Un efferato omicidio, l’interesse dei talk show e un’unica sospettata per il crimine: Acusada di Gonzalo Tobal, presentato in concorso alla 75. Mostra del Cinema di Venezia, affronta un argomento sempre più attuale ai giorni nostri. Dolores Dreier (Lali Espósito), una studentessa agiata, finisce nel vortice della giustizia mediatica e non: due anni dopo la barbara uccisione della sua migliore amica è infatti l’unica indagata e finisce sotto i riflettori dell’attenzione mediatica. Una vicenda che sconvolge in maniera drammatica la sua vita e quella della sua famiglia, con la ventunenne che trascorre le sue giornate rinchiusa tra le mura domestica in attesa del processo, con i genitori pronti a tutti per difenderla e scagionarla, tanto da ipotecare la propria dimore e vendere la casa in campagna. Con il trascorrere dei giorni la tensione cresce e affiorano segreti e colpi di scena all’interno della famiglia Dreyer: Dolores si ritrova con le spalle al muro, ogni minimo errore potrebbe risultare fatale nel corso del processo…
UN LEGAL DRAMA CHE NON CONVINCE
Un murder mistery riuscito a metà, con Gonzalo Tobal che decide di non offrire allo spettatore subito tutte le informazioni sull’antefatto del delitto, svelandole a poco a poco. Oggi i drammi giudiziari occupano i primi posti delle scalette dei talk show televisivi e la trama di Acusada è molto simile alla storia di Amanda Knox e al delitto di Meredith Kercher. Il regista argentino vuole trasmettere a chi si trova seduto di fronte al grande schermo il senso di inquietudine che pervade la protagonista, invitandolo a trarre le sue conclusioni sul caso come se fosse il pubblico ministero. E, oltre agli indizi, può fare affidamento ai gesti e ai comportamenti di Dolores, gravati dal malessere causato dall’attenzione dei media. Al centro del racconto c’è proprio il conflitto interiore della giovane protagonista, un misto di rabbia e senso di colpa, basti pensare alle dichiarazioni fuori programma rilasciate in un’intervista con il giornalista Mario Elmo (Gael Garcia Bernal).
Il fascino sociale del crimine e del mistero, Tobal vuole esplorare questo tema attraverso gli occhi della protagonista, della sua famiglia e dei mass media: Acusada descrive come vengono narrati all’opinione pubblica determinati omicidi, come vengono vissuti da coloro che vengono coinvolti e, per certi versi, come vengono coperti o contaminati. Il volto di Dolores cambia continuamente nel corso del film, con le reazioni dello spettatore che possono cambiare di pari passo. Inoltre, a sparigliare le carte in tavola la presenza nel quartiere della famiglia Dreyer di un misterioso puma, che porge ulteriori interrogativi seppur poco realistici…
SPICCA L’OTTIMA LALI ESPOSITO
Un giallo rivisitato nello stile che non offre spunti particolarmente degni di nota, nonostante la tensione che pervade lo spettatore in attesa della sentenza su un’assoluzione o su una condanna. La regia di Gonzalo Tobal è lineare e non estetizzante, con il finale della pellicola che lascia l’amaro in bocca date le premesse. Un film con forse troppi artifici, non sufficientemente avvincente e con una colonna sonora, firmata da Rogelio Sosa, che non ricalca minimamente i sentimenti degli interpreti e l’atmosfera di pathos. Da segnalare l’ottima performance di Lali Esposito, giovanissima attrice e cantante argentina che si cala alla perfezione nei panni di un soggetto estremamente ambiguo e dicotomico.