Pedro Almodovar Leone d’Oro alla carriera: il maestro del cinema spagnolo ha ricevuto (insieme a Julie Andrews) il prestigioso riconoscimento nel corso del Festival di Venezia 2019. Un premio che lo consacra come uno dei registi più importanti degli ultimi decenni, capace di tracciare un solco a livello nazionale ma non solo: i suoi film sono amati in tutto il mondo e c’è più di un perché.
IL REGISTA SPAGNOLO, DAGLI ESORDI AL PRIMO SUCCESSO ALLA MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA
Dopo aver svolto diversi lavori – da ultimo quello di scrittore – il cineasta di Calzada de Calatrava debuttò nel lungometraggio nel 1980 con Pepi, Luci, Bom e Le Altre Ragazze del Mucchio: un’opera a “km zero”, con un cast di amici debuttanti (esclusa Carmen Maura). Sei anni più tardi fondò la casa di produzione El Deseo col fratello Agustin, con cui ci regalò lo straordinario La Legge Del Desiderio; ma il boom arrivò nel 1988: Donne sull’orlo di una crisi di nervi ottenne il premio per la miglior sceneggiatura al Festival di Venezia: un trampolino di lancio cui seguì una notorietà più che meritata.
PEDRO ALMODOVAR, IL LEONE D’ORO ALLA CARRIERA A VENEZIA 76
Come dicevamo, nel 1999 arrivò il premio Oscar con Tutto su mia madre, già premiato al Festival di Cannes per la miglior regia, mentre nel 2002 Parla con lei ottenne una nomination per la migliore sceneggiatura. Il 2006 è l’anno di un altro grande successo come Volver (Premio per la migliore sceneggiatura e il Premio per la migliore interpretazione per le sei attrici del film a Cannes), seguito da Gli Abbracci Spezzati, La Pelle Che Abito e Gli Amanti Passeggeri. Nel 2016 Almodovar ha girato Julieta, tratto dagli scritti di Alice Munro, mentre a maggio è arrivata nelle sale italiane la sua ultima fatica, Dolor Y Gloria: un racconto profondamente autobiografico con un Antonio Banderas in stato di grazia. Quest’ultimo film, apprezzatissimo da critica e pubblico, ha fatto parecchio discutere sulla Croisette: tutti si aspettavano il Leone d’Oro – forse anche lo stesso Almodovar – ma la giuria guidata da Inarritu ha preferito il film di Bong Joon-Ho.
PEDRO ALMODOVAR: “IN ITALIA MI SENTO A CASA”
Dichiaratamente ateo e omosessuale, Pedro Almodovar si è sempre contraddistinto per la sua grande capacità di scavare in fondo all’animo umano tra sensibilità e provocazione, tra dolcezza e istrionismo. Un grande regista di donne (basti pensare al sodalizio con Penelope Cruz), ma anche di uomini: l’interpretazione di Antonio Banderas in Dolor Y Gloria ne è esempio limpido. Tra i volti ricorrenti del suo cinema non dimentichiamo Marisa Paredes, Cecilia Roth, Victoria Abril, Rossy de Palma, Chus Lampreave e Javier Bardem.
La sua carriera consta (fin qui) di 21 film, un percorso fatto attraverso diverse tappe: quella sperimentale, quella del perfezionamento stilistico, quella sociale e, infine, quella introspettiva. “Questo Leone diventerà la mia mascotte, insieme ai due gatti con cui vivo. Grazie dal profondo del cuore per questo premio”, aveva dichiarato Almodovar in occasione dell’annuncio del Leone d’Oro alla carriera, sottolineando al momento della consegna: “In Italia mi sento a casa. E alla Mostra del Cinema di Venezia devo la scoperta del mio cinema. Pertanto grazie a tutti voi”. Al prossimo film, Pedro Almodovar!