Nella 75. Mostra del Cinema di Venezia la grande protagonista è stata indubbiamente Netflix: dopo Sulla Mia Pelle, Roma e The Ballad Of Buster Scruggs un’altra opera attesa del web service di Los Gatos era 22 Luglio, l’ultima fatica di Paul Greengrass. Il regista di Green Zone e di tre capitoli della saga di Jason Bourne mette in scena un fatto di cronaca che ha scioccato l’opinione pubblica ovvero gli attentati terroristici avvenuti in Norvegia il 22 luglio 2011 per mano del fanatico di estrema destra Anders Behring Breivik.
UNA PAGINA NERA DELLA STORIA RECENTE NORVEGESE
22 Luglio è incentrato sui due terribili attacchi terroristici che causarono la morte di 77 persone: il primo al centro della città di Oslo e il secondo, a due ore di distanza, sull’isola di Utøya dove era in corso un campus organizzato dalla sezione giovanile del Partito Laburista norvegese. L’opera, attraverso la vicenda personale di uno dei superstiti, ci mostra il superamento del trauma e il ritorno alla normalità della Norvegia dopo le stragi.
22 LUGLIO È UN INNO CONTRO LA VIOLENZA CAUSATA DALL’ESTREMISMO POLITICO
Dopo aver diretto nel 2016 Jason Bourne, Paul Greengrass si cimenta questa volta con un film ben più impegnato sulla strage più efferata degli ultimi anni in Europa. La struttura narrativa di 22 Luglio riporta alla mente il lavoro del 2006 del cineasta britannico, United 93: anche in questo caso Greengrass, oltre a raccontare una pagina triste della nostra storia recente (United 93 parla dell’11 Settembre), utilizza attori non famosi per dare alla pellicola un taglio più realistico.
Il lungometraggio Netflix, diviso in tre atti (l’attentato, i soccorsi e il processo a Breivik), è calibrato in maniera certosina: le scene dell’attacco non sono mai scabrose né gratuite e nei momenti di maggior pathos, dove la retorica avrebbe potuto prendere il sopravvento, l’opera rimane sempre straordinariamente composta.
L’obiettivo di 22 Luglio è molto chiaro: mettere in scena un tragico evento del passato per sensibilizzare il pubblico su una minaccia attuale, soprattutto considerando il fatto che le forze politiche estremiste, al giorno d’oggi, stanno riguadagnando un forte consenso in Europa. La Norvegia ha dimostrato di essere un paese in grado di contrastare i tentativi di rovesciamento dell’ordine democratico: nonostante gli attentati di Breivik abbiano messo in crisi la società civile del paese scandinavo (ricordiamo che la pena massima prevista dall’ordinamento norvegese è di 21 anni di reclusione, anche se prorogabile), la risposta del popolo e delle istituzioni è stata esemplare.
Oltre ad essere un prodotto tecnicamente ineccepibile, l’ultimo lungometraggio di Greengrass ha un ritmo incalzante e, seppur le dinamiche degli eventi siano prevedibili (caratteristica che purtroppo non rende 22 Luglio un film memorabile), riesce ad emozionare, anche grazie alle interpretazioni del cast: da segnalare soprattutto Anders Danielsen Lie (che interpreta un detestabile Breivik) e Jonas Strand Gravli (nel ruolo di Viljar, uno dei superstiti di Utøya).
22 Luglio non è certamente un film-shock capace di generare dibattito (forse da questo punto di vista gli manca un po’ di coraggio) ma è innegabile l’importanza di una pellicola che, attraverso il racconto di una strage sconvolgente, vuole parlare del presente.
22 Luglio sarà disponibile su Netflix a partire dal 10 ottobre.