Animali Fantastici: I Crimini di Grindelwald, richiede una premessa. Quando si parla di Animali Fantastici ed Harry Potter bisogna accettare di dover distinguere il pubblico in due sezioni: da una parte lo spettatore cinematografico medio, ormai abituato ai grandi blockbuster dalle trame più o meno complesse; dall’altra l’intimo conoscitore del mondo creato – anche e soprattutto al di fuori del grande schermo – da J.K Rowling, e cioè un profondo critico ed esperto del fenomeno Wizarding World nel suo insieme.
Aver creato un universo narrativo che ha ormai vent’anni di storia e che è capace di toccare le emozioni di moltissimi, dai più piccoli ai più grandi, significa inevitabilmente doversi scontrare con un fandom di lettori che – per le caratteristiche stesse di intimità, individualità e lentezza della fruizione libraria – diventano un esercito dalle aspettative decisamente eterogenee in cui però chiunque di aspetta di non rimanere deluso. Un leviatano che non sempre è facile da accontentare.
GRINDELWALD È IN FUGA
Nel primo capitolo di questa nuova saga avevamo lasciato il magizoologo Newt Scamander (Eddie Redmayne) nella New York degli anni Venti, dove aveva aiutato il MACUSA, il Magico Congresso degli Stati Uniti d’America, a catturare il famigerato mago oscuro Gellert Grindelwald (Johnny Depp) e a fermare l’Obscurus Credence (Ezra Miller). Ad aiutarlo c’erano l’aspirante Auror Tina Goldstein (Katherine Waterston), sua sorella Queenie (Alison Sudol) e il babbano Jacob (Dan Fogler), simpatico pasticcere catapultato per caso tra incantesimi e bestie magiche.
In questo nuovo capitolo Grindelwald, proprio come aveva promesso, riesce a scappare e inizia a radunare seguaci per governare il mondo magico e non magico. Per riuscire nel suo intento si rivolge nuovamente a Credence, sopravvissuto a New York e ora in cerca della sua vera identità a Parigi. Nel mentre Newt Scamander, dopo essere riuscito a pubblicare il suo romanzo Animali Fantastici, viene ancora una volta chiamato in segreto da Albus Silente (Jude Law), professore di Difesa contro le Arti Oscure a Hogwarts, con il compito di fermare Grindelwald. Riunito con i sodali del precedente film, Newt si imbatterà in nuovi personaggi e nuovi segreti che rischieranno di scatenare una devastante guerra tra maghi e NoMag.
J.K. ROWLING DA SCRITTRICE A SCENEGGIATRICE
Chi conosce J.K. Rowling sa quale meticolosa e consapevole costruzione ci sia dietro ogni sua storia, eppure, al suo secondo lavoro da sceneggiatrice, l’autrice inglese non riesce a ricreare la stessa fluidità o la stessa costruzione della tensione che l’hanno resa famosa. Se infatti Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald inizia in grande stile, con la fuga dell’antagonista e lo scompiglio degli equilibri, subito dopo lo spettatore deve fare i conti con un’improvvisa battuta d’arresto, dovuta alla necessità di reinserire i personaggi del primo capitolo. A differenza di quanto accadeva in Animali Fantastici e Dove Trovarli, in cui l’introduzione dei comprimari era naturale e serviva tanto a rendere giustizia al passato della saga precedente quanto ad avviare la storia, in questo secondo capitolo vengono abbandonati a se stessi senza una giusta collocazione nell’insieme.
Tina Goldstein, aspirante auror del MACUSA, lasciava intravedere una caratterizzazione in linea con le grandi donne che vivono nel mondo di J.K. Rowling, ma qui rappresenta il lontano ricordo dell’outsider in cerca di proprie regole da seguire, uno dei tanti che abitano le storie dell’autrice inglese, mentre si accenna a una storia d’amore con Newt che fa comunque fatica a venir fuori. Jacob, il personaggio che ha più divertito il pubblico – babbano come lui e quindi trasportato attraverso i suoi occhi nel Wizarding World – è qui un mero comic relief con l’unico scopo di contenere un tono mai così cupo. Queenie è l’unica della vecchia guardia ad avere una reale evoluzione e a donare qualche colpo di scena che sicuramente nei prossimi film sarà approfondito e meglio curato.
NEWT E GLI ANIMALI FANTASTICI
Addirittura il personaggio di Newt Scamander, protagonista della pellicola precedente, sembra meno importante di quanto questa suggerisse. È vero, ha finalmente un’evoluzione: la sua natura di innocente a proprio agio ai margini verrà messa alla prova dal rischio di distruzione del mondo. Grazie al riconoscimento di un lato più oscuro il personaggio verrà arricchito di diverse sfumature, ma a vanificare questa affettuosa attenzione che la Rowling gli ha riservato ci sarà uno screentime senza dubbio ridotto rispetto al primo capitolo, nonché una minore importanza nello svolgimento dell’azione. I suoi animali fantastici sono ormai un decoro del film e il suo coinvolgimento nella storia da parte di Silente non è ancora chiaro. Niente di strano fino ad ora, se pensiamo a come le linee narrative della Rowling sono solite dipanarsi per lunghi periodi per poi ricongiungersi solo alla fine grazie ad incastri perfetti; ma quegli incastri, che sono il tratto essenziale del suo metodo, sono qui arrugginiti, mentre i colpi di scena arrivano improvvisamente senza quei furbi indizi disseminati lungo il film ai quali il pubblico del Wizarding World è sempre stato attento.
Da qui diventa palese come i veri protagonisti dell’azione siano in realtà Albus Silente, Gellert Grindelwald e la prima grande guerra tra maghi che era già accennata nelle storie di Harry Potter e ne poneva le basi: i doni della Morte, il legame tra i due grandi maghi, la presenza di altre creature (Nagini su tutti) diventano non più lo sfondo della storia ma cardini su cui costruire una nuova saga.
JUDE LAW E JOHNNY DEPP SONO PERFETTI
J.K. Rowling ha sempre sostenuto quanto la figura di Grindelwald fosse importante per capire Silente, il suo personaggio preferito. Il film va proprio in questa direzione e Jude Law è un perfetto giovane Dumbledore, ancora nel pieno del viaggio per diventare il preside di Hogwarts che tutti conosciamo, ma con quelle caratteristiche che ce lo hanno fatto amare: non tanto la bontà d’animo e la potenza, ma il suo atteggiamento anarchico e ribelle. Il suo lavoro di attore è esemplare se pensiamo a tutti quei dettagli nell’interpretazione, quali la postura o i sorrisi, che lo legano al primo Silente che il pubblico ha conosciuto, mentre lo arricchisce di sfumature che lo rendono un personaggio più tormentato e complesso. Un primo abbozzo di un protagonista che certamente nei film futuri della saga di Animali Fantastici avrà più spazio rispetto a questo secondo capitolo.
Vera punta di diamante e sorpresa del cast è un Johnny Depp che, viste le ultime interpretazioni, sembrava un attore ormai al termine delle sue possibilità recitative. Ben diretto e consigliato dalla mente che lo ha ideato, delinea un Grindelwald in grado di ammaliare il pubblico allo stesso modo in cui sulla scena cattura l’attenzione degli altri personaggi. Il suo mago oscuro è talmente persuasivo da essere affascinante e completamente diverso dal primo grande cattivo del Wizarding World. Lord Voldemort era crudele quanto impulsivo e le sue azioni erano determinate dalla sete di potere: Gellert Grindelwald è certamente crudele, ma le sue scelte rispondono a un progetto, per quanto opinabile, in cui crede fermamente. Per questo l’arma di cui si serve non è l’omicidio, ma la persuasione, che nella recitazione di Depp si traduce in una cadenza del modo di parlare che somiglia all’incanto. Un nemico della pace che somiglia molto più agli oscuri ed enigmatici uomini di potere dei nostri tempi.
I TEMI DI SEMPRE PER UN APPROCCIO PIÙ CORALE
I temi che J.K. Rowling ha già portato nel mondo di Potter e nel primo capitolo di Animali Fantastici tornano ovviamente come filo conduttore nel nuovo film: il bene contro il male, la lealtà, l’importanza di prendere una posizione, il peso della perdita e dell’emarginazione sono il motore dell’ azione e i valori alla base della caratterizzazione dei personaggi.
L’approfondimento di storie che in precedenza erano state solo sfiorate e lo sviluppo di nuovi filoni dei personaggi, però, portano il racconto su un altro livello di comprensione: le storie di Potter svelavano come il destino di uno fosse intimamente legato al possibile futuro del mondo magico, mantenendo comunque il cuore della vicenda legato a un solo personaggio. Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald alza invece la posta in gioco sottolineando come la singola identità non può essere risolutiva quanto la solidarietà tra gruppi più vasti di persone. Il Wizarding World esce allora da Hogwarts e incontra, oltre alla realtà americana, anche quella francese e africana, tutte legate in nome della pace magica e babbana mondiale.
GLI SCONTRI MAGICI NON SONO MAI STATI TANTO COMPLESSI
Ovviamente è impossibile parlare di un blockbuster senza menzionare quella componente tecnica che tanto contribuisce a renderlo spettacolare, e così non possiamo esimerci dal dire che le scenografie del film, così come gli effetti speciali, raggiungono un livello che mai si era visto nella saga di Harry Potter – né nel primo Animali Fantastici. Le scene di combattimento magico superano ormai la classica battaglia bacchetta contro bacchetta, per mostrare un utilizzo degli incantesimi molto più complesso, mentre la ricostruzione di Parigi realizzata dal team di Stuart Craig dimostra ancora una volta un primato nella creazione di mondi fantastici.
Lo stesso dicasi per il Ministero Francese che, al pari degli altri Ministeri magici, ha proprie caratteristiche e quindi una propria personalità: a differenza di quello inglese e quello americano, che giocano sulla verticalità degli edifici, quello francese si estende orizzontalmente e in una serie di cupole interconnesse, rispondendo anche all’architettura dell’Art Nouveau (incentrata sulla natura) grazie alla presenza di radici animate e vetrate inondate di luce nonostante si trovi sottoterra. Una cura dei dettagli che torna anche nella creazione dei costumi e soprattutto delle bacchette dei maghi, l’oggetto forse più bramato dai collezionisti del franchise di Harry Potter, sempre ideate sulla personalità dei personaggi, a sottolinearne l’essenza.
In conclusione Animali Fantastici – I Crimini di Grindelwald è ancora una volta un’introduzione a una grande storia, che per ora è solo accennata; un film che si unisce comunque con dignità alla lunga lista di avventure nate dalla geniale mente di J.K. Rowling e che regalerà una piacevolissima esperienza cinematografica al pubblico generalista, ma che al contempo non riuscirà a soddisfare pienamente un parte di quella comunità di fan della prima ora che non si sono persi nessuna emanazione del franchise.