Presentato nella sezione Orizzonti di Venezia 75 e al TIFF, che si sta svolgendo in questi giorni, The Day I Lost my Shadow (Il Giorno Che Ho Perso la Mia Ombra) racconta la storia di una madre e di un figlio durante le lunghe giornate della battaglia di Damasco, nel 2012.
Disponibile in streaming su Festival Scope, il film ha vinto il premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis” alla regista Soudade Kaadan, che offre allo spettatore un punto di vista alternativo sulla guerra civile siriana, scoppiata nel 2011 e ancora in corso. Una guerra che sta mietendo migliaia di vittime, a poca distanza dalle nostre coste e che la regista, nata in Francia, narra attraverso gli occhi di due donne Sana (Sawsan Arsheed) e Reem (Reham Al Kassar).
Sana è una giovane farmacista di Damasco rimasta sola con il figlioletto di cinque anni. In città è difficile svolgere anche i gesti quotidiani più normali, dal fare la lavatrice a cucinare un pasto caldo per mancanza di elettricità, viveri e metano. Pur resistendo a questa difficile condizione, in un inverno particolarmente rigido, Sana si trova in seria difficoltà quando la bombola del gas si scarica e non può ricaricarla perché le scorte sono finite. Preoccupata per il figlio, che resterebbe per giorni senza cibo, decide di avventurarsi verso una città di campagna alla ricerca di una nuova bombola, accompagnata da due fratelli con le stesse esigenze. Si ritroverà immersa nella guerra civile, chiedendosi qual è il momento in cui un uomo arriva a perdere se stesso, quando scompare persino l’ombra e non rimane più nulla se non un corpo senz’anima che vaga nel deserto dei sentimenti.
La regista utilizza un pretesto narrativo, che prende spunto dai gesti del quotidiano, per descrivere il conflitto siriano, attraverso gli occhi di una donna, madre e lavoratrice che all’improvviso si ritrova sola tra le varie e contrastanti anime del suo paese, in guerra tra di loro. Con grande sensibilità, attraverso lo sguardo profondo di Sana e gli uliveti che circondano Damasco, Soudade Kaadan guida lo spettatore su vari piani narrativi che si intrecciano tra di loro per condurlo verso un luogo dove sogno e realtà si incontrano, per mostrare lo straniamento che la guerra opera sui corpi e sulla mente della popolazione.
Nonostante le condizioni siano delle più avverse e la paura sia ormai diventata un’abitudine, le persone continuano a conservare la propria umanità, così Sana durante il suo cammino per ritornare a Damasco da suo figlio, incontra l’orrore della guerra ma anche la grande ospitalità del popolo siriano, che non dimentica di restare umano mostrando sentimenti come la compassione, l’amore e la fede in qualcosa di superiore che prima o poi metterà fine all’orrore.
I punti di vista dei protagonisti sono ben scanditi dalla loro funzione scenica e dalla camera, impegnata ad evidenziare con numerosissimi close-up, l’espressività dei loro volti, caratterizzati dalla disperazione ma anche da un’umana speranza.
The Day I Lost my Shadow è una dolorosa finestra sulla guerra civile siriana, osservata attraverso la narrazione della finzione e non del reale, ma ugualmente forte e pregna di significato. Un film che mostra le ottime qualità registiche di Soudade Kaadan, che ha decisamente meritato il premio all’opera prima e che colpisce per l’eleganza con cui affronta un tema difficile e cruento, riuscendo a far parlare i sentimenti attraverso le immagini. Un ottimo film che parla al pubblico con grande sincerità, frutto della sensibilità di una regista che in futuro farà parlare di sé.