La storia di Dirty John è diventata popolarissima negli Stati Uniti grazie ad un omonimo podcast di Cristopher Goffard, giornalista del L.A. Times. Si tratta di un caso di cronaca nera (e come vedrete nella serie particolarmente violento) che è in America è stato largamente raccontato, dibattuto e analizzato. La storia di Debra Newell ha appassionato un paese, ha reso la donna una celebrità televisiva, nonché un simbolo di lotta alla violenza.
UNA STORIA VERA CHE SEMBRA FATTA PER IL PICCOLO SCHERMO
Effettivamente “l’amore” fra John Mehaan (interpretato da Eric Bana nella serie disponibile su Netflix) e Debra Newell (la Connie Britton di American Horror Story) è la quintessenza di quello che di peggio può succedere in una relazione. Lei è un’elegante designer di sessant’anni con tre matrimoni falliti alle spalle, due figlie che ama, Terra (Julia Garner) e Veronica (Juno Temple), ed una vita professionale molto soddisfacente. Lui è un attraente uomo di quarant’anni che dice di essere stato in Iraq, di essere un medico e afferma di essere stato rovinato ingiustamente dall’ex moglie.
Dirty John è una storia di finte identità, di stalking e di uomini estremamente pericolosi conosciuti su internet. Fortunatamente la serie creata da Alexandra Cunningham non fa alcuna critica in merito ai rapporti che nascono sul web o ai siti di incontri, sebbene fosse lecito aspettarselo. Certo, sul web è possibile mentire e creasi una nuova identità, ma questo è materiale da pessimi talk show, che non si confanno ad una serie intelligente come quella prodotta da Universal Cable e Atlas.
Dirty John mette in scena un rovesciamento, più o meno netto, di due ruoli tradizionali. Non si parla, infatti, di giovani donne interessate al patrimonio di un uomo ‘vecchio’, bensì il contrario. Non solo: Debra non è una vedova che ha ereditato un grande patrimonio del marito; è una donna di successo, partita da zero, che si è guadagnata ogni centesimo lavorando. Cerca di assumere solo donne giovani, specialmente se sono delle “single mom”, come lo è stato lei per più di una volta.
Gli ingredienti per una straordinaria serie ci sono tutti: una protagonista non stereotipata, un buon gruppo di attori, il paesaggio di Los Angeles e delle splendide case losangeline. Cosa può andare storto?
LA REALTÀ È IL PIÙ GRANDE LIMITE DI DIRTY JOHN
Dirty John è girato in rigoroso ordine cronologico, interrotto saltuariamente da lunghi flashback “didattici” che mostrano allo spettatore il passato di John e quello di Debra. Ogni evento descritto è minuziosamente aderente alla realtà, tanto che in certi passaggi le battute dei protagonisti sono identiche a quelle pronunciate dai veri John e Debra.
Tuttavia, come vi abbiamo già detto, la storia vera è abbastanza interessante da giustificare un’intera serie tv. I fatti intrattengono e la serie è scritta, diretta e recitata molto bene.
Tutto funziona fino al “plot twist” centrale di Dirty John, ovvero il momento in cui Debra realizza di trovarsi accanto a uno psicopatico. Un momento dopo la quale tutta la serie comincia a peggiorare. Lo straordinario diventa ordinario e normale, quasi prevedibile. La trama procede con tranquillità verso l’epilogo, unico momento davvero sorprendente degli ultimi episodi.
Non è giusto dare la colpa agli sceneggiatori o ai registi per il calo della tensione all’interno della serie. Le “storie vere” vanno rispettate, riportando i fatti come giustamente devono essere riportati: senza bugie. Dirty John è impermeabile alle bugie ed è proprio nell’essere fedele alla vita vera che la serie incontra il suo calo, senza averne colpa.