Presentato all’ultimo festival di Cannes dallo stesso Elton John, Rocketman di Dexter Fletcher è un film che attraversa due generi, il musical e il biopic, raccontando la carriera del celebre musicista britannico. Una vita fatta di eccessi, salite e discese, dalla periferia di Londra al Madison Square Garden, attraversata dal filo conduttore della passione per la musica. Prodotto da Elton John e dalla Marv Film di Matthew Vaughn (che ha diretto Egerton nella saga Kingsman), il lungometraggio utilizza una narrazione piuttosto lineare che, partendo da un momento specifico nella vita dell’artista va a ritroso nel tempo, mettendolo a nudo di fronte allo spettatore.
Protagonista assoluto è Taron Egerton, che offre un’ottima performance, dimostrando come si possa interpretare un personaggio ancora in vita senza scimmiottarlo, ma prendendone spunto, in un grande esempio di immedesimazione teatrale. In effetti Rocketman prende molto dal teatro, sia per quanto riguarda la sceneggiatura che nella composizione visiva, concentrata spesso su un palcoscenico che, idealmente, rappresenta anche quello della vita.
Il regista decide di iniziare la narrazione in una rehab, nel momento in cui Elton John decide di affrontare le sue dipendenze (soprattutto da alcol e droga) e di lasciarsi alle spalle i tormenti che, subiti da bambino, continua a portarsi dietro. Un lungo corridoio collega idealmente ciò che è l’artista all’uomo, all’anagrafe Reginald Dwight, per aprirsi al racconto della sua vita. Nato da due genitori poco comprensivi e anaffettivi, Reginald scopre presto la passione per la musica che lo porta a vincere una borsa di studio per la Royal Academy of Music.
Cresciuto, si appassiona al rock ‘n roll e inizia a suonare il pianoforte in alcune band locali, finché non conosce Bernie Taupin (interpretato da Jamie Bell), paroliere con cui inizia un fruttuoso sodalizio musicale e una grande amicizia. I due riescono a farsi produrre e Reginald, che sceglie il nome d’arte Elton John, inizia la sua prima tournee negli Stati Uniti. Ben presto diventa una star internazionale, ma nonostante sia ormai ricco e amato da tutti, nel profondo si sente tristemente solo e incompreso. Colonna portante della sua vita le canzoni, sempre presenti a cristallizzare i momenti più significativi di un artista e dei suoi affetti.
Rocketman si delinea su queste note biografiche, attraversandone tempo e spazio con musica e parole, in un tripudio di colori e paillettes, segno distintivo dell’estro creativo di Elton John. Bizzarro, intelligente e sensibile, il cantante britannico è sempre in scena, circondato da un mondo, al limite del fantastico, che ci ricorda quanto a volte, attraverso l’uso di una maschera, si possa essere se stessi, fino in fondo. La sceneggiatura di Lee Hall non fa più di quello che è richiesto in un biopic, alternando i classici momenti di felicità ai corrispondenti di tristezza, la caduta e poi la risalita, insomma segue il classico stereotipo della rockstar, ma a fare di Rocketman un film riuscito sono due elementi fondamentali: il protagonista Taron Egerton e la colonna sonora, ottimamente strutturata ed eseguita. Sicuramente in questo ha giocato la produzione del film da parte dello stesso Elton John, che in occasione della presentazione a Cannes ha persino duettato sulla Croisette con il protagonista.
Non molto pertinenti le virate sulla grafica computerizzata, che enfatizzano situazioni che già sono visivamente eccentriche, sfociando in eccessi di cui non c’era alcun bisogno. Il regista Dexter Fletcher, noto per aver sostituito Brian Singer nelle ultime riprese di Bohemian Rapsody, il biopic sui Queen campione d’incassi al botteghino, fa un buon lavoro, che non entusiasma, ma offre una buona dose di interesse per un artista che ha fatto la storia del rock britannico. La struttura portante di Rocketman è quella del musical, per cui una riflessione critica sul personaggio sarebbe stata del tutto fuori luogo, mentre trovano un buon riscontro le messe in scena a base di costumi sfavillanti, uso ed abuso di droghe varie, depressione e una panoramica sull’avidità dell’industria discografica del tempo.
Ad accompagnare Egerton sul grande palcoscenico della vita di Elton John, oltre a Jamie Bell, Richard Madden, nel ruolo del compagno e produttore John Reid e Bryce Dallas Howard, che interpreta Sheila, la madre di Reginald. Soprattutto la Howard, offre un’ottima performance, in un ruolo che in cui è l’antagonista del figlio.
Rocketman è un film che, seppur abbia qualche difetto nella scrittura, ha il merito di intrattenere catapultandoci con forza nel clima dei primi anni settanta, caratterizzati dalla libertà e dagli eccessi, e di rendere onore all’arte e alla vita di un musicista che ancora oggi fa il sold out, ma che ha annunciato lo stop ai concerti dal vivo. Un film d’addio al palcoscenico quindi, con cui Elton John saluta il pubblico nel migliore dei modi. Rocketman sarà in sala dal 29 maggio su distribuzione 20th Century Fox.