La storia di You – adattamento dell’omonimo romanzo del 2014 di Caroline Kepnes – si svolge tutta al centro della New York ‘hipster’, fra locali di slam poetry, inventori di bevande biologiche, antiche librerie e studenti che da grandi sognano di diventare poeti. In questo contesto vivono Joe Goldberg (Penn Badgley), gestore di una splendida ed ampia libreria e Guinevere Beck (Elizabeth Lail), assistente di un professore di letteratura romantica all’università. Joe si innamora della ragazza appena questa capita nella sua libreria per comprare un libro di Paula Fox, e a quel punto fa una cosa che sarebbe da ipocriti considerare anormale: si mette a curiosare fra i profili social di lei, tutti pubblici. Tramite Instagram, Facebook e Twitter impara tutto sulla vita di Beck: amici, passioni, musica, libri e luoghi frequentati. Le cose peggiorano quando l’interesse del protagonista, che decide di conquistarla a tutti i costi, pedinandola e fabbricando piani su come incontrarla, assume sfumature sempre più inquietanti.
YOU : MANIPOLATA DAL MANIACO DELLA PORTA ACCANTO
Il protagonista di Bandersnatch, episodio interattivo di Black Mirror uscito recentemente, si accorge che gli eventi della sua vita non sono controllati direttamente da lui, come se qualcuno prendesse le decisioni al suo posto. Forse può sembrare eccessivo come paragone, eppure in You, grazie alla mente contorta e folle di Joe, la vita di Beck non appartiene più direttamente a lei.
Il punto focale della serie di Greg Berlanti (creatore di molti degli show supereroistici di The CW) e Sera Gamble risiede proprio nella rappresentazione di un sociopatico ‘ordinario’, la cui voce fuori campo guida lo spettatore all’interno della narrazione. Joe Goldberg somiglia addirittura a Dan Humprey (personaggio di Gossip Girl interpretato dallo stesso attore): entrambi sono di ‘umili’ origini in mezzo ai ricchi ed entrambi sono appassionati lettori, oltre ad essere impacciati e ingenui per quanto riguarda le ragazze. Eppure il protagonista di You è un ragazzo apparentemente dolcissimo, premuroso, comprensivo e capace di sopportare gli infiniti capricci di Beck, una scrittrice che non ha voglia di scrivere e una lettrice che non ha voglia di leggere.
UN PUNTO DI VISTA ECCEZIONALE: LA STORIA RACCONTATA DAL CARNEFICE
Conclusa l’ultima puntata della prima stagione di You (che è gia stata rinnovata per un secondo ciclo di episodi), conviene fermarsi un attimo a ripercorrere i fatti. Non che nella serie ci siano avvenimenti fraintendibili, lasciati da decifrare allo spettatore o aperti ad ogni possibile lettura: al contrario, tutto è piuttosto lineare, ma non per questo noioso.
Come detto, ogni puntata della serie distribuita a livello internazionale da Netflix (in realtà è un prodotto della pay TV americana Lifetime) è costruita sul voice-over di Joe, come se fosse uno scrittore che sta spiegando o giustificando gli eventi di un romanzo al lettore. Noi spettatori sappiamo che si tratta di un sociopatico, di un maniaco e, in parole povere, di un criminale; eppure siamo portati a volte a tifare per lui e per Beck. Una dinamica che – nel punto di vista, nell’uso della voce fuoricampo e nella creazione dell’empatia – ricorda quella già vista nel pur diverso Dexter.
Senza spoilerare nulla, si può tranquillamente dire che Joe compie imprese talvolta così improbabili da farci pensare che nulla di quello che abbiamo visto sia realmente accaduto: sembra davvero troppo assurdo per poterci credere. È proprio qui che sta il bello di You, la scelta vincente degli showrunners. Sarebbe stato tutto così noioso se si fosse raccontato un amore ossessivo o un semplice stalker, mentre è decisamente meglio che il punto di vista sia quello del carnefice, poiché solo così si può provare ad entrare nella sua mente perversa.