Peter Parker in versione teenager ritorna al cinema e chiude la terza fase del Marvel Cinematic Universe con Spider-Man: Far From Home, un episodio in cui trovano conferma le potenzialità del personaggio creato da Stan Lee e Steve Ditko, che dopo il fortunato rilancio di 17 anni fa a opera di Sam Raimi e il superfluo adattamento con Andrew Garfield, sta vivendo un nuovo momento di gloria grazie all’inserimento nel MCU iniziato con Captain America: Civil War e alla riuscitissima iterazione animata di Spider-Man: Un Nuovo Universo.
Tom Holland torna a vestire i panni del tessi-ragnatele e, come nel precedente episodio Spider-Man: Homecoming, la regia di Spider-Man: Far From Home è affidata a Jon Watts, che confeziona un film divertente e romantico, dove azione e commedia si mescolano insieme ai turbinii adolescenziali.
UN VIAGGIO IN EUROPA A DIR POCO MOVIMENTATO
Il pupillo di Tony Stark si è evoluto e, dotato della sua nuova tuta ipertecnologica, continua il suo lavoro da supereroe a New York, mentre cerca di capire il suo ruolo rispetto agli Avengers. Dopo i fatti dell’ultimo Avengers: Endgame, si sente a tratti smarrito, seppur continui ad avere l’appoggio della zia May (Marisa Tomei) e del suo migliore amico Ned, nella sua cerchia gli unici a conoscenza della doppia identità.
Eccitato per la partenza in gita scolastica, vorrebbe dimenticare il proprio ruolo di supereroe e godersi la vacanza a Venezia in compagnia degli amici e di MJ (Zendaya), la ragazza di cui è innamorato, ma – come prevedibile – qualcosa va storto e compaiono dei pericolosi antagonisti capaci di controllare gli elementi. A vanificare ogni speranza di Peter di godersi la trasferta ci penserà la chiamata all’azione di Nick Fury (Samuel L. Jackson), e così il protagonista, con l’aiuto di dell’enigmatico Mysterio (Jake Gyllenhaal), si impegnerà a salvare le vite dei suoi amici e di una moltitudine di sconosciuti. Guidato da Fury, Maria Hill (Cobie Smulders) e con l’aiuto di Happy (Jon Favreau), il title character inizierà così un percorso che lo porterà in giro per l’Europa, da una parte a fronteggiare delle minacce apparentemente incontrollabili e dall’altra a cercare di tenere insieme i pezzi della sua vita sociale di teenager.
SPIDER-MAN: FAR FROM HOME, DOPO ENDGAME UN EPILOGO CON SORPRESA
Il film di Jon Watts continua la lunghissima narrazione del MCU con il consolidato mix di azione, comicità e sentimento. Tom Holland si conferma perfetto nel suo ruolo, reattivo, istintivo e allo stesso tempo impacciato, caratterizzato da una camminata che ricorda – come in una coreografia – le movenze di un ragno. La ricetta funziona, eppure lo script risulta leggermente penalizzato dalla mancanza di quell’introspezione che sarebbe invece propria del personaggio di Spider-Man, tipico eroe adolescenziale che prima di compiere un’azione si fa mille domande. In questo caso le intenzioni del ragno sono affidate completamente alla recitazione del protagonista, che con le sue peculiari espressioni facciali lascia intendere che dietro al suo sorriso si nasconde sempre la paura di fare un errore, potenzialmente fatale, ma che vale la pena provare a fare la cosa che si reputa la più giusta, anche se si potrebbe incorrere in un grandissimo sbaglio.
Anche l’introduzione del nuovo personaggio Mysterio, sorprendentemente vicino all’estetica del fumetto ma anche inaspettatamente distante nel suo rapporto con lo spara-ragnatele, non è esente da qualche approssimazione in fase di scrittura, ma lasciano con il fiato sospeso le sequenze centrali del film, dove i due devono vedersela con gli ‘elementali’, capaci di distruggere il Tower Bridge di Londra o il Ponte dei Sospiri di Venezia in pochi istanti. Una combinazione di azione, psicologia ed effetti speciali – incluso un momento di metacinema – che è evidentemente frutto di un complessivo buon lavoro di scrittura.
Spider-Man: Far From Home è in conclusione un film frizzante e mai noioso, che rappresenta il giusto approccio conclusivo, dopo i tragici avvenimenti di Avengers: Endgame. La serietà e anche lo shock causato dalla perdita di personaggi fondamentali nel MCU è spezzata da questo secondo capitolo su Peter Parker, fresco, adolescenziale e divertente; un film che si lascia vedere con leggerezza, ma senza sentire la mancanza della giusta dose di adrenalina e caos. E che non manca di lasciare aperte importanti porte per il futuro dei cinecomic Marvel.
Immancabili le due sequenze durante e dopo i titoli di coda, che tornano dopo l’inaspettata assenza in Endgame: il consiglio è quello di aspettare pazientemente che si accendano le luci in sala, prima di alzarsi dalla poltrona.