Nel 2004, un giovanissimo Fatih Akin conquistò l’Orso d’Oro al Festival di Berlino con uno dei film più belli degli ultimi decenni, La Sposa Turca. La storia era molto semplice: la giovane Sibel Küner (interpretata dalla pornostar Sibel Kekilli) prendeva in matrimonio un alcolizzato, vent’anni più vecchio di lei, per liberarsi dalle catene conservatrici della sua famiglia. Pochi anni fa venne poi Mustang, incluso nella cinquina come miglior film straniero all’Oscar, che raccontava di cinque sorelle a cui la nonna cercava di trovare altrettanti mariti. La condizione della donna nell’ambito della religione islamica, dunque, specialmente negli ultimi anni, è stata sviscerata e raccontata sotto il profilo della ricerca di un marito, unico modo per uscire dai vincoli familiari.
Cosa Dirà la Gente (ora disponibile in blu-ray e dvd Koch Media e Lucky Red), film semi-autobiografico della regista Iram Haq, racconta di una ragazza pakistana cresciuta in Norvegia, adattatasi quindi al clima e alla cultura del paese nordico. Una sera, o meglio una notte, fa entrare in camera il suo ragazzo, senza consumare alcun tipo di rapporto sessuale. Quando il padre di Nisha la scopre, redarguisce la figlia e picchia a sangue il ragazzo. A questo punto, preoccupati di “cosa dirà la gente”, i familiari spediscono la figlia in Pakistan da parenti, affinché impari la cultura dei genitori e diventi una perfetta casalinga. Nisha dovrà adattarsi ad una nuova cultura, dimenticandosi della progressiva Norvegia e abituandosi alla vita in Pakistan.
Iram Haq, nel suo film, racconta di Nisha come di una ragazza perfetta, sogno di tutti i genitori: ha i migliori voti della sua classe, è ambiziosa, ligia e ben voluta dai suoi amici; si è perfettamente integrata, nonostante la nazionalità. Quando serve, fa da interprete per i genitori che poco conoscono la lingua. Tuttavia, essi le preferiscono il fratello, più grande di lei, a sua volta diligente e che sogna di fare il medico. I due figli sono identici; solo che Nisha ha la sfortuna di essere una donna.
Oltre a ciò, è incredibilmente attraente. La regista, per esempio, nella prima scena al supermercato del padre, è bravissima a mantenere la tensione sessuale sempre viva, fra i clienti che guardano Nisha e il padre che con dispetto osserva la situazione. Il magnetismo della protagonista funziona come un campanello dell’allarme nei genitori, i quali, verosimilmente, sanno che le dovranno trovare un marito il più presto possibile.
Nella seconda parte, quando Nisha viene spedita in Pakistan, si troverà a dover far fronte alla nuova cultura, nella quale la donna deve rinunciare alle cose a cui lei tiene di più: non solo le proprie amicizie e i primi amori, ma anche lo studio; quell’istruzione che così poco è importante in confronto alle faccende di casa. Nello stato natio dei genitori, la protagonista verrà militarmente rieducata, in un “lavaggio del cervello” che somiglia alla “Cura Ludovico” di Arancia meccanica. Tutto le sarà proibito.
Cosa dirà la gente avrebbe potuto essere un pessimo film, se per esempio si fosse concentrato sugli stereotipi, sugli aspetti politici o religiosi; invece, come Lady Bird di Greta Gerwig, fa leva su ricordi personali, mantenendo un notevole grado di originalità attraverso tutta la sua durata. È un buon film che avrebbe potuto essere ottimo se soltanto Iram Haq non avesse sbagliato alcune scelte di regia. Nelle due scene drammaticamente più forti della pellicola, i toni e i tempi sono infatti clamorosamente sbagliati. Peccato.
L’edizione home video, curata da Koch Media e Lucky Red, oltre al trailer ha degli interessantissimi contenuti speciali curati in collaborazione con Amnesty International: “Libere di Scegliere: Amnesty International per la fine dei matrimoni forzati e precoci” – intervento di Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia e Come Difendersi da Matrimoni Precoci in Pakistan.