Ideata da Liz Feldman (già sceneggiatrice di 2 Broke Girls e White Collar) e prodotta tra gli altri da Will Ferrell e da Adam McKay (Vice, La Grande Scommessa), Dead to Me – Amiche per la Morte è tra le novità Netflix di maggio. A giudicare dalle tematiche che affronta la serie, che vede nei ruoli delle protagoniste Christina Applegate (Anchorman) e Linda Cardellini (Bloodline, Mad Men, Avengers: Endgame), potrebbe sembrare una classica dramedy, ma dal momento che il tono non è mai eccessivamente pesante è più corretto classificarla come una black comedy con sfumature di drama e thriller.
DEAD TO ME – AMICHE PER LA MORTE: LA STORIA DI UN’IMPROBABILE AMICIZIA
Jen Harding (la Applegate) è un’agente immobiliare di successo, di carattere, di bell’aspetto e con due meravigliosi figli, ma la sua vita è tutt’altro che perfetta: da poco tempo infatti è rimasta vedova e, da quando l’amato marito è stato vittima di un pirata della strada, fatica a trovare la forza per andare avanti. Se inizialmente spera di individuarla in un gruppo di aiuto per vittime di gravi lutti, in realtà finisce per trovare aiuto in un inaspettato legame con una donna incontrata proprio in quel contesto, Judy (la Cardellini), con cui sviluppa in brevissimo tempo una strettissima amicizia tanto da invitarla a vivere a casa propria, a dispetto della cautela suggeritale da chi la circonda. Judy sembra essere l’amica dei sogni, ma basteranno pochi avvenimenti perché lo spettatore inizi a rendersi conto che dietro il sorriso gentile e luminoso del personaggio della Cardellini si nasconde una personalità a dir poco problematica, e che la presunta follia della nuova amica di Jen potrebbe essere solo una delle innumerevoli brutte sorprese che finiranno per travolgere con un caos quasi liberatorio la vita della giovane vedova.
UN CONTINUO RIASSESTAMENTO DEGLI EQUILIBRI, VERSO UN CAMBIAMENTO INEVITABILE
Di certo è difficile parlare di una serie che snocciola con nonchalance colpi di scena di puntata in puntata senza rivelarne la trama, ma quel che possiamo dirvi senza fare alcuno spoiler è che l’aspetto più interessante di Dead to Me – Amiche per la Morte è la capacità dello script di ritrovare improbabili equilibri dove gli eventi suggerirebbero lo sbando più totale. Così come il tono dello show si mantiene sempre tra una certa malinconia dovuta al lutto e alla delusione e una costante proattività mossa dal nascente legame tra le protagoniste, gli eventi della storia sono dosati in modo da tenere incollato lo spettatore di puntata in puntata. Sentimenti positivi e negativi sembrano continuamente controbilanciarsi a vicenda, e nonostante le sorprese proposte dai dieci episodi da circa mezz’ora non siano sempre le più originali – lo spettatore più smaliziato ne saprà prevedere molte con un certo anticipo – è la costante evoluzione dei personaggi principali a fare da motore alla narrazione.
Il talento delle due attrici e in particolare modo di una magnetica Cardellini aiuta non poco il risultato d’insieme, e mentre ironia, amarezza, mistero, tensione e tenerezza si alternano con intelligenza, Dead to Me – Amiche per la Morte propone un percorso di elaborazione del lutto e di evoluzione personale che si rivela come vero fulcro della storia. Dal tentativo sconsolato di aggrapparsi all’ordine della vita precedente si passa a una progressiva accettazione di un caos da cui nascerà inevitabilmente un nuovo improbabile equilibrio.
Questo show ideato, scritto, interpretato e diretto prevalentemente da donne, trova nell’agrodolce caricatura dei punti di forza e debolezza del mondo femminile ampio materiale cui attingere, e anche se una seconda stagione non è ancora stata annunciata, è lecito scommettere che torneremo presto nel mondo di Dead to Me, magari con una parabola di caduta e redenzione lunga tre stagioni. Per ora la visione è senza dubbio consigliata: se non siamo davanti a un capolavoro della serialità contemporanea, si tratta comunque di una delle novità più interessanti dell’anno.