La cineasta israeliana Keren Ben Rafael ha presentato alla 76. Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia il suo ultimo lungometraggio, The End Of Love. Girato in soli 10 mesi per il progetto Biennale College, che prevede la realizzazione di film con budget destinati ai giovani registi, il lavoro della Ben Rafael (presentato nella sezione Biennale College Cinema) analizza le difficoltà di una coppia alle prese con l’insormontabilità di una relazione a distanza.
JULIE E YUVAL, UNA COPPIA ALLO SPECCHIO
L’incomunicabilità affettiva e sensoriale è indagata attraverso una camera fissa, posizionata sul pc, che riprende i due protagonisti, ognuno dalla sua prospettiva. Julie e Yuval, interpretati da Judith Chemla ed Ariel Worhtalter, sono una coppia di trentenni che attraversa un periodo difficile. Sono diventati genitori da poco e hanno concordato di stabilirsi a Parigi, seppur Ariel sia israeliano.
Quando il protagonista deve rientrare in Israele per il rinnovo del visto, la sua permanenza si rivela più lunga del previsto e, per ovviare alla lontananza, i due decidono di utilizzare le videochiamate per dare continuità al loro rapporto.
IL RUOLO DELLA TECNOLOGIA IN UNA STORIA CONTEMPORANEA
La regista offre una prospettiva innovativa della relazione di coppia nel mondo contemporaneo, mettendo in scena una relazione amorosa e familiare attraverso lo schermo di un computer. The End Of Love indaga su numerosi quesiti posti sia dalla tecnologia che dalla globalizzazione, ripensando il concetto di corrispondenza e portando all’estremo il rapporto tra Julie e Yuval fino a disintegrarne il senso. I due protagonisti mostrano tutte le forzature del caso, riproducendo una relazione fredda e scomposta dove le possibilità offerte dalla tecnologia per mantenere il contatto visivo portano al totale annullamento di ciò che c’è di più profondo ed autentico in una relazione.
Essere genitori con una videochiamata non è così facile come sembra e rivela da subito la fragilità della relazione tra Julie e Yuval, minata non soltanto dalla distanza ma anche dai desideri di entrambi che non combaciano quasi mai, se non in pochi momenti. La fine dell’amore di cui parla il titolo potrebbe essere interpretata più ampiamente, dato che il film considera la tecnologia come principale artefice della perdita di contatto con il mondo reale (solo in caso di una crisi tecnologica c’è la possibilità di riappropriazione degli spazi di socializzazione).
UNA PROSPETTIVA ALTERNATIVA ALLA CLASSICA NARRAZIONE DELLE RELAZIONI AMOROSE
Keren Ben Rafael dimostra una buona padronanza del mezzo e la staticità della relazione dei protagonisti è ben definita dalle inquadrature fisse, che non lasciano molto spazio creativo. Girare una relazione di coppia con gli occhi della videocamera del pc nasconde numerose insidie, legate soprattutto alla staticità del mezzo e alle inquadrature (girate in camera fissa). La mancanza di alternanza tra i piani narrativi è il difetto maggiore del lungometraggio ma è anche il suo pregio, poiché lo scopo della regista è chiaramente quello di introdurre lo spettatore nella relazione tra Julie e Yuval. La camera fissa può essere considerata l’occhio di chi osserva la relazione a distanza e ne trae le sue personali considerazioni.
The End Of Love è un buon prodotto che conferma la validità del progetto Biennale College, il cui scopo è portare un’idea di cinema controcorrente. Keren Ben Rafael, dopo aver diretto numerosi corti prima di approdare al Tribeca Film Festival con la sua opera prima del 2018 Vierges, dimostra anche in questa occasione il suo talento. Un’autrice promettente dal futuro luminoso.