Miglior Regista nel 2013 per 12 Anni Schiavo, Steve McQueen appone la sua riconoscibile firma a un nuovo lungometraggio: Widows, tratto dall’omonima serie televisiva del 1983. Distribuito da 20th Century Fox e prodotto da Regency Enterprises e See-Saw Films, il film sarà nelle sale italiane dal 15 novembre. Prima di entrare in sala, Widows attira per il cast stellare che figura sulla locandina, ma all’uscita è inevitabile apprezzarne il valore artistico.
Nella Chicago contemporanea, Harry Rowlins (Liam Neeson) muore in una rapina, lasciando alla moglie Veronica (Viola Davis) un consistente debito da saldare. Alla sua porta, pronto a riscuoterlo, si presenta Jamal Manning (Brian Tyree Henry), criminale ora candidatosi a sindaco. Ma Harry non è stato l’unico a passare a miglior vita: tutta la sua banda è bruciata in un furgone, lasciando sole e indebitate le rispettive consorti. Oltre a Veronica, piangono infatti i loro mariti anche Alice (Elizabeth Debicki), polacca disoccupata perdutamente innamorata del suo violento consorte, e Linda (Michelle Rodriguez) madre ispanoamericana a cui è stato sequestrato il negozio perché il compagno aveva scommesso al gioco i soldi dell’affitto.
Contando sul loro bisogno e sul loro dolore, Veronica decide di coinvolgerle in una nuova rapina: cinque milioni di dollari in palio, più che sufficienti a saldare il debito e garantire loro quel guadagno necessario perché le loro vite ripartano. Lentamente si immergono nel mondo corrotto della politica – dominato dalla lotta tra Jamal Manning e Jake Mulligan (Colin Farrel) – e sono costrette a ricorrere successivamente all’aiuto di Belle (Cynthia Erivo, recentemente vista in 7 Sconosciuti a El Royale). Completamente estranee al mondo della criminalità, le quattro donne si dovranno scontrare con la sua pericolosa brutalità, mantenendo però ben chiaro il loro primo obbiettivo.
A dispetto di quanto si potrebbe immaginare dal soggetto di partenza, Widows non è un banale crime intriso di violenza, sangue e sparatorie, innanzitutto perché non è frenetico: il suo ritmo, lontano da quello martellante dei film d’azione, è riflessivo senza tuttavia essere lento. Inoltre una sceneggiatura cinica impedisce a Widows di scivolare in una sentimentale storia di amicizia, e collaborando con la regia mette a punto dei colpi di scena perfettamente funzionanti, capaci di far ammutolire lo spettatore per la sorpresa.
Widows stringe il suo fuoco sull’uomo. Il larghissimo uso dei primi piani esalta le performance degli attori, e contemporaneamente avvicina i personaggi alla platea, mostrandoci come siano questi stessi il reale fulcro della pellicola: la rapina è un espediente che costringe i soggetti a muoversi e ad agire, permettendo in tal modo al regista di scavare nella loro psicologia. Il risultato di questo viaggio dentro le figure che popolano Widows non riesce però ad essere uniforme, e alcuni personaggi risultano sovraesposti mentre altri ricevono un trattamento troppo esiguo, pur ricoprendo ruoli di pari centralità.
La narrazione, già ben costruita di per sé, risulta potenziata da una regia particolarmente efficace, fatta di movimenti di macchina che costruiscono i personaggi con un moto continuo intorno ad essi, e che guida il pubblico attraverso l’immagine: lo schermo si riempie spesso di un unico dettaglio, che diventa il mezzo tramite cui il racconto progredisce. Tra l’obbiettivo e il suo soggetto talvolta si frappongono degli ostacoli: una rete di ferro, una folla o un vetro e la macchina da presa, che finisce persino per ‘inciampare’ in una macchina parcheggiata, sembra essere la reificazione di un narratore impersonale, a cui è data solo la possibilità di osservare, e che essendo esterno non può avere il privilegio di uno sguardo sempre chiaro e diretto.
Punta di diamante del film, tuttavia, resta il cast: le interpretazioni si fondono tra loro, dando prova non solo dei virtuosismi individuali ma anche di grande affiatamento. Per tutta la durata del film si avverte distintamente un buon equilibrio, che concorre a fare di questo thriller tutto al femminile un titolo che vi consigliamo di non perdervi.