Presidente dell’Uruguay ma anche filosofo e poeta: è questo il ritratto di José “Pepe” Mujica nel film Pepe Mujica, Una Vida Suprema (titolo originale El Pepe, Una Vida Suprema) di Emir Kusturica, presentato fuori concorso alla 75. Mostra del Cinema di Venezia e al cinema dal 13 ottobre con I Wonder Pictures. Capo dello Stato sudamericano dal 1° marzo 2010 al 1° marzo 2015, José Pepe Mujica è considerato una vera e propria leggenda: un uomo umile che è riuscito a diventare presidente del suo Paese rimanendo fedele ai suoi principi, abbracciando nello stesso tempo il cambiamento.
Attivista politico e guerrigliero della sinistra latinoamericana ai tempi della dittatura, Mujica ripercorre in una serie di interviste con il regista i momenti della sua vita: dall’inizio del percorso politico passando per il tempo trascorso dietro le mura di una prigione, fino a diventare il numero uno del suo amato Uruguay.
PEPE MUJICA, UNA VITA SUPREMA È IL RITRATTO INEDITO DI UN GRANDE STATISTA
Emir Kusturica scava nell’eredità del Pepe, un rapporto che si trasforma in amicizia con momenti spassosi: i due infatti discutono del senso della vita da diversi punti di vista, politico ma anche estetico che poetico. Il lungometraggio è il ritratto di una vita dipinto con la sapienza di un cineasta navigato che utilizza materiale di repertorio inedito o originale (basti pensare alle sequenze de L’Amerikano di Costa-Gravas).
Il lavoro di Kusturica ha l’obiettivo di celebrare virtù e utopia di Mujica, riuscendoci benissimo: dalle sue parole traspare un senso di giustizia esemplare, così come dalle dichiarazioni amici e colleghi intervistati per raccontare una delle figure politiche più importanti della storia di Montevideo.
La sequenza dell’elezione si alterna con una scena del suo orto, il periodo degli scontri in Uruguay con le immagini dei cani randagi accolti nel suo ranch situato a Rincon del Cerro (periferia di Montevideo). Un uomo legato alle sue radici, tanto da rifiutare di vivere nel palazzo presidenziale nel corso del suo mandato; un’umiltà che lo spinse anche ad essere nominato il “presidente più povero del mondo”: tratteneva per sé infatti circa 800 euro per andare avanti, una scelta dettata dal fatto che “molti cittadini uruguaiani devono vivere con molto meno”.
Kusturica confezione un lavoro molto interessante, assolutamente da non perdere: un Josè Pepe Mujica a tutto tondo, politico e privato, con intermezzi divertenti che permettono allo spettatore di godersi appieno il documentario. E, soprattutto, gli spunti non mancano: le riflessioni sull’amore, sull’ecologia, sull’amicizia e molto altro.