Jin-Roh – Uomini E Lupi, ultimo lungometraggio della Kerberos Saga, è una pellicola d’animazione del 1999 diretta da Hiroyuki Okiura, al suo esordio come regista: l’opera di Okiura ha ispirato Illang: Uomini e Lupi, remake live-action diretto da Kim Jee-woon disponibile anche in Italia su Netflix.
Il film doveva essere, nei piani di Mamoru Oshii (il geniale ideatore della saga), l’ultimo capitolo della trilogia in live-action iniziata con The Red Spectacles ma al regista fu impossibile occuparsene fino al 1994, anno in cui stava già lavorando a Ghost In The Shell (uscito nel 1995). Pur di non abbandonare Jin-Roh, di cui aveva già scritto la sceneggiatura, Oshii acconsentì alla decisione di trasformarlo in un lungometraggio d’animazione affidando la regia ad Okiura, ai tempi giovanissimo ma estremamente promettente (non a caso aveva già lavorato come key animator in opere come Akira e Patlabor: The Movie, mentre in futuro avrebbe partecipato anche al film di Cowboy Bebop, Paprika di Satoshi Kon e Evangelion 3.0 di Hideaki Anno).
IL GIAPPONE NEL CAOS PER COLPA DEL TERRORISMO
Pur essendo cronologicamente l’ultimo capitolo, Jin-Roh – Uomini E Lupi è il prequel dell’intera Kerberos Saga: siamo negli anni ’60 e il Giappone è dilaniato da lotte interne, rivolte e proteste. Tra gli agitatori principali c’è un gruppo terroristico che si fa chiamare La Setta, il quale si serve spesso delle proteste in strada per compiere diversi attentati.
Il governo giapponese ha risposto al pericolo istituendo l’unità Kerberos, un vero e proprio gruppo paramilitare dotato di armature protettive e di mitragliatrici pesanti autorizzato ad aprire il fuoco sui terroristi in ogni occasione. Il protagonista di Jin-Roh è Fuse, un giovane Kerberos che rimane psicologicamente sconvolto dopo che una componente delle Cappuccetto Rosso, una divisione di sole donne e bambine incaricate di trasportare armi ed esplosivi per conto della Setta, si è fatta esplodere davanti a lui nei sotterranei della città. Fuse viene pesantemente criticato dalle istituzioni perché non è riuscito a premere il grilletto di fronte alla ragazza e questo lo fa sprofondare nella solitudine e nella depressione fino al momento in cui conosce Kei, la sorella maggiore della ragazza morta: il nostro protagonista infatti intreccia con lei una relazione molto stretta.
IL PREQUEL POLITICO DELLA KERBEROS SAGA
Jin-Roh – Uomini E Lupi è il più politico tra i film della saga: è ambientato in un universo alternativo che però ricorda da vicino le turbolenze degli anni ’60 giapponesi e, in particolare, le sollevazioni popolari contro l’influenza degli Stati Uniti nel mondo politico nipponico (proteste a cui partecipò attivamente Oshii stesso assieme ad altri registi come Miyazaki e Takahata). L’agitazione e la violenza di quel periodo sono ben presenti anche nell’universo di Jin-Roh e, ad esse, si contrappongono l’umanità e la confusione di Fuse.
Per certi versi Fuse è un personaggio molto simile ad Inui, protagonista di Stray Dog: è un uomo solitario ed estremamente triste che nella vita non ha mai fatto nulla se non il soldato e che si trova per la prima volta estromesso dal mondo militare. Fuse è un ragazzo senza una guida o punti di riferimento, che per la prima volta nella propria vita si trova a porsi delle domande anziché obbedire agli ordini.
Si è sempre considerato un lupo, parte di un branco da onorare e difendere a tutti i costi, ma il branco è spietato e non si fa problemi a lasciare indietro i più deboli ed è così che Fuse si ritrova solo e quasi abbandonato a se stesso. O almeno questo è quello che vogliono farci credere Oshii e Okiura, dal momento che la trama di Jin-Roh – Uomini E Lupi è profonda ed estremamente più densa di quanto si possa credere inizialmente; le macchinazioni politiche che si sviluppano sullo sfondo della vicenda che vede coinvolti Fuse e Kei rendono chiaro quanto i due protagonisti non siano altro che insignificanti pedine in mano a governi ed istituzioni.
Ancora una volta quindi la Kerberos Saga si concentra sulla solitudine dei singoli, sulla loro alienazione e sul loro destino che gli nega in eterno un’esistenza normale e serena. Schierarsi, indipendentemente dalla fazione che si sceglie, significa rinunciare a tutto, compresa la propria umanità: il senso del finale di Jin-Roh – Uomini E Lupi è proprio questo, con un’atmosfera in grado di evocare e rafforzare il concetto.