Lo scorso 12 novembre Stan Lee, popolarissimo fumettista creatore e co-creatore (perlopiù insieme a Jack Kirby, ma anche con Steve Ditko) dei più importanti supereroi Marvel, si è spento a 95 anni a West Hollywood, presso il Cedars-Sinai Medical Center. A lungo alla guida della Marvel, per la quale ha sceneggiato innumerevoli albi, il fumettista, editore e produttore cinematografico e televisivo newyorkese vantava la paternità (non sempre esclusiva) di celeberrime icone pop come Spider-Man, Hulk, Thor, Iron Man, i Fantastici 4, Pantera Nera, Avengers e X-Men. Se anche il pubblico generalista ha imparato a conoscerlo e riconoscerlo grazie ai suoi cameo nei cinecomic del MCU, è però vero che rimangono molti gli aneddoti della sua lunga vita ignoti ai più. Ripercorriamone alcuni insieme.
12) PARE CHE I CAMEO DI STAN LEE FOSSERO OBBLIGATI DA UN CONTRATTO
I cameo sul grande e piccolo schermo di Stan Lee, e in particolare in quelli nei cinecomic Marvel, hanno contribuito in modo considerevole ad estenderne la popolarità al grande pubblico negli ultimi anni. Quello però non molti sanno è pare fossero legalmente vincolati. Il celebre fumettista ha sempre coltivato con grande attenzione il proprio ‘brand’ e i suoi cameo erano una divertente consuetudine già nei fumetti, ma pare che fosse una speciale clausola nel suo contratto – inserita dopo la causa con la Marvel del 2002 – a prevedere che apparisse in ogni film basato su uno dei suoi personaggi. Ovviamente noi fan non potevamo che esserne felici, e lui riceveva un compenso per ogni film pur non detenendo i diritti di proprietà intellettuale dei personaggi.
11) STAN LEE DOVEVA LA PASSIONE PER LE GRANDI STORIE ALLA MADRE
Stan Lee non ha mai fatto mistero di essere debitore nei confronti della madre, che lo incoraggiava sin dalla più tenera età a leggere libri su libri. Gli autori sui quali si è formato Lee sono H.G. Wells, Mark Twain, Arthur Conan Doyle, William Shakespeare e Charles Dickens. In età adulta si appassionò a Stephen King. Come ebbe modo di dichiarare Lee: «Mia madre mi incoraggiava sempre a leggere. (…) Probabilmente devo tutta la mia autostima al fatto che, ai suoi occhi, qualsiasi cosa facessi risultava brillante».
10) LA CARRIERA DI STAN LEE INIZIÒ CON I COCCODRILLI
Se la sua carriera da lettore era iniziata con le migliori premesse, lo stesso non si può dire di quella da scrittore. Prima di cimentarsi con la creazione di mondi fantastici, infatti, preparava dei ‘coccodrilli’, che è il termine con cui nel gergo giornalistico ci si riferisce a dei pezzi commemorativi per la dipartita di personaggi famosi che vengono redatti prima della loro reale scomparsa. Lee dichiarò che decise di lasciare il quel lavoro perché «era troppo deprimente».
9) STAN LEE FECE DIVENTARE HULK VERDE PER PROBLEMI DI STAMPA
Forse non tutti sanno una curiosità che invece agli appassionati di fumetti è ben nota: il personaggio di Hulk originariamente aveva la pelle grigia. Il problema è che le tipografie incaricate di stampare il fumetto ebbero sin dall’inizio grossi problemi a garantire la giusta resa cromatica del colore, e così Lee decise di trasformare il problema in una opportunità e che a partire dal secondo numero Hulk sarebbe diventato verde, senza motivo. Di certo non la scelta più raffinata nella sua carriera di sceneggiatore, eppure ha fatto la storia.
8) LA MOGLIE DI STAN LEE GLI DISTRUSSE LA MACCHINA DA SCRIVERE
Stan Lee raccontò una volta che l’amata moglie Joanie, durante un litigio particolarmente acceso, scagliò con forza sul pavimento mandandola in mille pezzi la macchina da scrivere che il fumettista aveva usato per sceneggiare i primi storici numeri di testate come Spider-Man o I Fantastici Quattro. «Peccato sia successo prima di eBay – ha aggiunto Lee – o avrei potuto vendere quel che ne rimaneva e farci un sacco di soldi!».
7) STAN LEE NON ANDÒ MAI DAL BARBIERE, E PER UN BUON MOTIVO
Stan Lee rivelò il segreto della sua iconica pettinatura nella seconda pagina delle sue memorie: «Per tutta la mia vita adulta non sono mai andato dal barbiere: è mia moglie Joanie che mi taglia da sempre i capelli!». Purtroppo questa tenera consuetudine si è tristemente interrotta quando nel 2017 Joanie Boocock Lee è venuta a mancare.
6) STAN LEE È STATO L’UNICO FUMETTISTA PREMIATO CON LA MEDAGLIA PER LE ARTI
Nella storia della American National Medal of the Arts, un prestigioso riconoscimento ufficiale di cui vengono insignite eminenti personalità da parte del presidente degli Stati Uniti, Stan Lee è stato l’unico fumettista premiato. A mettergli l’ambita medaglia al collo è stato nel 2008 l’allora presidente George W. Bush.
5) STAN LEE AVEVA UNA FONDAZIONE DI BENEFICENZA
Nel 2010 il celebre fumettista diede vita alla Stan Lee Foundation (qui il sito), una fondazione benefica il cui scopo è promuovere l’alfabetizzazione, l’istruzione e le materie umanistiche. Tra gli obiettivi dichiarati vi sono programmi di supporto alla formazione e iniziative di divulgazione a vario titolo, così come la promozione della diversità e delle arti liberali.
4) STAN LEE ERA L’INCARNAZIONE DEL “METODO MARVEL”
Stan Lee è stato un pioniere in quello che oggi definiremmo ‘team work’ nel campo dei fumetti, tanto che l’approccio collaborativo al tandem composto da sceneggiatore e illustratore che ha sempre promosso era conosciuto come “metodo Marvel”. Nel 2010 ha dichiarato alla CNN: «Funzionava così: io scrivevo la storia originale, loro la disegnavano e poi io la editavo e mi occupavo della direzione creativa. Tutto quel che ho fatto nella mia carriera è sempre stato collaborare con altri». Un approccio che senza dubbio ci ha regalato alcuni dei più importanti fumetti di sempre e che ha fatto scuola.
3) STAN LEE NON AMAVA CONDIVIDERE IL SUCCESSO (O FORSE SÌ?)
Senza nulla togliere allo straordinario genio di Lee, a detta di molti detrattori il “metodo Marvel” permetteva a Lee di prendersi più meriti di quanti non ne avesse, tanto più che nella sua carriera Stan Lee si è sempre dimostrato restio a riconoscere i crediti a chi l’ha affiancato anche con contributi molto importanti. A detta del fumettista Gerry Conway, creatore de Il Punitore: «A Stan a volte sono stati riconosciuti più meriti di quanti non ne avesse davvero. È conosciuto come il numero 1, e per tanti versi è indiscutibile, ma non è stata sempre tutta farina del suo sacco». A onor del vero, in una lontana intervista del 1968 sul “metodo Marvel”, Stan Lee dichiarava: «Alcuni artisti, come ad esempio Jack Kirby, non hanno bisogno di nessuna trama. Mi basta suggerire il Dr. Doom come prossimo villain – o forse neanche quello, magari è lui che lo suggerisce a me – e poi va a casa a disegnare e fa tutto da solo. È bravo con le storie; sono certo che è mille volte più bravo di me!».
2) STAN LEE CREÒ IRON MAN PER SFIDARE I LETTORI
Stan Lee una volta ammise candidamente che quando creò Iron Man (e Tony Stark) lo fece per proporre un personaggio con cui i lettori non potessero identificarsi, e che addirittura stesse loro antipatico. Dietro questa scelta c’era una sfida con se stesso, e cioè quella di promuovere così bene il personaggio da portare i lettori a comprare il fumetto nonostante le loro riserve su di esso. «Ho pensato che fosse divertente prendere un tizio che non sarebbe piaciuto a nessuno, o almeno a nessuno dei nostri lettori, e farglielo piacere con la forza.». Visto il successo del franchise, non si può dire che la sfida non sia più che vinta.
1) STAN LEE LAVORÒ PER L’ESERCITO CON FRANK CAPRA E IL DR. SEUSS
Dopo esser stato trasferito dai Signal Corps (i corpi di comunicazione dell’esercito americano) in New Jersey, Stan Lee lavorò come drammaturgo nella Divisione Filmati di Addestramento in Queens, insieme ad altri otto autori, tra i quali ve n’era qualcuno che sarebbe diventato decisamente famoso: il Premio Pulitzer William Saroyan, il cartoonist Charles Addams (creatore della Famiglia Addams), Theodor Seuss Geisel (che poi avrebbe creato il Grinch e mille altre iconiche storie per bambini con lo pseudonimo di Dr. Seuss) e il regista Frank Capra (La Vita è Meravigliosa).