Big Mama (titolo originale Kah-Chan), delicata e dolce dramedy del 2001 di Kon Ichikawa, arriva finalmente sul mercato italiano grazie a CG Entertainment, che ne distribuisce il DVD venendo incontro a tutti gli ammiratori del regista nipponico scomparso ormai undici anni fa.
La pellicola, che si attesta nel solco di un cinema dei buoni sentimenti e di (tiepida) denuncia sociale, è una dichiarazione di amore filiale nei confronti di tutte quelle madri che vivono con altruismo e generosità il proprio ruolo.
Siamo nel Giappone del periodo Tokugawa, per la precisione intorno alla metà del ‘700. Okatsu (Keiko Kishi) è una vedova, madre devota, che nonostante le proibitive ristrettezze economiche ha cresciuto con amore e generosità cinque figli, alcuni dei quali continuano a dipendere da lei nonostante la sopraggiunta età adulta. Le malelingue criticano e giudicano sprezzanti la frugalità della vita della donna, ma quello che non sanno è che conduce una vita di privazioni anche perché sta mettendo da parte una piccola somma nella speranza che sia utile al reinserimento in società di un suo amico finito in carcere dopo aver rubato del cibo per sfamare un bambino.
I toni inequivocabilmente positivi con i quali il regista allora ottantaseienne ritrae la figura saggia e quasi santa di questa pur simpatica signora, nonché l’empatia un po’ lacrimosa verso i poveri, risultano inevitabilmente anacronistici in un panorama in cui ormai le figure controverse la fanno da padrone, eppure al contempo contribuiscono a un magnifico ritratto di uno sguardo d’altri tempi, che risente tanto del fattore anagrafico quanto delle implicazioni positive di un certo conservatorismo giapponese.
Il regista di L’Arpa Birmana, pur senza particolari guizzi, conferma il linguaggio solido ed elegante che lo ha sempre contraddistinto. I colori caldi e desaturati non fanno che consolidare l’impressione di trovaci dinnanzi a un cinema di stampo classico ma un commento sonoro costruito sulle sonorità dei sintetizzatori compensa parzialmente l’approccio tradizionalista.
Big Mama è un film a suo modo intriso di bontà, come non se ne fanno quasi più, e probabilmente gli spettatori meno cinici potranno trovarlo un’opera che ha tutta l’intimità del cinema indipendente e che però è capace di scaldare il cuore con messaggi di amore e carità.