Già in occasione dell’ultimo Torino Film Festival vi avevamo parlato di Gábor Reisz e del suo Bad Poems. Fino al 31 dicembre ArteKino Festival mette a disposizione in streaming gratuito la commedia con cui nel 2014 avevamo conosciuto il regista ungherese: For Some Inexplicable Reason, vincitore al 32TFF del premio speciale della giuria.
Áron è giovane, creativo (quindi disoccupato), con una famiglia tanto chiassosa quanto normale che, da un giorno all’altro, si ritrova ad affrontare la fine di un amore, mentre si arrabatta nel tentativo di capire quale sia il suo posto nel mondo (in tutti i sensi).
Nonostante queste poche righe abbiano il sapore del melodramma, il racconto che Reisz riesce a tirare fuori è brillante, ironico, e ammicca costantemente allo spettatore che non può non sorridere nel riconoscersi in Áron. Perché tutti sappiamo cosa vuol dire essere mollati dalla fidanzata (o dal fidanzato); perché ricordiamo la sensazione di essere ancora a metà strada tra chi vorremmo essere e chi ci tocca diventare; perché sappiamo bene quanto si sgualciscano i nostri sogni quando entriamo a contatto con un mondo in cui lavoro e identità coincidono.
UN SURREALISMO DIVERTENTE E POETICO
Impigliato tra il mondo com’è e il mondo come avrebbe dovuto essere c’è Áron, dolcemente ossessionato dalla presenza di una ragazza (ex ragazza) che noi conosciamo solo attraverso i suoi occhi e i suoi ricordi, come accade anche in Bad Poems.
Il racconto di Gábor Reisz è attraversato da cima a fondo da un surrealismo divertente, quasi magico; una dimensione onirica che interviene vistosamente e che permette a un peluche perduto di essere ritrovato, o al filo di un vecchio telefono di srotolarsi per chilometri lungo la città, sotto lo sguardo curioso del protagonista che lo segue, nel tentativo di arrivare al bandolo. Tutte caratteristiche che tornano nel più recente Bad Poems e che – possiamo dirlo – cominciano a essere un tratto distintivo della poetica dell’autore.
Il tema che si cela dietro a tutto questo (tanto in Bad Poems quanto in For Some Inexplicable Reason), nascosto tra l’amore perduto e le attese frustrate, è l’impasse in cui versa ogni giovane alla soglia dell’età adulta. La sensazione costante di una botola che da un momento all’altro si aprirà sotto ai piedi, la consapevolezza che lo scivolare chissà dove e chissà per quanto tempo non è altro che ciò che gli altri chiamano maturità.
UN’OPERA PRIMA CHE RACCONTA LE NOSTRE PAURE E SPERANZE
Reisz, regista e sceneggiatore di questa storia, presenta Áron e i suoi amici attraverso degli obiettivi che hanno o non hanno raggiunto: sembra che ogni tappa faccia parte di un percorso predefinito per arrivare a essere la persona di cui gli altri possano andar fieri. Ci si laurea, si trova lavoro, ci si fidanza, si ottiene una promozione, si compra casa, ci si sposa, si generano discendenti. E da lì in avanti si assiste allo stesso percorso ricalcato dai propri figli. Fino alla fine.
Paure, dubbi e desideri di questo giovane ungherese non sembrano allontanarsi tanto da paure, dubbi e desideri nostri o di persone a noi vicine, ecco perché il film di Reisz piace tanto al pubblico. Perché in Áron c’è un po’ di ognuno di noi, perché speriamo per lui, come per noi, che quella botola resti chiusa ancora un po’, ancora qualche giorno.
Il tentativo inconsapevole (e più che comprensibile) di Áron è quello di ritardare al massimo il momento in cui fare i conti con la propria vita. E chissà, forse oggi la maturità è proprio questa…
Durante queste festività, tra una fetta di pandoro e un pezzo di torrone, in uno di quei pomeriggi lenti che inesorabilmente arrivano tra il 25 dicembre e il 6 gennaio, vale la pena di concedersi un paio d’ore insieme a Gábor Reisz e a For Some Inexplicable Reason: potrebbe addirittura essere uno dei bei ricordi del Natale 2018.