La sezione Orizzonti di Venezia 75 consolida anche quest’anno la tradizione di portare sugli schermi del Lido un’ottima selezione tra le pellicole più innovative del cinema internazionale. The Man Who Surprised Everyone, disponibile in streaming su Festival Scope, è perfettamente in linea con l’obiettivo di puntare i riflettori su una storia non convenzionale, sia per i temi trattati che per l’innovazione nell’uso del linguaggio cinematografico che i registi Natasha Merkulova e Aleksey Chupov mettono in pratica utilizzando la camera come narratori osservanti, ma modulando l’attenzione attraverso gli sguardi dei due protagonisti Egor (Evgeniy Tsiganov) e Natalia (Natalya Kudrashova).
Eccentrico, a tratti surreale ma allo stesso tempo profondamente classico nella narrazione The Man Who Surprised Everyone è la storia di una coppia di trentenni che vive in una zona rurale della Siberia. La vita scorre lentamente nel villaggio, mentre i due protagonisti Egor e Natalya assolvono i loro ruoli, rispettivamente di guardia forestale, alla costante ricerca di bracconieri e madre, casalinga e contadina, sempre pronta a risolvere i problemi della famiglia. Un evento inaspettato stravolge l’apparente tranquillità della coppia, cambiando la prospettiva con cui i due protagonisti vedono il mondo che li circonda.
Egor scopre casualmente di avere un cancro all’ultimo stadio, non curabile, che non gli permette più di svolgere il duro lavoro che lo costringe, spesso in solitudine, a controllare il bosco dalla presenza di pericolosi bracconieri. Considerata inutile ogni forma di cura tradizionale Egor e Natalya si rivolgono alla curatrice del villaggio, che in un rito, ispirato alle leggende della tradizione siberiana, guida l’uomo verso un pretesto per sfuggire alla morte, indossando gli abiti di un’altra persona.
Egor così si traveste da donna, mettendo in atto una forma di ribellione alla tradizione maschilista e conservatrice della società russa odierna e ritornando ad un contatto più diretto con il folklore e la natura umana. Osteggiato, deriso, abusato e allontanato dal villaggio, come un cane randagio, Egor ritroverà se stesso, nei valori più intimi e profondi dell’essere umano, nel rapporto con Natalya e con la figlia che sta per nascere, trasmettendo nel dolore profondissimo che prova una straordinaria forza spirituale quanto corporale.
The Man Who Surprised Everyone prende spunto dalle leggende della Siberia per affrontare numerosi temi scottanti nella Russia contemporanea, dal profondo ancoraggio alla tradizione nelle zone rurali, fino alla questione LGBT in un paese che considera un reato l’omosessualità e ogni forma di comportamento che va al di fuori degli schemi preordinati.
Molto interessante il punto di vista visivo e narrativo che i due registi comunicano allo spettatore, dividendo la sceneggiatura in due parti, che segnano il prima e il dopo dell’uomo siberiano, costretto a ostentare la sua virilità salvo poi ritrovare se stesso in un carattere gentile.
Le interpretazioni dei fatti sono anch’esse divise su due livelli, il punto di vista di Egor e quello di Natalya, il razionale che diventa irrazionale e viceversa, tratti del carattere comunemente definiti femminili che diventano appannaggio dell’uomo e al contrario, la forza e la risolutezza si ritrovano nella donna.
Un’inversione di ruoli totale e ben riuscita, che con i movimenti di camera, ben strutturati ed eseguiti nei momenti giusti e le ottime interpretazioni dei protagonisti, danno spessore ad una storia intensa e profonda, che non può non lasciare il segno. Non a caso Natasha Merkulova è la vincitrice del premio Orizzonti alla migliore interprete femminile.
La bravura dei registi sta soprattutto nel non dire troppo, lasciando liberi dalla violenza anche i momenti più cupi della trasformazione di Egor e utilizzando molto bene il linguaggio della metafora e a tratti dell’ironia. Un film che stupisce per originalità e che apre un dibattito interessante sulla Russia contemporanea.