Ne Il Gioco delle Coppie (titolo originale Doubles Vies, internazionale Non Fiction) torna ad esserci la tecnologia sotto la lente del francese Olivier Assayas, che ha scritto e diretto una commedia acuta e intelligente, infarcita di gag divertenti e soprattutto capace di parlare del presente in modo sensazionale.
Guardando la filmografia di Assayas si rimane sbalorditi dalla quantità di generi e di epoche storiche che il francese ha raccontato nel corso della sua lunga carriera. Ha girato degli splendidi film di genere come Demonlover, dei lavori politici come Qualcosa nell’aria (legato al ’68) o un musical sul mondo punk come Clean – Quando il rock ti scorre nelle vene.
Negli ultimi anni il regista parigino si è invece concentrato sul mondo degli spiriti e del fantasmatico, portando in concorso a Cannes Sils Maria (nel quale un’attrice era tormentata dai fantasmi del passato) e soprattutto Personal Shopper (qui la nostra recensione) pellicola nella quale Kristen Stewart veniva contattata da una presenza attraverso degli sms sul telefonino.
IL GIOCO DELLE COPPIE È UNA RIFLESSIONE IMPARZIALE SUL MONDO DIGITALE, DAGLI E-BOOK A NETFLIX
Il Gioco delle Coppie, in DVD con Mustang e I Wonder su distribuzione CG Entertainment, racconta la storia di Alain (Guillame Canet), il direttore di una storica e famosissima casa editrice parigina e di sua moglie Selena (Juliette Binoche), affermata attrice teatrale impegnata in una serie televisiva di successo. I due coniugi hanno un amico in comune, Leonard ( interpretato splendidamente da Vincent Macaigne), un autore di romanzi autobiografici. Il suo ultimo manoscritto, tuttavia, non viene apprezzato da Alain, mentre Selena è convinta sia un grande libro.
Come nelle commedie Newyorkesi di Woody Allen, attorno ai due protagonisti orbita un nucleo di artisti e intellettuali altoborghesi che Assayas non manca mai di prendere in giro attraverso i loro vestiti (un campionario di sciarpe e di giacche stravaganti, per esempio) e il loro modo di parlare forbito. Questa cerchia è popolata da idealisti, ovvero uomini e donne che non ragionano in termini di guadagno ma si limitano a pensare alla salvaguardia dell’arte, la quale, secondo loro, non può essere trasmessa nei secoli attraverso strumenti diversi.
UN MESSAGGIO PER THIERRY FRÉMAUX E CANNES?
A tal proposito, durante un bellissimo dialogo, un blogger pone un domanda: «È diverso leggere Adorno su una pergamena o leggerlo su un e-book? No, perché il contenuto è il medesimo». A voler essere maliziosi si può leggere, nei dialoghi di Il Gioco delle Coppie, una critica a Thierry Frémaux (direttore del Festival di Cannes) e alla sua scellerata decisione di non portare sulla croisette dei film che non usciranno in sala. E non è forse un caso che la pellicola sia stata portata in concorso a Venezia75, dove Netflix è presente eccome, e con titoli importantissimi (da The Ballad of Buster Scruggs a Roma). Per molti versi lo streaming è l’equivalente, in termini di distribuzione cinematografica, degli e-book per l’editoria. Nel film di Assayas i protagonisti sono ben divisi fra i già citati idealisti (gli editori, lo scrittore comunista Leonard, i giornalisti cartacei) e fra le personalità che invece ruotano attorno al mondo dell’arte, come i social media manager e gli addetti allo sviluppo digitale.
La discrepanza fra questi due gruppi, che potremmo dividere facilmente fra vecchi e giovani, è talmente forte e ben scritta che riesce ad animare tutto Il Gioco delle Coppie, una commedia nella quale Olivier Assayas analizza i pro e i contro di ogni aspetto della rivoluzione digitale, dai luoghi comuni come «con gli e-book nessuno uscirà più di casa» fino a questioni commerciali ( «Gli e-book costano la metà delle edizioni tascabili»).
Il Gioco delle Coppie è l’ennesima dimostrazione del talento da sceneggiatore di Oliver Assayas, un artista che non ha mai smesso di studiare e di assorbire tutto ciò che gli stava intorno. Forse soltanto lui (che probabilmente ha frequentato quegli ambienti intellettuali parigini) poteva produrre un lavoro così preciso nella scenografia e nei costumi e così credibile dal punto di vista dei dialoghi. Il risultato è infatti una commedia divertente, dall’alto potenziale commerciale e perfettamente attuale.