Dragon Ball, manga creato da Akira Toriyama, non è un semplice fenomeno di massa ma una vera colonna portante della cultura pop moderna e un simbolo dell’animazione giapponese nel mondo. Entrata nella vita di tantissimi adolescenti nati tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta, la serie si impose presto nel panorama mondiale. Cavalcando l’onda nostalgica che negli ultimi anni ha coinvolto diversi franchise, anche Dragon Ball è tornato alla ribalta prima con i due film La Battaglia Degli Dei e La Resurrezione Di ‘F’ e poi con la serie Dragon Ball Super (da molti criticata per la sua qualità non eccelsa), tanto da recuperare la fama conquistata nei primi anni 2000.
Consapevole dell’appeal della sua creatura, ma anche della facilità con cui l’era digitale si lascia indietro trend e fenomeni culturali, la casa di produzione della serie animata Toei decise di rilasciare ancor prima del finale della serie una clip di presentazione per un nuovo film in cui figuravano fin da subito uno stile grafico più semplice (simile a quello degli esordi del manga) accompagnato da un’animazione dalla fluidità sbalorditiva. Una volta incuriositi i fan, la Toei rivelò il protagonista della nuova pellicola della saga, Dragon Ball Super: Broly: e cioè Broly, personaggio non canonico adorato dagli appassionati ed ora pronto ad essere introdotto ufficialmente nella serie. Ora quel film, uscito nelle nostre sale il 28 febbraio, è finalmente disponibile in una bellissima edizione blu-ray Koch Media con copertina lenticolare e arricchita da un generoso speciale sul doppiaggio italiano e 5 special cards.
L’ENTRATA IN SCENA DI UN BROLY CARISMATICO
La nostra storia comincia nel passato, quando ancora la razza Saiyan serviva il potente Freezer e il suo spietato esercito spaziale. Apprendiamo presto l’intenzione del tiranno di liberarsi dei Saiyan a causa della loro imprevedibilità e di alcuni miti riguardo a un guerriero leggendario, ma anche di piccoli giochi di potere che causeranno l’esilio del generale Paragus e di suo figlio Broly sullo sperduto pianeta Vampa da parte di re Vegeta: un’apparente condanna a morte che si rivela invece la loro salvezza dalla distruzione del loro pianeta. Quarant’anni dopo, i due vengono salvati proprio dall’esercito di Freezer e, inconsapevoli del suo coinvolgimento nel genocidio dei Saiyan, decideranno di aiutarlo a vendicarsi dell’ultimo discendente del loro re, Vegeta IV, e del suo rivale/amico Son Goku. Broly, cresciuto dal padre con lo scopo di diventare una macchina da guerra, grazie al suo enorme potere latente sarà in grado di mettere in difficoltà i nostri eroi e di minacciare le sorti dell’intero pianeta Terra.
DRAGON BALL SUPER: BROLY È UN CAPITOLO ECCELLENTE CHE RENDE GIUSTIZIA ALLA SAGA
Il film dedica quasi un terzo del suo minutaggio agli eventi precedenti alla saga; un’idea bizzarra che tuttavia si rivela di grande impatto grazie alla maturità con cui questi vengono presentati, fungendo non solo da catalizzatore sentimentale (grazie a scene dal forte impatto emotivo) ma anche da utile chiarimento di elementi da sempre fumosi della serie – un espediente utilizzato sapientemente a servizio della pellicola. Tornati al presente, la storia assume delle tinte molto più comiche, quasi assurde, rimarcando il senso dell’umorismo tipico dei manga di Toriyama: una scelta che potrebbe far storcere il naso ad uno spettatore che non conosce la serie originale, ma che serve solo ad imprimere un tono più spensierato al lungometraggio, prima di presentarci finalmente il nuovo Broly. Se quello nato nel film del 1993 non era altro che un brutale mostro unidimensionale utile solo come blanda minaccia, il Broly di questa pellicola è un personaggio stranamente affascinante, più simile ad un novello Tarzan costretto a lottare per soddisfare la sete di vendetta del padre. Sebbene i personaggi non abbiano un grandissimo spessore, la purezza di cuore del Saiyan lo rende un protagonista adorabile ma anche malinconico, in particolare quando viene avvicinato dagli sgherri di Freezer Cheelai e Lemo (unici a provare pena per lui) e dal padre (verso il quale ha un legame caratterizzato da una singolare forma di Sindrome di Stoccolma).
Se la trasformazione di Broly in un personaggio così empatico è una delle più grandi sorprese del film, colpiscono il nuovo stile grafico curato dal character designer Naohiro Shintani e l’animazione diretta da Tatsuya Nagamine, in grado di regalarci uno spettacolo strabiliante. I movimenti sono animati meravigliosamente, i disegni sfruttano la propria semplicità per poter essere distorti dall’azione (seguendo un approccio più classico ed occidentale), gli sfondi molto saturi fungono da cornice per i movimenti veloci e rocamboleschi che il film ci mostra e i colori (con cui l’art director Kazuo Ogura ha voluto veramente spingersi oltre il proprio limite) ci donano una vera e propria estasi visiva. Anche per un non-fan della serie le animazioni di questo film rappresentano un meraviglioso esempio di talento ed estro che da solo vale il prezzo del biglietto. Se infatti tutti gli altri elementi della pellicola devono essere giudicati in relazione agli standard della serie, il fattore che eleva il valore artistico di Dragon Ball Super: Broly è proprio la sua animazione senza precedenti. Unica pecca è una CGI non sempre riuscita, ma per la maggior parte del tempo ben integrata, che solo raramente distrae. Altra caratteristica interessante del film è la versione italiana: la produzione ha scelto un doppiaggio ibrido tra quello storico milanese e quello romano usato per i film non canonici distribuiti dalla Dynit vent’anni fa e per gli ultimi due lungometraggi usciti in sala. Mario Bombardieri, allora voce di Broly, torna nelle vesti del personaggio così come Claudio Moneta, Gianluca Iacono, Emanuela Pacotto e gli altri doppiatori storici della serie. Come già anticipato, negli extra del blu-ray troverete ampie informazioni a riguardo.
Dragon Ball Super: Broly è quanto di più vicino ad un regalo per i fan della saga ed uno spettacolo visivo per gli appassionati dell’animazione, orientale o meno. Non perdete l’occasione di vederlo anche sullo schermo di casa.