L’arrivo di Springsteen on Broadway su Netflix lo abbiamo atteso tutti tanto tempo, fan del boss o no. Dello spettacolo del leader della E – Street band, che ha registrato un sold out ogni sera, con un prezzo del biglietto medio di 1407 dollari, non vi era nemmeno un filmato. Tenete a mente questo dato, ci sarà utile per parlare dello spettacolo e più in generale del leggendario Bruce Springsteen
29 GIUGNO 2000, MADISON SQUARE GARDEN, NEW YORK
Dopo dieci anni torna ad esibirsi live la E-Street Band: ben dieci concerti estivi in un Madison Square Garden gremito notte dopo notte. In uno di queste esibizioni, il gruppo di Bruce Springsteen raggiunge l’apice, il punto più alto della propria carriera. In questa esecuzione di Tenth-Avenue Freeze Out il boss, Steve Van Zandt e tutti gli altri dimostrano ancora una volta il perchè del loro immenso successo.
La musica di Springsteen non si è mai evoluta negli anni. Certo, le tematiche si sono spostate dalla guerra in Vietnam al disastro dell’11 settembre: eppure lo stile, gli strumenti e i membri della band (quasi tutti) sono rimasti immutati. Un rock’n roll classico, fatto di chitarre, armonica, batteria, tastiere e fiati, alieno al digitale e a qualsivoglia produzione musicale elettronica. La E-Street band suona gli stessi pezzi, per quattro ore a notte, praticamente ogni notte di ogni anno. Chi ha avuto la fortuna di assistere ad un loro live ricorda con emozione la capacità, davvero unica, che Bruce Springsteen possiede quando racconta qualcosa o parla della sua musica e della sua vita.The River è la storia di sua sorella, rimasta incinta al liceo e sposatasi con un cowboy; The Rising la canzone ufficiale della tragedia dell’11/9, simbolo della voglia e della necessità di rialzarsi di New York. Persino le singole parole ricorrono centinaia di volte nei testi del protagonista di Springsteen on Broadway: vocaboli come “land”, “hope”, “edge”, “river” o “highway” sono frequentissimi, a partire dal primo spettacolare album del 1972, Greeting From Ashbury Park, N. J.
Se la musica di Springsteen può avere dei limiti , ciò che invece non è in alcun modo replicabile o imitabile è il carisma del nativo di Long Branch, un uomo che ogni sera lascia tutto sul palco, che trascina ai concerti folle oceaniche composte di due o tre diverse generazioni, dai primi fan ormai sessantenni fino ai loro figli e nipoti.
Nonostante Mick Jagger, David Bowie o Lou Reed possedessero tutti un fascino provocatorio, trasgressivo e sensuale, nessuno di loro aveva le stesse capacità di ‘storytelling’ di Bruce Springsteen.
L’incommensurabile Bowie mutava, cambiava veste e stili. Bruce no. Come racconta proprio all’inizio di Springsteen on Broadway, lui ha sempre raccontato la stessa storia. Sempre con successo.
“I’M ALWAYS TELLING THE SAME OLD STORY”
La ‘divisa’ di Springsteen è un’altra cosa che non è mai mutata negli anni: maglietta scura, jeans, stivaletti, vecchie chitarre e l’orecchino. Il boss ha perso un po’ di capelli e guadagnato un po’ di chili, eppure quell’outfit rimane invariato. Così egli si presenta sul palco di un teatro newyorkese per Springsteen on Broadway, con una luce addosso e qualche strumento sparpagliato per il palco.
L’anno scorso è uscita una bella e lunga autobiografia di Springsteen (un must have per i fan), dalla quale è stato tratto questo show, una specie di musical nel quale il boss racconta la sua vita, la genesi delle sue canzoni più famose e ricorda gli amici conosciuti negli anni (in particolare Clarence “Big Man” Clemons e Ron Kovic). Certo, ogni tanto qualche canzone viene cantata, da Thunder Road a Born To Run, rivisitata in chiave di “one man show”, quindi senza band e solo con la chitarra, il piano e l’armonica.
Sarebbe però sbagliato considerare Springsteen on Broadway un concerto, ed è poco corretto limitarlo a un semplice monologo. Si tratta appunto di narrazione, fatta al livello più alto possibile. Con le parole di Springsteen ci si emoziona ancora, pur dopo aver ascoltato la stessa storia nelle sue canzoni, nelle sue interviste e nel suo libro. L’autore di Born to Run racconta del suo amore per Elvis, della noia del New Jersey, della depressione del padre, di come ha scampato la leva e della gravidanza della sorella.
Ammette di aver scritto soltanto di guerra, operai e fabbriche senza aver mai vissuto un singolo minuto quel tipo di vita. Il primo album Bruce Springsteen lo ha inciso a 23 anni e già a 17 anni viveva di musica (pur guadagnando poco) e per sua stessa ammissione non ha preso in considerazione strade diverse. Springsteen parla di ultimi, di classi disagiate, di operai e di sobborghi; nonostante abiti in una fattoria in New Jersey grande come una provincia italiana, viaggi su un jet privato, faccia le vacanze con George Clooney e Barack Obama e i biglietti per il suo spettacolo costino circa come un salario medio italiano.
Tuttavia, tutto ciò che egli ha cantato negli anni non perde comunque di valore. Perché lui è il Boss, che non ha mai cambiato storie e stili, che continua a suonare per quattro ore, che si espone con endorsement politici e che, quando suonò Land of Hope and Dreams durante l’ultimo giorno di campagna elettorale di Obama, commosse il mondo intero. Dopo le quasi tre ore di Springsteen on Broadway non si può fare altrimenti che continuare ad amare un artista unico, irripetibile, trasversale e capace di far emozionare degli europei e degli asiatici tramite una canzone che racconta cosa vuol dire nascere negli Stati Uniti.
Se amate il Boss, è di Netflix il vostro miglior regalo questo natale