«Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio, sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino… Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005». Con queste parole pronunciate in latino al Concistoro per la Canonizzazione dei Martiri di Otranto l’11 febbraio 2013, Papa Benedetto XVI sconvolse per sempre il mondo cattolico annunciando le proprie dimissioni, che secondo Frédéric Martel (autore del libro Sodoma) maturarono nel corso di un viaggio pastorale a Cuba nel quale il Pontefice si rese conto di non avere le forze per contrastare la corruzione, gli scandali legati agli abusi su minori e la diffusione di atti omosessuali all’interno degli ambienti ecclesiastici. È proprio su tale incredibile rinuncia e sui retroscena e i dubbi esistenziali che la causarono, nonché sul passaggio di consegne tra Joseph Ratzinger e il Cardinale Jorge Mario Bergoglio, che si concentra il film Netflix I Due Papi. The Two Popes (questo il titolo originale) vede dietro la macchina da presa il grande regista brasiliano Fernando Meirelles, habitué dei più importanti festival internazionali (Cannes, Venezia, Berlino, Toronto) e candidato all’Oscar nel 2002 per City of God, mentre propone nei panni di Papa Benedetto XVI e Papa Francesco la magistrale coppia composta da Anthony Hopkins e Jonathan Pryce.
THE TWO POPES DI MEIRELLES È LA STORIA DI UN’AMICIZIA E DI UN’ALLEANZA POLITICA CHE NASCONO DA UN ASPRO CONTRASTO
Lo script de I Due Papi è l’adattamento della pièce teatrale The Pope di Anthony McCarten e più che essere un racconto di ispirazione teologica o catechistica è l’incredibilmente interessante disamina del rapporto tra due uomini fallibili incaricati dell’opprimente responsabilità di un potere temporale e spirituale enorme, e dell’improbabile evoluzione di un’aperta rivalità in un sodalizio del tutto inedito. Meirelles infatti prende le mosse dal conclave del 2005, nel quale la Chiesa predilesse la linea dura conservatrice di Ratzinger a quella ‘progressista’ di Bergoglio, per arrivare al momento in cui proprio il cardinale argentino diventerà l’erede designato del papa tedesco per riformare la corruzione morale dei palazzi vaticani: la storia del confronto e della collaborazione tutt’altro che scontata tra due animi opposti del Cattolicesimo contro la dilagante corruzione etica. Una collaborazione indispensabile per la sopravvivenza del papato e la nascita di una profonda amicizia, ma nella realtà uno sforzo non sufficiente a placare le crescenti pulsioni verso lo scisma.
ECCO PERCHÉ NELLA REALTÀ PAPA RATZINGER E PAPA BERGOGLIO ERANO AVVERSARI CON VISIONI DELLA CHIESA DIVERSISSIME
Anche se per necessità narrative The Two Popes propone una temperata semplificazione del suddetto conflitto, glissando in particolare sulle sfumature più omofobe, bisogna ricordare che mentre Papa Benedetto XVI proponeva la ricristianizzazione dell’Europa, una dura lotta all’evoluzionismo darwinista, la difesa dei “valori non negoziabili”, la critica al neomalthusianesimo e a ogni mezzo di controllo delle nascite, l’evangelizzazione della Cina e una posizione interventista contro il crescente peso della religione islamica, Bergoglio d’altro canto predicava una politica sociale dell’apertura, con una sensibilità terzomondista di denuncia dei danni del liberismo selvaggio a detrimento dei poveri e un approccio filo-laicista e dialogante con le altre religioni. Due profili diametralmente opposti, con due ricette agli antipodi per provare a restituire un ruolo politico e spirituale di primo piano a un Vaticano che annaspava cercando di stare al passo con la contemporaneità. Nel film l’obiettivo comune che diventa il fulcro dell’avvicinamento è la riforma di un’istituzione ecclesiastica troppo lassista nell’epidemico dilagare tra le proprie fila dei casi di pedofilia, ma nella realtà a contribuire all’incredibile passo delle dimissioni vi furono anche la necessità di dare una risposta a quella che era considerata la crescente minaccia della ‘lobby ecclesiastica omosessuale’ e alla gestione a dir poco disinvolta e turbocapitalistica delle finanze vaticane – che Ratzinger provò a colpire con il fallimentare tentativo di sostituzione dei vertici dello IOR.
I DUE PAPI È UN FILM PROFONDO SULLA RESPONSABILITÀ DEL POTERE, IN CUI ANTHONY HOPKINS E JONATHAN PRYCE SONO INCREDIBILI
Ad eccezione di un rallentamento in corrispondenza del flashback nel terzo atto, I Due Papi scorre con un ritmo sorprendentemente fluido, complici il montaggio di Fernando Stutz, un copione che misura saggiamente l’ironia, e un commento musicale sempre brillante e non convenzionale. Nonostante lo sceneggiatore McCarten sia aduso a un peloso gusto melodrammatico nazionalpopolare (tra le sue pellicole troviamo La Teoria del Tutto, L’Ora Più Buia e Bohemian Rhapsody), qui sa essere molto più asciutto e profondo del solito, e proprio laddove ci si potrebbe aspettare un’agiografia sa invece tessere un ritratto controverso e tridimensionale di individui che la storia vorrà ‘santi’, ma che nascondono nel proprio passato macchie non trascurabili.
In questa storia di compromesso e rimpianto, certezze e dubbi cartesiani, Hopkins e Pryce (che ricordiamo nel meraviglioso L’Uomo Che Uccise Don Chisciotte ma anche come Alto Passero ne Il Trono di Spade) sono dei mattatori il cui talento fa tremare le vene ai polsi. Vera protagonista è però l’intima camera a mano di Meirelles, irrequieta e tumultuosa, che assorbe lo spettatore creando un linguaggio dinamico. Inquadrature fuori asse e primi piani sempre più stretti si alternando ad ampie composizioni di contesto, interpungendo la pellicola di un continuo senso di vitalità e verosimiglianza.
IL TEMA DELLA PEDOFILIA NELLA CHIESA ANCORA DIVIDE PAPA BENEDETTO XVI E PAPA FRANCESCO
The Two Popes, su cui Netflix investe la cifra tutt’altro che trascurabile di 116 milioni di Dollari, arriva in un momento in cui emergono voci di moderato malcontento tra il Papa emerito e il Papa in carica e in cui i suddetti contrasti tra le anime della Chiesa sono tutt’altro che sopiti. Mentre Benedetto XVI lascia filtrare la perplessità per lo stretto rapporto tra il suo successore e l’intellettuale libertino e ‘bigamo’ Eugenio Scalfari, che nel suo nuovo libro-dialogo con Bergoglio (Il Dio Unico e la Società Moderna) offre interpretazioni della dottrina che alcuni potrebbero definire ai limiti dell’eresia, l’analisi delle ragioni dello scandalo pedofilia torna a dividere i due “vicari di Cristo in terra”, tanto da costringerli poi a un libro a quattro mani ‘di riparazione’.
È noto che mentre il Tedesco ha sempre legato la deriva etica di certi esponenti della Chiesa al collasso della teologia morale cattolica ai tempi della rivoluzione sessantottina, l’Argentino ne ha ravvisato le radici sin dai fatti avvenuti in Pennsylvania negli anni ’40, collegandoli al clericalismo di alcuni ultraconservatori presunti ‘campioni della Dottrina’ e all’abuso di potere da parte delle gerarchie ecclesiastiche. La diversa lettura offerta dai due, che nel film sembra trovare una sintesi perfetta, nella realtà è ancora tutt’altro che composta, tanto che, dopo la riunione del febbraio scorso a Roma dei presidenti delle conferenze episcopali del mondo, Ratzinger ha voluto quasi controbattere su alcuni punti all’assemblea romana dicendo la sua (e rimarcando anche la questione dei «club omosessuali») con un lunghissimo documento di 18 pagine sul mensile tedesco Klerusblatt, al quale nel mese di luglio è succeduta la pubblicazione che sembrerebbe quasi emergenziale di un libro firmato a quattro mani dai due pontefici, Non Fate Male a Uno Solo di Questi Piccoli. La Voce di Pietro Contro la Pedofilia, nel quale entrambi si adoperano per emanare una posizione unitaria ma forse frutto di diversi compromessi ideologici.
CON I DUE PAPI FERNANDO MEIRELLES LANCIA ANCHE UN MESSAGGIO SOCIALE
La Chiesa Cattolica, che per definizione dovrebbe rappresentare per i suoi fedeli un punto di riferimento assoluto, è oggi più che mai tentata di spaccarsi tra apertura e chiusura, cambiamento e fossilizzazione. Un percorso esplicitato dapprima dai Dubia firmati nel 2016 da quattro cardinali contro le aperture del Sinodo sulla Famiglia, e poi con la lettera nella quale l’ex nunzio negli Stati Uniti accusava Francesco per la gestione degli scandali pedofilia fino a chiederne le dimissioni. Un percorso che però ha anche portato più volte Ratzinger a difendere Bergoglio opponendosi a chi lo vorrebbe trascinare nelle lotte intestine del Vaticano, e che I Due Papi racconta sapientemente in filigrana. Questa storia di due uomini agli antipodi per carattere, obiettivi e filosofia diventa quindi una parabola sul costruire ponti, e di conseguenza anche una celebrazione di quel principio indiscutibile dell’Amore su cui si fondano gli insegnamenti Cristiani, prendendo una posizione netta in merito a quale sia per il regista brasiliano l’unica risposta possibile del Vaticano agli affanni del pianeta. Mentre un Occidente sempre più secolarizzato viene sedotto dall’intolleranza e dall’egoismo, Meirelles sceglie di dedicare passaggi importanti del suo film a un percorso pastorale che non a caso inizia da Lampedusa, e tra digressioni sulla fede e l’amicizia innesta un messaggio politico di grande forza e attualità.
I Due Papi è disponibile in streaming su Netflix.