Spesso è difficile orientarsi in un mercato televisivo in cui ogni mese escono nuovi prodotti, ma con la nostra annuale classifica “TOP 20” che propone le migliori serie TV del 2018 cerchiamo di aiutarvi a districarvi nel mare magnum della serialità, indicandovi cosa dovete assolutamente recuperare – sempre che non le abbiate già viste tutte.
Nello stilare la nostra classifica delle migliori serie TV del 2018 ci siamo limitati agli show distribuiti ufficialmente in Italia nell’arco dell’anno passato e, considerato l’altissimo livello dell’offerta sul piccolo schermo, abbiamo necessariamente dovuto escludere titoli che pur avrebbero meritato la nostra attenzione (ne abbiamo parlato qui), ma che per un motivo o per l’altro non hanno espresso al meglio il proprio potenziale.
Ecco di seguito i primi dieci posti della top 20 ragionata delle migliori serie TV del 2018.
10. THE AMERICANS (FX/Fox)
The Americans è probabilmente la serie più ‘sottovalutata’ degli ultimi anni, un prodotto partito nel 2013 e che nell’arco delle sue 6 stagioni ha mantenuto sempre un livello qualitativo straordinariamente alto, senza ricevere quasi mai la visibilità e i riconoscimenti che avrebbe meritato. Arrivato alla sua conclusione, finalmente premiato con il Golden Globe come miglior serie drammatica, l’eccelso period spy di Joe Weisberg rende giustizia a quanto costruito in questi sei anni e – coerentemente con quanto sempre fatto – ci regala performance attoriali intense ma misurate, una scrittura solidissima e una confezione a dir poco impeccabile. Particolarmente rilevante in un periodo storico in cui il dualismo russo-statunitense torna ad essere al centro di gialli internazionali, The Americans è sicuramente una delle migliori serie nella golden age della televisione. Una serie che lascerà un segno nella storia della TV.
9. DAREDEVIL (Netflix)
Era con Daredevil che era iniziata la rivoluzione Marvel in casa Netflix, ed è con la sua cancellazione – dopo una terza stagione straordinaria – che è palese la sua prossima fine. In un’epoca in cui, parallelamente al fiorire di nuove piattaforme, si tende a ridurre il ricorso a studi esterni per privilegiare le produzioni interne, Daredevil è probabilmente la vittima più illustre di questa nuova stagione di ‘tribalismo’ dei contenuti. Mentre gli altri adattamenti supereroistici di Los Gatos hanno esaurito in breve tempo il proprio potenziale, infatti, lo show con Charlie Cox e Vincent D’Onofrio ha saputo rimanere fresco e interessante anche in un panorama infestato dai cinecomic, dimostrando che come sempre la scrittura è (quasi) tutto. A 18 anni da quell’Unbreakable che per primo riscrisse l’idea del supereroe, la terza stagione di Daredevil ha dimostrato ancora una volta che costumi ed effetti speciali sono solo ‘rumore’ narrativo al servizio di temi universali. Una serie che ci ricorda l’essenza profonda di eroi e villain.
8. THE END OF THE F***ING WORLD (Channel 4/Netflix)
Ispirata alla (quasi) omonima graphic novel di Chuck Forsman, The End Of The F***ing World è arrivata a sorpresa su Netflix e ha immediatamente colpito pubblico e critica con una storia inusuale, un tono eccezionalmente equilibrato e dei protagonisti semplicemente perfetti. Questo coming of age di un sociopatico è un racconto di evoluzione in cui tutto va storto ma al centro del quale c’è l’importanza di trovare qualcuno ai nostri occhi speciale, che ci capisca e che ci faccia sostanzialmente sentire meno soli in questo mondo ostile. Valorizzata da un montaggio a dir poco eccellente, The End Of The F***ing World è emozionante senza alcuna ruffianeria e – soprattutto – sembra uscita da un’altra epoca senza sembrare nostalgica. Fondamentale la bellissima colonna sonora del geniale Graham Coxon, chitarrista dei Blur. Una serie con un miracoloso equilibrio tra emozione e nichilismo.
7. LE TERRIFICANTI AVVENTURE DI SABRINA (Netflix)
Chi l’ha detto che una serie relativamente ‘nazionalpopolare’ non possa essere tra le migliori dell’anno? Le Terrificanti Avventure di Sabrina è una produzione originale Netflix che, ricollegandosi molto vagamente al telefilm dei primi anni 2000 Sabrina, Vita da Strega, adatta la rilettura dark offertane dal fumetto Chilling Adventures of Sabrina (il cui autore è anche showrunner della nuova serie). Recuperando gli elementi positivi rimasti di un’era dello young adult fortunatamente giunta al tramonto, lo show risulta leggero e godibilissimo, riuscendo al contempo a proporre con un’inedita esplicitezza e senza reticenze le tematiche delle moderne chiese sataniste. Un’idea di televisione che già dalla sua prima stagione riesce a trovare qualcosa da dire a pubblici estremamente eterogenei, ibridando il teen drama con la commedia e il coming of age con l’horror. Una serie generalista di rara freschezza.
6. OZARK (Netflix)
Il soggetto iniziale ricordava un celebre precedente: un uomo mite si ritrova improvvisamente a condurre un’esistenza da criminale, dovendo relazionarsi con interlocutori decisamente più pericolosi di lui ma scoprendosi sempre più spregiudicato. Superato il lavoro iniziale di costruzione, dalla sua seconda stagione Ozark assume però un’identità completamente autonoma e compiuta, rivelandosi di gran lunga una delle migliori serie attualmente in corso. Jason Bateman (qui anche regista) e Laura Linney capeggiano un cast di grandi interpreti, nel quale figura anche la bravissima Julia Garner, vista pure in The Americans e Maniac. Le atmosfere cupe, un senso di pericolo incombente, i ritmi misurati, i rapporti precari che legano i personaggi e la progressiva corruzione morale dei protagonisti ne fanno la miglior serie noir sulla piazza.
5. THE TERROR (AMC/Amazon Prime Video)
Scritta da quello stesso David Kajganich (qui la nostra intervista) che ci ha regalato lo script del nuovo Suspiria, The Terror è l’adattamento dell’omonimo romanzo del 2007 di Dan Simmons, e – come il libro stesso – ripropone con grandissima forza tutti gli elementi chiave dell’immaginario di Howard Phillips Lovecraft, inarrivabile maestro della letteratura (per l’appunto) del terrore. Proprio come nella poetica di Lovecraft, da Alle Montagne della Follia in poi, The Terror trascina lo spettatore in una spedizione in cui è privato di ogni certezza, e in cui i limiti umani devono misurarsi con l’ignoto – che sia quello delle terre inesplorate o di creature arcane. Un prodotto magnificamente realizzato e dalle atmosfere straordinariamente evocative, che apre nel migliore dei modi quella che promette di diventare un’ottima serie antologica il cui prossimo capitolo avrà a che fare con dei fantasmi sul fronte della II Guerra Mondiale. Una serie perturbante e suggestiva.
4. KIDDING (Showtime/Sky Atlantic)
A quattordici anni dall’indimenticabile Se Mi Lasci Ti Cancello il regista Michel Gondry torna a lavorare con Jim Carrey per una storia che sembra perfetta per rispecchiare la fragilità dolceamara che ha accompagnato gli ultimi anni di un Carrey sempre più depresso, e infatti Kidding si attesta subito e di gran lunga tra i migliori lavori della carriera di entrambi. La premessa iniziale, che immagina una volto amatissimo della TV per bambini alle prese con uno straziante lutto e una vita che conseguentemente va a rotoli, ben riassume l’emozionante mix che è alla base dello show: un inedito incontro di innocenza e disperazione. Fantasiosa, poetica, commovente, divertente, sagace e imprevedibile, Kidding è probabilmente la migliore dramedy del 2018, nonché una delle migliori degli ultimi anni. Una serie che tocca nel profondo.
3. BETTER CALL SAUL (AMC/Netflix)
L’idea di creare una serie spin-off da quel capolavoro che è stato Breaking Bad sembrava una mossa di marketing che difficilmente avrebbe potuto ambire a qualcosa in più del fan service; una follia destinata al fallimento. Invece, giunto alla sua quarta stagione, Better Call Saul non solo si conferma uno show straordinariamente solido, con una propria identità e un proprio tono, ma raggiunge vette che prima non era mai riuscito a toccare, e con il geniale montaggio parallelo che apre la puntata 4×07 (Something Stupid) ci regala forse il più bel momento televisivo del 2018. Una racconto interamente costruito sulla tridimensionalità dei personaggi, che progressivamente recupera le atmosfere della serie-madre ma che non ha paura di distanziarsene. Lo spettatore non fa che augurarsi un presente felice per un protagonista dalla vita difficile, pur essendo consapevole del triste futuro cui è inevitabilmente destinato. Una serie amara ma ricca di speranza.
2. ex aequo – ATLANTA (FX/Fox)
Il genio di Donald Glover sembra spaziare in ogni direzione, e la stessa cosa si può dire della sua Atlanta, una ‘comedy’ caleidoscopica capace di reinventarsi continuamente e di affrontare una moltitudine di temi – spesso anche impegnati – con una bulimia espressiva che la rende un prodotto decisamente unico. Con la sua Robbin’ Season, Atlanta continua a sperimentare linguaggi, formati e possibilità narrative e – non senza regalare momenti emozionanti – si conferma la novità più importante delle televisione contemporanea, capace di sussumere l’erratica esperienza audiovisiva dei nativi digitali e di cristallizzarla in un prodotto televisivo tanto godibile quanto contemporaneo. La divagazione a tinte thriller dell’episodio 2×06 (Teddy Perkins) e la contestuale trasformazione di Donald Glover nell’inquietante title character rappresentano uno dei momenti più folli nella TV del 2018. Una serie selvaggiamente creativa.
2. ex aequo – ALTERED CARBON (Netflix)
È facile dimenticarsi dell’impatto di una serie uscita ormai un anno fa, proprio all’inizio del 2018, eppure Altered Carbon rappresenta perfettamente la grandissima ambizione di una serialità televisiva che ormai non ha più paura di confrontarsi nemmeno con i blockbuster del grande schermo. Adattamento del romanzo di Richard K. Morgan, la serie ingaggia grandi sceneggiatori delle più importanti serie TV a servizio di un’epica cyberpunk raffinata e spettacolare, rimasticando un quarantennio di suggestioni fantascientifiche in una stagione d’esordio magnificamente concepita, girata e interpretata. Altered Carbon ha saputo guadagnarsi da subito una fanbase tanto vasta quanto fedele, e rappresenta tutt’ora la produzione più colossale e ambiziosa del più importante web service al mondo. Una serie che segna per sempre la fantascienza televisiva.
1. HILL HOUSE (Netflix)
Sul grande schermo il genere horror, dopo un lungo periodo di profonda agonia, negli ultimissimi anni ha conosciuto una viva rinascita tanto nella sua dimensione più legata all’intrattenimento quanto in quella più artistica. In televisione, però, nonostante qualche illustre precedente ancora mancava una serie che sapesse attingere con completezza e autorialità all’immaginario del genere, ed è proprio con la straordinaria Hill House che il regista Mike Flanagan (Oculus, Ouija, Somnia) ci regala una pagina indimenticabile di televisione. Lo showrunner parte dal classico (e banale) tema della ‘casa infestata’ e riesce a sfruttare come mai nessuno prima l’ampio spazio narrativo concesso dalla struttura a episodi, ricorrendo sì a una solida costruzione della tensione (con tanto di jump scares) ma arricchendo al contempo di grandissima profondità la tematica della haunted mansion, facendone una riflessione sul lutto. Uno show girato in modo eccellente e scritto ancora meglio, che rimarrà a lungo un termine di paragone su cui si dovrà misurare chiunque proverà a raccontare una storia di fantasmi. Una serie che porta le ghost stories a un altro livello.
CLICCA QUI PER LEGGERE LE POSIZIONI DALLA 20 ALLA 11