Dopo ben 8 anni torna al Lido, questa volta con un lungometraggio in concorso alla 76. Mostra del Cinema di Venezia, il regista premio Oscar Steven Soderbergh: Panama Papers (titolo originale The Laundromat), film prodotto da Netflix che verrà rilasciato dalla piattaforma streaming il 18 ottobre, parla di una delle fughe di notizie più imponenti di tutti i tempi che ha messo alla luce nel 2016 un gigantesco sistema di elusione fiscale.
PANAMA PAPERS (THE LAUNDROMAT): L’AVVINCENTE RACCONTO DI UNO SCANDALO GLOBALE
Panama Papers (The Laundromat) racconta dettagliatamente il complesso sistema offshore, in grado di muovere miliardi di dollari a livello globale, creato dallo studio panamense Mossack Fonseca, fondato da Jürgen Mossack (Gary Oldman) e Ramón Fonseca (Antonio Banderas). L’intervento della vedova Ellen Martin (Meryl Streep), intenta ad indagare su una frode assicurativa, scoperchia un giro di super tangenti ed operazioni finanziarie opache che vedono coinvolti anche numerosi politici di tutto il mondo.
STEVEN SODERBERGH REALIZZA PER NETFLIX UN’OPERA IRONICA MA ESTREMAMENTE POLITICA
Basato sul libro del giornalista Jake Bernstein, l’ultimo film di Steven Soderbergh, nel mettere in scena uno scandalo che ha avuto una rilevanza mediatica considerevole, accusa gli Stati Uniti, i paradisi fiscali e il sistema finanziario internazionale di incoraggiare comportamenti ai limiti della legalità che favoriscono l’iniquità sociale. Suddiviso in cinque capitoli, Panama Papers (The Laundromat) fa parte del filone ironico della vasta filmografia del regista di Traffic e Ocean’s Eleven. Dopo una fantastica scena iniziale la pellicola, scritta da Scott Z. Burns (collaboratore storico di Soderbergh), fatica ad ingranare ma quando trova il giusto ritmo, soprattutto nella seconda parte, esplode in tutta la sua potenza.
Un lungometraggio così politico era facilmente esposto ad una deriva eccessivamente retorica ma il cineasta di Atlanta, utilizzando il tono leggero di La Truffa dei Logan (Logan Lucky) e The Informant!, riesce a far riflettere strappando però risate allo spettatore; dal punto di vista tecnico il film non si discute, un regista esperto come Soderbergh sa utilizzare la macchina da presa a suo piacimento e, alternando sequenze surreali con la cronologia degli eventi che hanno portato alla scoperta dei Panama Papers, la Palma d’Oro del 1989 con Sesso, Bugie e Videotape trova un equilibrio perfetto.
Un altro grande punto di forza del film è il suo carismatico cast: Gary Oldman e Antonio Banderas sono bravissimi nel rendere i loro personaggi quasi delle macchiette mentre Meryl Streep, nei frangenti in cui appare sullo schermo, ruba la scena a tutti (soprattutto nel finale iconico che richiama l’America ad aprire gli occhi). Nonostante l’opera sia un capitolo minore della carriera di Soderbergh (il suo penultimo lavoro, Unsane, era più potente dal punto di vista cinematografico), Panama Papers (The Laundromat) è un film godibilissimo capace di trattare un tema delicato e di straordinaria attualità con grande brillantezza.