Blackkklansman, Gran Prix al Festival de Cannes e Premio Oscar come miglior sceneggiatura non originale, è finalmente in home video Universal Pictures Home Entertainment nei formati DVD e Blu-ray. Dopo diverse opere dimentacabili, fra cui i due film indie Chi-Raq e Il Sangue di Cristo (di cui preferiamo lo splendido titolo originale Da Sweet Blood of Jesus), Spike Lee è tornato protagonista del mondo della televisione con She’s Gotta Have It e del cinema con questa divertentissima commedia con Adam Driver e John David Washington, candidata a ben quattro Golden Globes e vincitrice ai BAFTA.
Ron Stallworth (John David Washington) è il primo afroamericano della storia a diventare poliziotto a Colorado Springs. Sono i primi anni ’70 e i due principali attivisti afroamericani, Malcolm X e Martin Luther King sono appena morti. In un’America ancora razzista, il giovane Ron, insieme al collega bianco di origini ebraiche Flip Zimmerman (Adam Driver) riesce ad adescare e avvicinare una piccola cellula locale del Ku Klux Klan. Quando si comunica al telefono a parlare è Ron, mentre agli incontri si presenta Flip. I due colleghi, un ebreo e un afroamericano, si ritroveranno invischiati in un mondo di cospirazioni e riunioni carbonare.
UNA STORIA (VERA) A MISURA DI SPIKE LEE
Nella sua lunga carriera Spike Lee ha girato di tutto: cortometraggi, pubblicità, film, serie tv e documentari (fra cui uno bellissimo per Espn, a proposito di Kobe Bryant). Tuttavia, i temi attorno ai quali ha costruito la sua poetica sono sempre legati alla sua città natale (New York), alla storia degli afroamericani e alla pallacanestro. Malcolm X, Fa’ la Cosa Giusta, He Got Game o Mo’ Better Blues sono solo alcuni dei film che hanno contribuito a creare il mito di Lee: un regista con un gusto estetico straordinario, capacissimo di ibridare il cinema art-house con quello commerciale e soprattutto di muoversi egregiamente in entrambi i contesti.
Blackkklansman è proprio questo: un film di uno Spike Lee al massimo della forma, messo in condizione di lavorare con grandi attori, con tanta libertà creativa e una storia che sembra sia accaduta, quindi successivamente messa nero su bianco, appositamente per lui (la pellicola è infatti tratta dalla biografia di Ron Stallworth, Black Klansman, libro di successo uscito negli Stati Uniti nel 2014).
Dimentichiamoci, dunque, di quei film indecifrabili che aveva diretto negli ultimi anni o di fallimenti quasi annunciati come il remake di Oldboy o Miracolo a Sant’Anna; Spike Lee deve continuare ad essere questo.
UN GRANDE OMAGGIO AL CINEMA DEGLI ANNI ’70
Spike Lee non ha mai mascherato di adorare il cinema di genere degli anni ’70, citando film come Il Braccio violento della Legge o Serpico come fondantamentali per la sua crescita artistica. Blackkklansman, nei colori e nei costumi, sembra davvero un film di quell’epoca. Lee gira in 35mm, con lunghi pianisequenza e con un realismo tipico del cinema di quegli anni. Basti pensare alla scena della distruzione della finestra e del successivo salvataggio.
Nella pellicola si fa poi riferimento all’attivista Kwame True e si discute, con grande intelligenza, del senso della rivoluzione e dell’odio razziale tra bianchi e neri. Spike Lee inserisce nel film, sul finale, alcune scene della terribile manifestazione di suprematisti bianchi a Charlottesville in Virginia, avvenuta nel 2017, seguite dalle dichiarazioni trumpiane a proposito del fatto.
Come diceva Godard: “Bisogna fare cinema politicamente”. Spike Lee lo fa con una commedia, divertente e spaventosa.