Un piccolo favore somiglia al cinema dell’era d’oro hollywoodiana, pieno com’è di tradimenti, misteri, truffe, femme fatale e ricercato jazz da bar newyorkese. Dopo un incipit incoraggiante, il nuovo film di Paul Feig (nettamente il migliore della sua carriera) tratto da un romanzo di Darcey Bell, diventa infatti una specie di La fiamma del peccato, con Blake Lively e Anna Kendrick in perfetta sintonia.
Emily Nelson (Blake Lively) è una bellissima donna in carriera, affascinante e allo stesso tempo pericolosa. Suo figlio, Nicky, diventa amico del cuore del figlio di Stephanie Ward (Anna Kendrick), casalinga e vlogger che ha perso il marito in un tragico quanto misterioso incedente. Grazie all’amicizia tra i figli, le due madri cominciano a frequentarsi e scoprono ben presto di essere affiatate e importanti l’una per l’altra. Quando però Emily scompare misteriosamente, Stephanie decide di indagare e di scoprire tutti i segreti del passato della mamma di Nicky.
UN PICCOLO FAVORE: L’ALTERNATIVA AL CLASSICO CINEMA NATALIZIO
Non si tratta di un film di natale (sempre che essi esistano ancora), di un cinecomic, di una commedia o di un cartone animato capace di portare al cinema diverse famiglie. Un piccolo favore somiglia di più ad un film indie (per la sua fattura e per la commistione tra thriller e commedia), destinato ad una uscita in qualche piccolo cinema, magari a Giugno o a Luglio.
Dalla finestra estiva lo salvano, probabilmente, le due star protagoniste (che hanno inevitabilmente comportato un innalzamento di budget), Blake Lively e Anna Kendrick. Le due attrici formano una coppia bilanciata, per certi versi simile a quella di 40 anni vergine costituita da Steve Carrell e Ryan Gosling. Da una parte troviamo l’uomo o la donna di successo e affiscinante (Lively e Gosling), mentre dall’altra il tradizionalista, il personaggio considerato “sfigato” o comunque estremamente ordinario (Kendrick e Carrell).
Ovviamente è nelle apparentemente irrisolvibili diversità che il film trova la sua linea comica e tragica. Un piccolo favore disorienta lo spettatore molto bene, senza far mai capire con esatezza quale sia la natura del rapporto fra le due donne. Oscilla tra l’amicizia sincera e lo sfruttamente reciproco, grazie anche ad alcuni “indizi” che vengono disseminati nel film come molliche.
A CONTI FATTI, TRENTA MINUTI DI TROPPO
Un piccolo favore ha un ottimo ritmo, ben scandito dalle battute, dai racconti delle due protagonisti e dall’indagine che il personaggio di Anna Kendrick comincia subito dopo la sparizione della sua amica. Paul Feig, come detto, è bravissimo a disseminare indizi attraverso il film, lasciando da parte alcuni segreti che sappiamo torneranno fuori più avanti durante il film.
Il problema è che nella seconda parte del film, quando A Simple Favor (questo il titolo internazionale) dovrebbe avviarsi verso la conclusione, Paul Feig sceglie di aggiungere alcuni personaggi, raccontare altre storie e dilungarsi in spiegazioni sul passato della protagonista. Purtroppo il film perde di ritmo, la tensione si allenta e quei nuovi personaggi che vengono presentati non sono abbastanza interessanti.
Un piccolo favore rimane comunque il miglior film di Paul Feig, un passo avanti piacevolissimo rispetto ai mediocri Ghostbusters e Le Amiche della Sposa. Un film che vi consigliamo, specialmente e soprattutto per la data di uscita.