Si intitola Santiago, Italia il nuovo lavoro di Nanni Moretti, che chiuderà il 36. Torino Film Festival prima di arrivare in sala dal 6 dicembre con Academy Two.
Il film racconta, attraverso le parole dei protagonisti e i materiali dell’epoca, i mesi successivi al colpo di stato dell’11 settembre 1973 che pose fine al governo democratico di Salvador Allende. Appena dopo il golpe di Pinochet, per mesi l’ambasciata italiana di Santiago del Cile divenne il rifugio per centinaia di oppositori che rischiavano la vita. In maggioranza erano militanti di sinistra e dei partiti che avevano appoggiato il governo Allende, ma anche tanti semplici cittadini che volevano fuggire. La delicata partita fu gestita dall’allora ambasciatore Tomaso de Vergottini e da un giovane funzionario della Farmesina, Emilio Barbaran, che sarebbe divenuto a sua volta ambasciatore.
Nanni Moretti è stato in Cile lo scorso aprile e l’annuncio del progetto è stato dato dall’ambasciatore cileno in Italia Fernando Ayala Gomez durante un convegno in memoria del drammatico golpe del ‘73.
Al centro delle retrospettive del Torino Film Festival, quest’anno, saranno Powell & Pressburger e Jean Eustache. Due generazioni, due stili, due immaginari che paiono agli antipodi, eppure due idee di cinema che ben corrispondono alle anime diverse della kermesse torinese e all’attività di ricerca condotta dal Museo Nazionale del Cinema.
Intanto il regista romano sta già lavorando al suo tredicesimo film: un lungometraggio del quale si conosce solo il titolo: Tre piani.