Dopo il dominio di The Handmaid’s Tale agli Emmy dello scorso anno, la piattaforma streaming americana Hulu vuole recitare un ruolo da grande protagonista nello scenario televisivo con prodotti sempre più ambiziosi (a fine luglio farà il suo esordio la serie tratta dai racconti di Stephen King, Castle Rock); in questo nuovo corso del network si inserisce la miniserie The Looming Tower, progetto creato da Dan Futterman, Alex Gibney e Lawrence Wright che si ispira all’omonimo libro dello stesso Wright. Lo show, che ora è disponibile anche in un cofanetto da 2 DVD Warner ricco di contenuti speciali (Divisi Perdiamo, La Complessità dei Personaggi, Ali Soufan: con le Sue Parole, Attraverso Tre Continenti, Commenti Audio), racconta l’ascesa di Al-Qaeda e la rivalità tra FBI e CIA a partire dalla fine degli anni ‘90, fattori che determinarono la tragedia dell’11 settembre 2001.
UN BAGNO DI SANGUE CHE POTEVA ESSERE EVITATO
Il capo del dipartimento antiterrorismo dell’FBI di New York John O’Neill (Jeff Daniels), uomo dalla discutibile vita privata ma estremamente competente nel suo lavoro, è uno dei primissimi americani ad intuire alla fine degli anni ‘90 il pericolo del terrorismo islamico rappresentato da Bin Laden e da Al-Qaeda. Grazie anche all’aiuto di un giovane agente di origine libanese, Ali Soufan (Tahar Rahim), trova la giusta via per le indagini ma l’analista della CIA Martin Schmidt (Peter Sarsgaard) ostacola in tutti i modi i due, convinto di essere l’unico capace di prevenire la minaccia terroristica.
IL RACCONTO DI UNA PAGINA NERA DELLA STORIA AMERICANA
Quando nel 2011 debuttò Homeland, l’acclamata serie spy con Claire Danes, si intuì fin da subito che lo show avrebbe cambiato il concetto di spionaggio in televisione: pur trattandosi di un’opera di finzione, i riferimenti all’attualità geopolitica sono continui ed estremamente realistici; proprio per questo motivo, alla sua settima stagione, Homeland continua ad appassionare milioni di telespettatori.
The Looming Tower adotta uno stile molto simile al prodotto Showtime di Alex Gansa e Howard Gordon, occupandosi però di una vicenda reale che ha cambiato la storia non solo degli Stati Uniti ma del mondo intero. La miniserie Hulu fa luce su un aspetto poco conosciuto dell’11 settembre, ovvero quello della prevenzione: se le agenzie di pubblica sicurezza e di intelligence avessero messo al primo posto il bene della nazione e non meschini interessi di parte probabilmente nulla di tutto ciò sarebbe accaduto. La rivalità aspra tra John O’Neill e Martin Schmidt mette in evidenza due mondi e due approcci completamente diversi: se l’analista interpretato da Peter Sarsgaard preferisce agire nell’ombra non condividendo le informazioni a sua disposizione con le altre agenzie, O’Neill è il poliziotto senza paura (ma con qualche macchia) che ha un solo obiettivo, quello di garantire la sicurezza dei cittadini.
Ovviamente la divisione tra buoni e cattivi non è così accentuata nello show: il personaggio di Jeff Daniels è un fedifrago con una predilezione particolare per il lusso e l’alcol ma lo spettatore non si trova mai nella condizione di odiarlo. La miniserie non riesce del tutto a discostarsi da una retorica patriottica che tipicamente caratterizza un prodotto audiovisivo come The Looming Tower; tuttavia Futterman, Gibney e Wright, nonostante non diano risposte chiare a tutti gli enigmi dell’11 settembre, non si sottraggono nel rappresentare zone d’ombra inquietanti all’interno dell’amministrazione degli Stati Uniti e offrono un quadro non stereotipato dell’universo islamico, grazie soprattutto alla figura di Ali Soufan (un bravissimo Tahar Rahim).
Oltre ad una realizzazione tecnica di ottimo livello (tra i registi dello show figura anche Michael Slovis, storico direttore della fotografia di Breaking Bad), The Looming Tower vanta anche un cast prestigioso in cui figurano veterani come Bill Camp, Alec Baldwin (nei panni di George Tenet, direttore della CIA in quegli anni) e Michael Stuhlbarg, che interpreta il responsabile dell’antiterrorismo Richard Clark.
The Looming Tower, considerando la delicatezza della vicenda, avrebbe potuto approfondire con maggiore coraggio i temi più spinosi legati all’11 settembre, ma ciò non toglie i meriti di un’opera audiovisiva che rimette in primo piano, soprattutto a beneficio delle nuove generazioni, uno dei capitoli più importanti della nostra storia recente.