Dopo la splendida prima stagione, c’erano grandissime aspettative attorno a The Deuce: la serie creata da David Simon e George Pelecanos, che parla della nascita dell’industria del porno in America, si era distinta lo scorso anno per la sua capacità nel ricreare un microcosmo estremamente sfaccettato (quello del quartiere The Deuce di New York) all’interno di un periodo storico che ha cambiato per sempre il nostro costume. Con James Franco e Maggie Gyllenhaal a guidare un numeroso e talentuoso cast, il prodotto HBO (trasmesso in esclusiva nel nostro paese su Sky Atlantic) dimostra anche nel 2018 un livello qualitativo straordinario, nella narrazione e nella messa in scena.
L’ASCESA DELL’INDUSTRIA DEL PORNO
Questa volta The Deuce è ambientato nel 1977, sei anni dopo gli eventi della prima stagione. Qui vediamo subito come i due personaggi principali della serie, il barista Vincent Martino (James Franco) e Eileen “Candy” Merrell (Maggie Gyllenhaal), abbiano fatto strada: il primo supervisiona, per conto della mafia italo-americana, alcuni locali notturni mentre l’ex prostituta si sta facendo valere nell’industria del porno come regista. Nel corso delle nove puntate, lo show di Simon e Pelecanos segue la vita e l’evoluzione dei numerosi protagonisti che popolano il mondo eterogeneo di The Deuce, ognuno con i propri problemi da risolvere.
UNA SECONDA STAGIONE SEGNATA DAL CASO JAMES FRANCO
Le accuse di molestie sessuali mosse contro James Franco nel gennaio di quest’anno (ricordiamo che il divo è produttore esecutivo della serie) hanno fatto temere conseguenze nefaste per il futuro dello show (si speculava addirittura su una sua chiusura anticipata) ma David Simon e HBO hanno tirato dritto per la loro strada confermando non solo una seconda stagione ma dando fiducia al suo protagonista. Ovviamente un caso eclatante come questo non poteva non incidere sulla produzione: nel nuovo ciclo di episodi la presenza di Franco è meno rilevante rispetto alla prima stagione, lasciando così maggiore spazio all’universo femminile di The Deuce.
Come in tutte le serie di Simon, l’elemento che più salta all’occhio è la coralità: nonostante la presenza di personalità carismatiche come Eileen e i fratelli gemelli Martino, tutti i personaggi dello show HBO hanno una loro grande importanza all’interno della struttura narrativa; l’affresco storico e sociologico che emerge in The Deuce mostra un’umanità di perdenti (prostitute, baristi legati alla mafia, papponi, poliziotti corrotti, filmmaker disperati) che, malgrado tutte le difficoltà che devono affrontare quotidianamente, cercano in tutti i modi di sbarcare il lunario per dare un senso alle loro esistenze. Oltre ad uno spaccato sociologico che vive ai margini, David Simon e George Pelecanos indagano sulle origini di un settore – quello del porno – il quale, nella sua fase embrionale, non era impermeabile alle ingerenze della criminalità organizzata (ricordiamo che il cult Deep Throat del 1972 venne finanziato con i soldi della mafia italo-americana).
IL RUOLO DELLE DONNE IN THE DEUCE
Un tema centrale della seconda stagione di The Deuce è quello del riscatto femminile (non è un caso che le puntate siano state dirette prevalentemente da registe donne): le vicende di Eileen (una fantastica Maggie Gyllenhaal), ex attrice porno che vuole emergere a tutti i costi come cineasta, e di Dorothy Spina, ragazza che ha lasciato la prostituzione per diventare un’attivista contro lo sfruttamento dei protettori, sono emblematiche nel raccontare senza filtri un processo di emancipazione sempre più forte, ostacolato però da un potere maschile oppressivo. Era facile, in pieno periodo #MeToo, scadere nella retorica più becera, anche alla luce delle vicende private di James Franco; tuttavia i due showrunner offrono allo spettatore un racconto duro e realistico in cui la strada per la parità dei diritti è irta di ostacoli quasi insormontabili.
Definito dalla critica uno dei migliori period drama oggi in circolazione, lo show è stato già rinnovato per una terza stagione conclusiva: The Deuce sarà ambientato questa volta negli anni Ottanta, in un mondo martoriato dall’AIDS e dalla cocaina. Con queste premesse non è difficile prevedere un nuovo esaltante capitolo di una straordinaria serie, frutto del genio di uno degli autori più importanti della televisione contemporanea.