Sovversivo e fuori dagli schemi, David Cronenberg è un regista libero al quale non si può dare un’etichetta; non lo si può nemmeno rinchiudere all’interno di un genere dato che nella sua carriera si è sempre reinventato per esplorare i meandri oscuri e perversi dell’essere umano, raccontandone i drammi e le sofferenze. Il suo cinema, sincero e a tratti scioccante, è una lente d’ingrandimento sull’inconscio che va al di là di qualsiasi forma di convenzione sociale. I suoi film costringono lo spettatore a porsi delle domande, a guardarsi dentro, come se fosse davanti ad uno specchio che riflette l’interiorità. Un leone con ali d’oro (un essere mutante, come molti che appartengono al mondo di Cronenberg) è il premio che più si addice ad un cineasta tanto forte nelle sue convinzioni quanto libero nel modo di esprimerle: “Ho sempre amato il Leone d’Oro di Venezia. Un Leone che vola su ali d’oro è l’essenza dell’arte, non è vero? L’essenza del cinema. Sarà davvero entusiasmante ricevere il Leone d’Oro”.
Alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia verrà premiata la lunga e prolifica carriera di Cronenberg, fatta di opere audaci, coraggiose, talvolta disturbanti che hanno innovato il panorama cinematografico mondiale, cambiandolo per sempre. Esplorando l’universo cronenberghiano, così variopinto e multiforme, ci si rende conto che si tratta di un microcosmo sorretto da un substrato di temi ricorrenti che, attraverso modi sempre diversi, riaffiorano in superficie definendo quelli che sono i punti focali e le caratteristiche peculiari del cinema del filmmaker canadese.
LA MUTAZIONE DEL CORPO
“Noi riteniamo che la nostra esistenza sia relativamente stabile da un punto di vista fisico, ma non lo è: il nostro corpo è un uragano, muta costantemente. È un’illusione che si tratti dello stesso corpo, giorno dopo giorno. Ma non è mai lo stesso da un momento all’altro”.
Il corpo e i suoi cambiamenti sono al centro di numerose pellicole di Cronenberg. Nasce così, dal genio del cineasta, un genere del tutto nuovo, innovativo, scioccante: il body horror. Caratterizzato dall’attenzione per i mutamenti della carne, questa particolare categoria dell’horror mette in scena il terrore dell’uomo davanti al cambiamento del corpo innescato dall’infezione e dalla contaminazione, unendo così alla trasformazione fisica quella psicologica. I personaggi infatti subiscono una modificazione profonda che li cambia anche interiormente, trasformandoli in qualcosa del tutto diverso da ciò che erano inizialmente.
Lo spettatore assiste così a mutazioni cruente mostrate in modo esplicito, talvolta al limite della sopportazione. Il corpo umano si trasforma divenendo “nuova carne” e dando vita a forme inedite: scienziati che si trasformano in mosche enormi (La Mosca), produttori televisivi il cui ventre si apre per potervi inserire videocassette con sembianze organiche (Videodrome), donne avvenenti dal cui fianco fuoriescono pungiglioni assetati di sangue (Rabid – Sete Di Sangue) sono solo alcuni esempi delle creature che popolano i film di Cronenberg. E nessuna di esse può opporsi al cambiamento, per quanto spaventoso possa essere: inermi, lo devono accettare. L’infezione e la contaminazione non sono presentati dal cineasta come problemi da risolvere ma sono invece elementi che determinano una trasformazione inarrestabile. La mutazione però conduce inesorabilmente alla morte, che qui assume un ruolo liberatorio; non potendo più vivere all’interno della società a cui appartenevano prima e non avendo più la possibilità di amare ed essere amati nelle loro nuove vesti, i personaggi mutati non hanno altra via da percorrere se non quella verso la morte. E spesso scelgono essi stessi di porre fine alla propria condizione di sofferenza a cui non possono in alcun modo sottrarsi.
LA CONTAMINAZIONE DEGLI AMBIENTI
Il concetto di contaminazione viene portato da Cronenberg ai massimi livelli. Anche gli ambienti, come i corpi dei personaggi che li abitano, vengono contaminati e subiscono una mutazione profonda. Basti pensare alla clinica dei fratelli Mantle in Inseparabili, che verso la fine del film è completamente messa a soqquadro: è sporca e rispecchia perfettamente la condizione di disagio del suo protagonista, ormai perso nel tunnel della droga. O allo studio dello scienziato Seth Brundle de La Mosca, che diventa un vero immondezzaio sudicio e unto, proprio come il suo proprietario trasformatosi in un essere a metà tra un uomo e una mosca. Ma, soprattutto, nel cinema di Cronenberg tutto diventa carne, tutto assume le sembianze di un corpo, anche gli oggetti inanimati come la televisione in Videodrome che, esplodendo, lancia in aria resti di viscere umane o il pod di eXistenZ, un joystick interamente costruito con componenti organiche prese da esseri mutanti e collegato alla schiena del giocatore attraverso un vero e proprio cordone ombelicale. Corpi e oggetti si contaminano, diventano gli uni parte degli altri, si infettano vicendevolmente divenendo qualcosa di nuovo: le pistole sono fatte di resti organici in eXistenZ, la mano di Max Renn si fonde con una pistola in Videodrome e nella scena finale de La Mosca il professor Brundle, ormai essere mutante, si è fuso con la stessa capsula del teletrasporto. Il cambiamento investe ogni cosa ed è impossibile opporvisi.
TECNOLOGIA E REALTÀ VIRTUALE
Guardando film come Videodrome o eXistenZ si rimane spesso confusi: realtà oggettiva e virtuale si mescolano a tal punto da non permettere allo spettatore di capire con chiarezza ciò che vede sullo schermo. I personaggi, a loro volta, sono disorientati e le vicende scivolano continuamente da una realtà all’altra senza preavviso, senza spiegazioni. E tutto questo, ovviamente, non è casuale. In un’epoca in cui i mass media (radio e televisione) entrano a far parte del quotidiano di ogni persona, Cronenberg vuole sottolineare un concetto molto importante: spesso le immagini mostrano delle falsità, distorcono la realtà creandone una nuova e lo spettatore deve essere consapevole di questo fatto e deve imparare a distinguere ciò che è reale da ciò che è pura finzione:
“Per molta gente nel mondo, ciò che ascolta alla radio, ciò che vede in tv [..] è la realtà. Non ce n’è nessuna altra! E all’improvviso ci ritroviamo con due realtà distinte e separate, distanti l’una dall’altra. È molto strano”.
Questa chiave di lettura può essere applicata anche a Il Demone Sotto La Pelle, in cui una realtà presentata alla radio come perfetta e priva di qualsiasi tipo di atrocità (il complesso residenziale Arca di Noè) nasconde invece oscure verità (esperimenti fatti su persone inconsapevoli, brutali omicidi e ripugnanti parassiti che trasformano uomini e donne in automi alla ricerca del puro piacere sessuale). È in questo modo che il cineasta insinua costantemente il dubbio, mette alla prova il suo pubblico portandolo a riflettere sempre su ciò che vede.
L’ESPLORAZIONE DELLA SESSUALITÀ
L’esplorazione della sessualità e di tutte le perversioni ad essa collegate è un ulteriore momento di riflessione sui meandri profondi dell’animo umano per il regista canadese. Per quanto le convenzioni sociali portino le persone a reprimere e nascondere le proprie pulsioni, queste esistono e spesso spingono dall’interno per farsi spazio ed emergere. E chiunque prova piacere nel dar loro sfogo, anche solo vedendole proiettate su uno schermo. Ancora una volta Cronenberg parla di umanità e di tutto ciò che si nasconde al suo interno:
“Trovi spesso questo riguardo le cose più strane e orribili, bizzarre e sessualmente perverse: la gente, consumando un sacco di energie per dire quanto siano negative e per parlare delle loro implicazioni, in realtà le tiene in vita. Vogliono che esistano.”
Cronenberg presenta il sesso come qualcosa di violento e quasi sempre legato alla modificazione del corpo umano e alla morte. Nascono così film come Crash, in cui i personaggi traggono piacere dagli incidenti stradali, dai rottami delle macchine e le cicatrici delle ferite provocate dalle lamiere diventano un elemento di fortissima attrazione sessuale. Sesso e morte sono strettamente collegati e non c’è piacere senza dolore. I rapporti sessuali sono presentati in modo totalmente esplicito, in un crescendo sempre maggiore di violenza che va alla ricerca di un piacere che non si può più provare senza sofferenza.
La contaminazione tra corpo e macchina raggiunge qui un livello estremo: l’automobile diventa un feticcio, l’unico oggetto da cui ottenere soddisfazione per uomini e donne che dalla natura e dalla “normalità” (supponendo ne esista davvero una) non traggono più nessun piacere. Lo spettatore si ritrova a guardare una pellicola dai dialoghi osceni, fatta di un accumulo di immagini fortemente spinte, esplicite, ai limiti dello squallore. Non c’è una vera storia, Cronenberg spalanca la finestra sull’essere umano che dà sfogo alle sue pulsioni, dimenticando ciò che è ritenuto socialmente accettabile.
I richiami alla sessualità sono innumerevoli anche quando le scene non la ritraggono esplicitamente. Ne è un esempio il parassita de Il Demone Sotto La Pelle, che ha una forma chiaramente fallica e si insinua nei corpi delle sue vittime o l’apertura sul fianco di Rose in Rabid – Sete Di Sangue a forma di vagina, da cui fuoriesce un’escrescenza con l’inconfondibile sembianza di membro maschile. Eros e Thanatos, stretti in un connubio inscindibile, trovano nelle pellicole di Cronenberg una perfetta e sincera rappresentazione, priva di qualsiasi forma di giudizio etico, sociale, morale.
UN “NUOVO” CINEMA PER CRONENBERG
Ad un certo punto della sua carriera Cronenberg cambia il suo modo di fare lungometraggi, lo modifica esplorando nuovi metodi percorrendo nuove rotte. Questo sembra un fatto quasi naturale per un regista tanto attento alla trasformazione di ogni cosa e tanto sensibile al cambiamento. E così, a partire dagli anni 2000, le pellicole cronenberghiane cambiano veste: il body horror lascia lo spazio a drammi che indagano la psicologia umana in film meno concentrati sulla contaminazione della carne e sulla mutazione dei corpi.
Ma osservando bene questa nuova fase di Cronenberg si può notare che le tematiche di fondo rimangono le stesse e gli interessi dell’autore non sono mutati poi così tanto. Il corpo rimane al centro della sua attenzione pur non subendo più mutazioni mostruose. Si può pensare in questo senso a La Promessa Dell’Assassino, in cui la storia ruota intorno a malavitosi i cui corpi tatuati raccontano la loro vita, il loro passato criminoso, con un Viggo Mortensen che lotta nudo (e tatuato) in una sauna, in una scena in cui a parlare sono la pelle e i muscoli tesi. O anche a Maps To The Star, la cui chiave di lettura della vicenda è racchiusa nelle cicatrici da ustioni della protagonista e le emozioni dei protagonisti fuoriescono in sedute fatte di massaggi ed esercizi corporei.
Nemmeno l’attenzione per la sessualità e tutte le sue conseguenze psicologiche viene meno. Nasce così A Dangerous Method, pellicola che racconta il rapporto turbolento fra Freud, Jung e Sabina Spierlein, coloro che per primi hanno esplorato in modo profondo il sesso, cambiando per sempre la storia della psicoanalisi. In questo periodo il cineasta mostra ancora grande attenzione per le tematiche sociali e per l’impatto che la scienza e la tecnologia hanno sull’individuo ed è in questa direzione che si muove il film Cosmopolis, in cui la tecnologia tiene le redini del mondo rendendo i rapporti umani sterili e vuoti. La parola perde senso in una pellicola in cui i dialoghi, spesso incomprensibili, danno quasi la nausea e gesti vuoti perdono valore e significato. Incomunicabilità e assenza di sentimento riempiono una storia fortemente pessimistica che non ha un inizio preciso né un finale definito, in cui la società moderna mostra la parte peggiore di sé.
Con il suo cinema fortemente innovativo, cruento e spesso sconvolgente, Cronenberg ha rivoluzionato il panorama cinematografico portando sullo schermo la sua personalissima visione dell’uomo e della verità, manipolando la comune percezione della realtà senza però cambiarne la sostanza più profonda.