Un paese di Calabria è un documentario del 2016 delle registe francesi Shu Aiello e Catherine Catella. Il paese in questione è Riace, già famoso in Italia e in Europa per il sistema di accoglienza e integrazione messo in atto dalla comunità locale e tornato recentemente sulle prime pagine dei giornali in seguito all’arresto del sindaco, Mimmo Lucano, con l’ipotesi di “favoreggiamento” ai migranti.
Per far conoscere meglio la situazione di quel piccolo centro del Sud Italia rinato con l’operato di Lucano, celebrato come uno dei “50 uomini più influenti del mondo” nel 2016 da Fortune nonché da un documentario della BBC, , le registe hanno scelto di rendere pubblica la visione di Un paese di Calabria, disponibile su Vimeo solo per le giornate di sabato 6 e domenica 7 ottobre.
Come è nato il modello di accoglienza di Riace? Quali sono i volti che lo animano? Per quale motivo l’attenzione nei confronti di questo paesino è diventata tale da superare i confini nazionali e muovere l’interesse – per dirne una – di Ada Colau, sindaca di Barcellona? Shu Aiello e Catherine Catella provano a mostrare tutto ciò in questo film documentario.
Scalini di pietra, ringhiere di ferro, grondaie pitturate di bianco, vicoli silenziosi, capre al pascolo, spighe che ondeggiano al vento. E su queste immagini, il voice over di un racconto intrecciato di vecchie e nuove migrazioni. La prima a farsi sentire è Maria Rosa che, dopo la guerra, a soli vent’anni, ha lasciato il paese per sempre alla volta della Francia. Raggiungeva Antonio, suo marito. «Non portare troppi bagagli, il viaggio è lungo. Verrò ad aspettarti tutti i giorni alla stazione» le scriveva lui in una lettera.
Il racconto di Maria Rosa si alterna a quello delle moderne migrazioni che hanno portato, negli ultimi anni, naufraghe e naufraghi fino a Riace. La prima parte del documentario mostra un paese quasi deserto. Si intuisce la presenza delle persone dall’ombra dei panni stesi ad asciugare, dalle impronte colorate delle mani e da qualche anziano che cammina per i vicoli stretti. Riace è, come sappiamo, uno dei tanti paesini che hanno subito nel corso del tempo un fortissimo spopolamento. La gente andava via, proprio come Maria Rosa, e non faceva più ritorno.
Nella seconda parte del racconto, invece, incontriamo ragazzi e ragazze che vanno a scuola, la piazza piena per la processione dei Santi Cosma e Damiano, l’attesa dell’esito delle ultime elezioni comunali. Lo schermo si riempie man mano che il documentario ci spiega: Riace si spopolava e l’amministrazione comunale insieme ai cittadini hanno scelto di riempire quello spazio lasciato vuoto dalla migrazione dei conterranei con chi, di passaggio, si è ritrovato a sbarcare sulle coste italiane.
Di tanto in tanto le scene sono accompagnate da canti popolari calabresi, canti che raccontano dolore, povertà e abbandono, canti di rabbia e di lontananza che fanno da eco alle parole dei protagonisti. Ed è tra questi canti, tra i racconti di chi accoglie e di chi è accolto, che la storia di Maria Rosa affiora dal passato e rivive nel presente.