Tutto cominciò con Lo Squalo: il capolavoro del 1975 di Steven Spielberg, che rivoluzionò il concetto stesso di cinema commerciale (il film fu il prototipo del moderno blockbuster estivo), diede vita al filone degli shark movies; tuttavia questo genere cinematografico nel corso dei decenni, se escludiamo alcuni titoli (come Open Water, Paradise Beach e 47 Metri), si è messo in evidenza soprattutto attraverso pellicole di chiara matrice trash, prodotte principalmente dallo studio cinematografico The Asylum (un esempio, la saga di Sharknado). In questi giorni esce in home video Warner Bros. Shark – Il Primo Squalo, produzione sino-americana ad alto budget e ben più ambiziosa di quelle della Asylum, ispirata al romanzo di Steve Alten MEG con protagonista uno dei volti simbolo del cinema action del terzo millennio, Jason Statham. Nella sezione extra del blu-ray le featurette Creating The Beast e Chomp On This: The Making Of The Meg.
UN MEGALODONTE TERRORIZZA L’OCEANO
Jonas Taylor (Jason Statham), un esperto di soccorso subacqueo, viene richiamato dopo cinque anni dal suo ultimo intervento per soccorrere un equipaggio bloccato all’interno di un sottomarino in dotazione ad un programma internazionale di osservazione marittima: il problema è che il mezzo è stato attaccato da un feroce megalodonte, un gigantesco predatore (antenato dello squalo bianco) che si credeva estinto. Il pericoloso animale riaffiora dalle profondità dell’oceano portando caos e distruzione: Jonas, con l’aiuto di Suyin (Li Bingbing) e degli altri membri dell’equipaggio, interviene per cercare di fermare la minaccia mortale del preistorico squalo.
UN BLOCKBUSTER ESTIVO SENZA PRETESE CHE INTRATTIENE A DOVERE
La prima volta che si parlò di adattare per il grande schermo il libro di Steve Alten fu alla fine degli anni Novanta, quando la Disney acquistò i diritti cinematografici del romanzo ma le divergenze creative con l’autore fecero tramontare il progetto; successivamente, nel 2004, la New Line Cinema tentò di dare vita ad una nuova produzione (in collaborazione anche con Guillermo Del Toro) però dopo pochi anni, per paura di un flop commerciale, The Meg non vide la luce. Tuttavia, nel 2015 il calvario finì: la Warner Bros infatti rilevò i diritti del libro ingaggiando come regista prima Eli Roth e successivamente Jon Turteltaub, esperto mestierante che in passato aveva già gestito budget multimilionari (Il Mistero Dei Templari e L’Apprendista Stregone).
L’ultimo film di Turteltaub è il classico blockbuster estivo che mira esclusivamente al puro intrattenimento: nel corso dei suoi 113 minuti, Shark – Il Primo Squalo non concede tregua allo spettatore grazie ad un ritmo forsennato che non annoia mai. Dal punto di vista dell’originalità il lungometraggio non brilla, dato che ripropone i tópoi peculiari dello shark movie (con una caratterizzazione dei personaggi molto basilare) però, dopo aver visto negli ultimi anni la degenerazione in chiave kitsch di un genere amatissimo dal pubblico, il ritorno di un thriller più canonico (nonostante gli effetti speciali e i soldi di una grande produzione) con uno squalo protagonista è una boccata d’ossigeno. Certo, le scene esagerate qui non mancano ma nel complesso non stonano in un’opera che fin dall’inizio, data la pericolosità della minaccia di un implacabile e gigantesco predatore, mette in chiaro i suoi intenti. “Shark – Il Primo Squalo è Lo Squalo sotto steroidi!”, così lo ha definito un membro del cast, Rainn Wilson (che interpreta un miliardario senza scrupoli): senza scomodare il film di Spielberg, il canovaccio ha quel tipo di approccio in chiave più moderna; se vogliamo essere più precisi, il modello di riferimento della pellicola di Turteltaub è Jurassic World (anche per l’utilizzo dell’ironia nei dialoghi).
UNA PRODUZIONE SINO-AMERICANA CHE GUARDA MOLTO ALL’ORIENTE
Il carismatico action hero Jason Statham è la punta di diamante di un cast che, oltre a volti emergenti come quello di Ruby Rose (salita alla ribalta negli ultimi giorni per aver ottenuto il ruolo di Batwoman nell’Arrowverse della rete televisiva CW), vede un’importante rappresentanza asiatica, guidata dalla bellissima Li Bingbing e da Winston Chao. Shark – Il Primo Squalo (che può vantare un budget pari a 150 milioni di dollari) è prodotto, oltre che dalla Warner Bros, dalla cinese Gravity Pictures. In ottica box-office non si tratta di un elemento marginale: il lungometraggio, per come è stato concepito (lo si nota dalla rappresentazione dei personaggi cinesi), strizza molto l’occhio verso il mercato orientale. Per cercare di raggiungere il pubblico mainstream, la produzione ha dovuto cancellare le scene più sanguinose e violente del film per ottenere negli States il rating PG-13 (ovvero il vietato ai minori di 13 anni non accompagnati da un adulto): se da un punto di vista commerciale è stata una scelta giustificabile, artisticamente la pellicola perde il suo lato più horror che l’avrebbe resa decisamente più interessante.
Shark – Il Primo Squalo è il blockbuster perfetto per godersi un film sul divano con i propri amici: divertente, senza pretese e capace di regalare un paio d’ore di buon intrattenimento agli amanti del popcorn movie.