Non importa quanto grandi possano essere le nostre ambizioni, né tantomeno i nostri talenti: per lasciare il segno bisogna trovare la propria via, uscire dall’ombra di chi ci ha preceduto e tentare qualcosa di unico. È con questo spirito, e forse anche un certo desiderio di rivalsa, che nel 1994 Jeffrey Katzemberg – prima direttore del settore animazione della Disney – fondò insieme a Steven Spielberg e David Geffen la Dreamworks Animation. Impostasi subito come grande rivale dell’impero disneyano, la Dreamworks è riuscita a distinguersi con pellicole dall’enorme maturità e valore artistico come Il Principe d’Egitto o con commedie irriverenti e geniali quali Z la Formica o Shrek (primo film a vincere il premio Oscar come miglior film animato). Purtroppo però, dopo i successi iniziali, ha iniziato un percorso altalenante fatto di tanti titoli a dir poco trascurabili e di qualche fortunata opera di grande successo. Tra i franchise più celebri, al fianco di Madagascar e Kung Fu Panda, brilla sicuramente quello di Dragon Trainer.
I primi due capitoli erano riusciti, nonostante non brillassero per originalità, a catturare il cuore di milioni di fan grazie alla loro scrittura impeccabile, alla regia magistrale, alla cura per i dettagli e ai personaggi affascinanti e dalla grande chimica. Con l’uscita del terzo ed ultimo film, Dragon Trainer: Il Mondo Nascosto, la Dreamworks non doveva solo soddisfare le attese dei fan della saga, ma anche dimostrare al mondo di essere ancora in grado di sfornare una pellicola di qualità che non fosse uno dei tanti sequel svogliati e deboli nei quali si è spesso prodotta.
Ancora una volta il film segue le vicende di Hiccup e Sdentato, rispettivamente a capo del villaggio di Berk e della colonia di draghi, e dei loro amici ormai alla soglia dell’età adulta. Ancora intenzionato a perseguire il suo sogno di salvare quelle portentose creature dall’avidità umana, il giovane protagonista è determinato a fermare chi dà loro la caccia, con lo scopo di garantire ai draghi una vita migliore nella sempre più sovrappopolata Berk. Resosi però conto di aver involontariamente esposto il suo popolo alle mire di spietati mercanti di guerra intenzionati a sfruttare la forza dei mitici animali in battaglia, Hic prende la difficile decisione di condurre uomini e draghi alla ricerca di un luogo leggendario dove possano coesistere nascosti e in pace, scoprendo però che la difficoltà del viaggio non risiede nel raggiungimento della meta, ma nel percorso che ad essa conduce.
Come i suoi predecessori, la pellicola ci dimostra subito l’immensa bravura del regista Dean DeBlois e del suo team nel creare scene di volo e squarci paesaggistici da togliere il fiato, in cui i nostri protagonisti, accompagnati da una colonna sonora altrettanto straordinaria, si immergono organicamente, quasi facendo venire voglia anche allo spettatore di accompagnarli – magari a cavallo di una creatura alata. Ogni foglia, colonna, roccia o granello di sabbia è perfettamente calibrato ed integrato in ogni scena, e con il contributo fondamentale del commento sonoro ci troviamo davanti a una meraviglia per occhi e orecchie. Se le forza immaginifica del film riesce a stupire, lo stesso non si può dire per la trama, che in linea con l’intera saga continua a seguire una struttura piuttosto generica, pur caratterizzando con perizia ogni personaggio (umano o draconico) e lastricando di dettagli intelligenti l’universo narrativo.
Agli animatori va riconosciuto il merito di essersi superati nel dare tridimensionalità a creature per le quali non si può ricorrere ai dialoghi, e in tal senso è encomiabile la capacità della pellicola di essere eloquente anche nei – non pochi – momenti ‘muti’. Nonostante un così apprezzabile sforzo, però, Dragon Trainer: Il Mondo Nascosto non si dimostra sempre all’altezza quando si tratta di alzare la posta emotiva: infatti nonostante i numerosissimi momenti commoventi, in termini di drammaturgia il film fatica a dare una degna conclusione all’intera saga. In passato, avevamo visto personaggi principali perdere arti, morire, subire le conseguenze delle proprie avventure – spesso inaspettatamente e colpendoci al cuore – mentre qui tutto sembra fin troppo prevedibile e privo di vere sorprese o prove d’ambizione; le stesse che avrebbero potuto donarci anche una battaglia finale più epica e meno affrettata o restituirci un antagonista minaccioso ed affascinante che non si trasformi infine in una macchietta priva di carisma.
Dragon Trainer: Il Mondo Nascosto non è quindi la conclusione ci saremmo potuti aspettare, ma il legame tra Hiccup e Sdentato – più vivo di sempre ed ormai al suo punto più alto – garantisce momenti di grande cinema, trasformandosi in una toccante metafora sui sacrifici che la crescita porta con sé. Non mancano sbavature, certo, ma in fin dei conti ci troviamo davanti a un ottimo film d’animazione, capace a tratti di emozionare e di mozzare il fiato, ma che non funziona completamente come commiato per dei personaggi tanto potenti.