Alla 13° Festa del Cinema di Roma, negli spazi di Casa Alice per Alice nella Città, si tiene l’incontro Italian Cinema Now sul tema del nuovo cinema italiano. A fare gli onori di casa la Presidente dell’Accademia del Cinema Italiano – Premi David di Donatello Piera Detassis, che ospita i registi Claudio Giovannesi e Damiano e Fabio D’Innocenzo e il direttore artistico del festival Annecy Cinema Italien Francesco Giai Via.
I D’INNOCENZO E L’INCONTRO CON PAUL THOMAS ANDERSON GRAZIE AL SUNDANCE
La conversazione parte dalle esperienze cinematografiche dei giovani fratelli D’Innocenzo, che dopo il folgorante debutto con La Terra dell’Abbastanza hanno raccolto consensi pressoché unanimi e, grazie alla sponsorizzazione di nomi come Alice Rohrwacher e Matteo Garrone, sono finiti in Grecia al laboratorio di script doctoring promosso dal Sundance Institute. È qui che i due hanno avuto l’opportunità di sottoporre lo script del loro prossimo film a un maestro come Paul Thomas Anderson, che più che dare indicazioni su come intervenire sullo script ha dispensato fondamentali consigli di lettura.
NEL FUTURO DEI D’INNOCENZO UN FILM WESTERN E UNA SERIE HORROR
Il prossimo film dei D’Innocenzo – rivelano i registi – sarà prodotto da Rai Cinema e sarà un western sui generis ma con un linguaggio mutuato dai grandi classici, che sarà girato in Calabria e affronterà il tema del confronto tra il femminile e il maschile con forti riflessi dell’attualità. «Una grandissima sfida in termini produttivi» specifica Damiano, soprattutto per una realtà come quella italiana. Lo definiscono «un racconto intorno al fuoco», che a dire dei registi permetterà allo spettatore di calarsi da subito nella storia per tramite di quelle convenzioni del genere ormai sussunte dall’immaginario collettivo. Non ci sarà solo questa pellicola nel futuro prossimo dei due, ma anche una nuova serie TV horror cui stanno lavorando con Sky e Cattleya.
GIOVANNESI STA GIRANDO LA PARANZA DEI BAMBINI DI SAVIANO
È poi Giovannesi, noto per Fiore ma anche per il suo lavoro nella seconda stagione di Gomorra – La Serie, che decide di non sbottonarsi troppo sul suo prossimo lavoro, l’adattamento di La Paranza dei Bambini di Roberto Saviano. Le sue parole sono però per la nuova generazione di cineasti italiani, che punta all’universale con pellicole la cui natura travalica la vocazione nazionale e mira al mercato Europeo. La Detassis lo sollecita poi nuovamente sul prossimo lavoro, e Giovannesi – che ancora è in fase di montaggio – spiega quanto sia stato importante per lui vivere un anno e mezzo a Napoli per calarsi meglio in quella realtà.
ANNECY E IL FOCUS SUL NUOVO CINEMA ITALIANO
Sta poi a Giai Via parlare del festival che dirige, il più importante appuntamento legato al cinema italiano in Francia. Un evento indipendente dalle attività di promozione istituzionali che il nuovo direttore artistico (formatosi al Torino Film Festival) ha contribuito a rimodernare in modo considerevole, scegliendo di spostare l’attenzione sui nuovi autori e le nuove tendenze della settima arte tricolore.
A proposito del successo degli italiani alla guida di kermesse straniere, il direttore artistico di Annecy specifica che «le competenze di un direttore non sono però quelle di un critico», specifica Giai Via, «serve essere un anello di congiunzione tra chi il cinema lo fa e chi lo guarda, servono competenze in entrambi i settori».
QUALI CONSIGLI PER DIVENTARE REGISTI?
I D’Innocenzo e Giovannesi, i cui lavori hanno in comune l’ambientazione suburbana, riflettono poi sulle possibilità offerte dalla periferia in termini narrativi. Emerge che quel tipo di location permette situazioni “più cinematografiche”, nelle quali valori di amicizia, vita, amore e morte sono più estremi e meno mediati.
Nella conclusione dell’incontro, rispondendo a una domanda dal pubblico, i D’Innocenzo si esprimono su cosa serva o non serva per iniziare un percorso da autori cinematografici. Il suggerimento è quello di evitare le scuole di cinema e invece passare il proprio tempo a vedere film, scrivere e riscrivere le proprie idee e «rompere tantissimo le palle». Segue il racconto di un incontro piuttosto molesto con Garrone, che per liberarsi dell’insistenza dei fratelli ha finito per fissare un incontro all’indomani – incontro da cui è partito tutti il percorso dei due.
Riguardo alle scuole di cinema Giovannesi, che ha studiato al Centro Sperimentale di Cinematografia, sottolinea quanto sia stato importante per lui incontrare il proprio montatore proprio in quel contesto. Riguardo a quelli che provano a sfondare iniziando dal cortometraggio, il regista di Fiore sottolinea quanto a suo parere sia più facile creare qualcosa di ben definito con dei lungometraggi di documentario. «Col documentario impari da subito la differenza tra un’immagine che risulti vera e una che risulti finta; distinzione fondamentale quando si tratta poi di confezionare una pellicola di fiction».