Se il mercato cinematografico ci regala una sicurezza, è che nell’ultimo bimestre dell’anno le sale cinematografiche si riempiono di mediocri cinepanettoni nostrani e di pellicole per famiglie – più o meno riuscite – perlopiù di produzione statunitense. Quest’anno, mentre il cinema trash tricolore vede anche un debutto tutt’altro che necessario in direct-to-streaming su Netflix e gli Americani ci regalano ottimi titoli come Bumblebee, Il Ritorno di Mary Poppins e Old Man and the Gun, lo sceneggiatore de Lo Chiamavano Jeeg Robot Nicola Guaglianone e il regista di horror cult (La Chiesa) Michele Soavi propongono qualcosa di inedito nel cinema italiano, provando a confezionare quello che vuole provare a diventare un classico natalizio tricolore.
LA ‘VITA DA CIVILE’ DELLA BEFANA
La Befana vien di Notte, in sala dal 27 dicembre con Lucky Red, vede come protagonista una scintillante Paola Cortellesi nel ruolo di una moderna Befana, di giorno insegnante elementare e di notte strega buona che lavora ai regali da portare ai bambini per la notte del 6 gennaio. Mentre l’insegnante Paola si divide tra le due vite (con tanto di love story inevitabilmente complicata), una sua vecchia conoscenza emerge dal passato per rapirla e rovinare il giorno dell’Epifania ai bambini. È Mr. Johnny (Stefano Fresi), un produttore di giocattoli folle, che da piccolo a causa di un incidente di percorso non ha ricevuto i doni della Befana, vivendo un’infanzia profondamente infelice.
Da brava maestra Paola ha però insegnato ai suoi alunni il potere dell’amicizia e della solidarietà, e così, preoccupati per la misteriosa assenza, i ragazzi decidono di seguire le sue tracce e iniziare un’avventura alla ricerca della Befana. Tra fughe rocambolesche, cacciatori di lupi e improbabili giocattolai, gli studenti scopriranno un mondo pieno di sorprese positive e negative ed impareranno ad affrontare le proprie paure e a vivere insieme un’esperienza al di fuori dell’ordinario.
UN FILM PER RAGAZZI (MA NON SOLO): UNA RARITÀ PER IL MERCATO ITALIANO
Guaglianone e Soavi tirano fuori il loro lato visionario in La Befana Vien di Notte, che è genuino come lo spirito dei ragazzi, protagonisti insieme alla Befana in persona di un’avventura che si ispira all’immaginario di classici di avventura per ragazzi degli anni ottanta come i Goonies o E.T. ma anche all’horror, molto caro al regista che per anni ha collaborato con Dario Argento.
La loro Befana è una strega di Palestrina scampata al rogo nel XV sec. e non la vecchietta col fazzolettone tipica della tradizione popolare (che rimanda ai riti pagani legati al solstizio d’inverno), inoltre impreca come una persona qualsiasi e si comporta come una vera donna, che a cinque secoli di distanza continua a mantenere il suo segreto per il bene dei bambini.
FINALMENTE UN APPROCCIO ORIGINALE PER UNA FIGURA FONDAMENTALE DEL NOSTRO IMMAGINARIO
La Cortellesi dal canto suo è perfetta in questo ruolo: probabilmente l’unica attrice italiana capace di dare una connotazione moderna alla Befana in persona, con ironia e buon gusto.
Femminista ante litteram, spesso si paragona all’antagonista Babbo Natale, tacciato di maschilismo e quasi “malato” di protagonismo, quando in realtà svolge lo stesso lavoro della Befana, ma aiutato da elfi e trainato da magiche renne in una slitta super lusso.
La connotazione che la Cortellesi – ovviamente coadiuvata dallo script – riesce ad imprimere al suo personaggio è il lato più interessante e divertente di questo film, e rappresenta per la prima volta un’interpretazione alternativa della figura della Befana, molto radicata nell’immaginario collettivo italiano ma spesso messa da parte nella cinematografia delle feste. Anche il personaggio di Fresi, Mr. Johnny è ben interpretato ma risente di una caratterizzazione troppo estrema, ricca di fronzoli e forzature che non erano necessarie – soprattutto se lo scopo del film era una riproposizione in chiave fantasy del mito della Befana.
TRA ALTI E BASSI, UNA SCOMMESSA RIUSCITA
Altro punto cruciale del film, ma anche suo cruccio, è il lato avventuroso, affidato a a un gruppetto di alunni della maestra Paola che decidono in totale autonomia di salvare la loro insegnante e inevitabilmente si ritrovano a loro volta minacciati dall’antagonista.
Mentre è da apprezzare la volontà del regista e dello sceneggiatore di inserire una componente di ludica e altruistica intraprendenza dedicata al pubblico di bambini e ragazzi cui il film è destinato, non si comprendono alcune scelte del cast, che privilegiano il politically correct e un’eccessiva disomogeneità di accenti ed età; apprezzabile, comprensibile ma troppo poco credibile. Avere piccoli attori di talento e dirigerli per aiutarli a dare il meglio, inoltre, sarebbe stato fondamentale per il risultato della pellicola, ma purtroppo i comprimari non sempre danno il massimo, e ciò è evidente anche a uno spettatore distratto.
A compensare qualche leggerezza della confezione ci sono elementi al giorno d’oggi fondamentali, come gli effetti speciali e il trucco scenico: ben realizzati, curati in ogni dettaglio e del tutto credibili, sono costruiti su un intelligente equilibrio tra realtà e fantasia, e mettono la Cortellesi in condizione di offrire un’ottima performance, salvaguardandone l’espressività in tutte le sue trasformazioni.
Regia e sceneggiatura collaborano con una buona sinergia, cercando di unire attraverso una brillante ironia i generi del fantastico e della tradizione natalizia, che sono cari al cinema italiano ma che spesso non combaciano – soprattutto per i film destinati ad un pubblico di teen e famiglie. La Befana Vien di Notte, a prescindere da qualche imperfezione, è un buon lungometraggio adatto a tutti, che non preclude nemmeno un auspicabile sequel completamente incentrato sulle avventure di una Befana moderna e sfacciata come è in questa interpretazione. Vedremo al box office se nei prossimi giorni la nostrana Befana riuscirà a cavarsela affrontando i grandi blockbuster hollywoodiani.