The Deep (2012) è un biopic islandese diretto da Baltasar Kormakur, talentuoso regista che negli ultimi anni è arrivato persino a dirigere un blockbuster come Everest (2015), pellicola di apertura del Festival di Venezia del 2015. Djúpið (questo il titolo originale), racconta l’incredibile impresa di Gulli Fridporsson, un pescatore che nel 1984 è sopravvissuto ad un naufragio nuotando per 6 ore nelle gelide acque islandesi e camminando per tre ore su un campo di lava.
Fridporsson, interpretato nel film da Ólafur Darri Ólafsson, è considerato un vero e proprio eroe nel suo paese, tanto che ogni anno gli studenti del Nation College nuotano a staffetta per 6 ore per poi correre una maratona, esattamente come fece il pescatore. Non solo: Gulli è stato persino studiato da alcuni ricercatori islandesi, increduli dell’impresa di un uomo che ha resistito 6 ore in un ambiente che permette di restare in vita per non più di 30 minuti.
The Deep è un biopic squisitamente nordico. Non è infatti una storia hollywoodiana di grande resistenza alla Cast Away, nel senso che non racconta nel dettaglio il periodo in cui l’uomo fronteggia la natura e la sconfigge. Quella di Gulli non è una sfida contro i fenomeni naturali o una prova di forza: il pescatore, come impariamo nel film, è sopravvissuto “per caso”.
Fridporsson è stato infatti soprannominato “la foca umana”, dato che il suo grasso corporeo è equivalente a quello che normalmente hanno le foche. In The Deep, nella scena più bella del film, vediamo questo grasso pescatore in una piscina ghiacciata insieme a dei soldati allenati. Questi ultimi non resistono che qualche minuto, mentre Gulli sembra non sentire in alcun modo il freddo.
Kormakur sceglie di raccontare la storia in modo classico e pacato, dividendo l’opera in tre parti ben distinte: prima descrive il rapporto di Gulli con l’equipaggio (5 persone, tutte morte nel naufragio), poi racconta in breve l’impresa del pescatore e infine il film si concentra sulle complicate conseguenze del naufragio. Gulli diventa una “cavia”, si sente in colpa per la morte dei suoi compagni e fatica a metabolizzare la sua impresa e il soprannome di “foca umana”. I 90 minuti di The Deep scorrono abbastanza bene, senza particolari guizzi o momenti che restano impressi nella memoria dello spettatore.
Quella di Gulli è una grande storia islandese, la quale sarà per sempre ricordata dai suoi connazionali ma che difficilmente farà breccia nei cuori di chi vive in altre nazioni. The Deep è in sala dal 18 luglio con Movies Inspired.