbe fare il suo ritorno nel mondo del “cinema che conta” con questa pellicola che avrà August Diehl come protagonista e che è stata girata quasi tutta in Italia, fra il Sud Tirolo e Sappada, un piccolo villaggio nel Friuli-Venezia Giulia.
Fra i ritorni più graditi per i cinefili, insieme a quello del grande Terrence Malick, potrebbe esserci anche quello di Harmony Korine, il quale fece scandalo sulla laguna con il suo Spring Breakers. Era il 2012 ed è da quell’anno che lo sceneggiatore di Kids è lontano dalle sale cinematografiche; sei anni spesi, probabilmente, a lavorare su un nuovo progetto Beach Bum. Si tratta di una storia che ha come protagonista Moondog, un poeta nomade (interpretato da Matthew McConaughey) che non riesce a pubblicare i suoi lavori. Nel cast saranno presenti anche un irriconoscibile Zac Efron e il rapper Losangelino Snoop Dog.
IL CINEMA D’AUTORE: DAL NUOVO FILM DI LANTHIMOS A CHALAMET
La possibile presenza di questi film alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è la cosa più sorprendente di questa edizione. Tutti i registi e i film di cui vi parleremo nelle prossime righe sono stati per anni “fedeli” al Festival di Cannes, dove hanno sempre presentato in anteprima mondiale le loro opere. Il fatto che possano approdare al Lido è un segno di come il Festival di Barbera sia, ad oggi, la manifestazione cinematografica più importante del mondo.
Prendete Jacques Audiard: il regista francese fa parte di un “club esclusivo” di cineasti che hanno vinto due palme d’oro (gli altri sono Emir Kusturica, Francis Ford Coppola, Michael Haneke e Ken Loach). Tranne Sapore di ruggine e ossa, tutti i film che ha presentato a Cannes hanno vinto almeno un premio. Tuttavia, per il suo debutto in lingua inglese, che vede nel cast attori del calibro di Joaquin Phoenix e Jake Gyllenhaal, ha (forse) scelto Venezia. The Sisters Brothers racconta la storia di due assassini alla caccia di un cercatore d’oro e sarà verosimilmente uno dei titoli di punta del concorso.
Come Audiard, anche Mike Leigh è un habituè da diversi anni del Festival di Cannes (anche se conquistò il leone d’oro con Vera Drake nel 2004). Secondo alcune indiscrezioni, la sua ultima opera, Peterloo è stata rifiutata da Thierry Fremaux e dal comitato di selezione della manifestazione francese. Il film tratta del massacro di Manchester del 1819, ovvero di una protesta da parte dei cittadini per allargare il diritto di voto che si trasformò in una carneficina di più di settecento ferito e di quindici morti. I motivi del rifiuto di Cannes sono sconosciuti, eppure Alberto Barbera sembra pronto ad accogliere in concorso l’ultima fatica del regista palma d’oro con il bellissimo Naked. È pur vero che se il film è stato rifiutato da Fremaux e dai suoi colleghi, potrebbe non essere all’altezza di festival di questi livelli. Ne sapremo di più a fine Luglio.
La lista dei registi affezionati a Cannes e che potrebbero finire al Lido non finisce qui. Spiccano in particolare i nomi di Olivier Assays, il quale da ormai diversi anni è stabilmente in concorso sulla Croisette. Dopo aver presentato Qualcosa nell’aria a Venezia nel 2012, il regista di Personal Shopper potrebbe tornare sulla laguna con Non Fiction, un dramma ambientato nel mondo letterario parigino (tema simile a quello di Quello che non so di lei, scritto da Assayas e diretto da Polanski). Nel cast saranno poi presente Juliette Binoche e Guillaume Canet.
Esordirà al Festival di Venezia, probabilmente, anche Laszlo Nemes, il regista ungherese che sconvolse il mondo del cinema e vinse l’Oscar per il miglior film straniero con il capolavoro Il figlio di Saul. Il suo secondo film, Sunset, era già pronto per andare al festival di Cannes, salvo essere poi ritirato dal regista affinché potesse tornare in sala di montaggio e mettere a posto alcuni difetti del film. Il film racconta di una donna che dopo essere stata cresciuta in un orfanotrofio torna a Budapest. La pellicola è ambientata durante gli ultimi anni di esistenza dell’impero austro-ungarico e ha come protagonista Susanne Wuest.
Nemes però non è il solo ad avere avuto ripensamenti sul suo film. L’enfant prodige più famoso del mondo del cinema, Xavier Dolan (secondo indiscrezioni), non ha accettato di andare a Cannes per tornare in sala di montaggio e apportare modifiche al suo primo film in lingua inglese, The Death and Life of John F. Donovan. Probabilmente avrete già letto e sentito molto su questa pellicola, la quale doveva inizialmente avere Jessica Chastain fra i protagonisti. Il suo ruolo è stato tagliato proprio in sala di montaggio per dei problemi di ritmo. Al film di Dolan restano “soltanto” star come Natalie Portman, Kit Harington, Jacob Tremblay (il protagonista di Room) e Susan Sarandon. Il film racconta del rapporto fra una famosa star televisiva e un ragazzino di poco più di dieci anni. Se verrà a Venezia ( e tutti gli indizi suggeriscono che ciò accadrà), difficilmente non sarà in concorso.
Nonostante Yorgos Lanthimos abbia fatto il suo esordio nella sezione Un Certain Regard di Cannes (dove vinse nel 2009 il premio principale con Dogtooth), il regista greco potrebbe approdare sulla laguna. The Favorite conferma il trend degli ultimi anni di Lanthimos: da The Lobster in poi il regista ha sempre lavorato con star internazionali, dirigendo film in inglese e per un pubblico il più ampio possibile. Il suo nuovo progetto sembra addirittura più ambizioso dei precedenti, quantomeno per il cast: Rachel Weisz, Olivia Colman e Emma Stone. Un film in costume nel quale una fragile regina inglese del 18 secolo lascia che a governare il regno sia “Lady Sarah”, una sua fidata amica. Le cose cambiano quando una giovane serva, interpretata da Emma Stone, cercherà di conquistarsi il potere di regnare.
Alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia potrebbero inoltre arrivare due delle più importanti e osannate autrici il cui nome è legato al Festival di Cannes: Claire Denis e Naomi Kawase. La prima ha appena concluso High Life, un thriller Sci-Fi con Robert Pattinson che sarebbe dovuto andare a Cannes ma non era ancora pronto. Situazione analoga anche per Naomi Kawase, beniamina della Croisette che non è riuscita a preparare in tempo Vision, un film che racconta di una giornalista alla ricerca di una misteriosa pianta che cresce ogni 997 anni.
Infine troviamo quello che potrebbe essere uno dei film più belli e di successo dell’anno, nonché il perfetto viatico per l’oscar per Timothee Chalamet. Il giovane Elio di Chiamami con Il Tuo Nome interpreta un giovane dipendente da Metanfetamine in Beautiful Boy, il primo film in lingua inglese di Felix Van Groeningen. Nel 2014, nello stesso anno della vittoria di Paolo Sorrentino, lo struggente film del regista belga Alabama Monroe venne incluso nella cinquina dei migliori film stranieri agli Oscar. Prodotto da Amazon e tratto da un libro di David Scheff, Beautiful Boy vede nel cast anche Steve Carrell, nella parte del padre di Timothee Chalamet.
I ‘GIOVANI ITALIANI’: MAINETTI, ROVERE, GUADAGNINO E DE ANGELIS.
Tempo fa scrivemmo una lista dei 12 film italiani più attesi dell’anno (leggi la parte uno e la parte due), nei quali comparivano alcuni titoli che sono andati a Cannes (Dogman e Lazzaro Felice), altri che invece sono stati recentemente presentati in America come Sicario: Day Of The Soldado e altri ancora da poco usciti in Italia come Una Vita Spericolata di Marco Ponti e il “doppio” Loro di Paolo Sorrentino. Se da questa lista togliete i film sopracitati e alcuni titoli che verosimilmente non saranno pronti per fine Agosto (il film di Genovese e forse anche quello di Virzì) restano quattro nomi: Suspiria, Il Primo Re, Freaks Out e Il Vizio della Speranza. Questo quartetto ci auguriamo che finisca in concorso, poiché sarebbe un grandissimo peccato se questi autori, tutti in rampa di lancio, non venissero considerati da Alberto Barbera e dai suoi collaboratori. Possibile che l’opera prima di Jacopo Rondinelli, Ride (scritto da Fabio Guaglione, Fabio Resinaro e Marco Sani), approdi in una sezione collaterale, e lo stesso dicasi per l’esordio alla regia di Valerio Mastrandrea, anch’esso intitolato Ride (terza persona del verbo ridere). Ma Barbera potrebbe sempre averlo giudicato “degno” del concorso.
Non rimane che aspettare gli annunci ufficiali da Venezia, sui quali vi terremo ovviamente aggiornati.