Prima di Cristiano Ronaldo, per decenni il simbolo del calcio portoghese è stato Eusébio da Silva Ferreira (più conosciuto semplicemente come Eusébio); Pallone d’Oro nel 1965 e due volte Scarpa d’Oro nel 1968 e nel 1973, il fuoriclasse originario del Mozambico, morto per arresto cardiaco nel 2014 a 71 anni, ha rappresentato nel corso della sua carriera il prototipo dell’attaccante moderno (assieme al brasiliano Pelé) e scritto pagine indimenticabili della storia della sua nazionale e della maglia del Benfica. A raccontare come cominciò la sua leggenda ci pensa il regista António Pinhão Botelho con il film biografico Ruth, una delle pellicole in concorso all’Artekino Film Festival 2019.
L’EXPLOIT DI UN GIOCATORE DI COLORE IN UN PORTOGALLO OPPRESSO DALLA DITTATURA
Il film si concentra sugli inizi della carriera di Eusébio (Igor Regalla), un ragazzo che dal Mozambico, allora colonia portoghese, sbarcava a Lisbona nel periodo in cui imperava nel paese lusitano il regime autoritario di Salazar. Ruth descrive anche i tentativi non proprio ortodossi, da parte delle due squadre della capitale (lo Sporting Lisbona e il Benfica), di ingaggiare il giovane fenomeno.
UN BIOPIC CHE LEGA SPORT E POLITICA IN MANIERA INDISSOLUBILE
Opera prima di António Pinhão Botelho, Ruth è un film biografico che, attraverso l’espediente narrativo del racconto della vita di un fuoriclasse del calcio europeo e mondiale, in realtà mostra al pubblico un periodo nero della storia recente del Portogallo. In una pellicola che parla di un grande sportivo è una scelta rischiosa far vedere poco il campo da gioco e concentrarsi principalmente sul contesto storico lusitano di quegli anni ma il giovane regista centra il suo obiettivo: attraverso una messa in scena classica ma estremamente curata, Botelho mette alla luce la politica colonialista dell’Estado Novo (ostracizzata dalle Nazioni Unite) e tutte le contraddizioni di una dittatura durata ben oltre trent’anni. Un esempio di come un regime possa condizionare in maniera oppressiva anche lo sport (strumento efficace di propaganda) è proprio la storia di Eusébio, al centro di una sfida senza esclusione di colpi tra il club filogovernativo, lo Sporting, e la squadra amata dal popolo, il Benfica (che ebbe la meglio grazie ad un astuto stratagemma) per aggiudicarsi il suo cartellino.
Ruth, nel corso delle sue due ore, procede senza intoppi narrativi grazie alla lineare sceneggiatura di Leonor Pinhão e al buon lavoro dietro la macchina da presa di Botelho (supportato anche dalle convincenti interpretazioni del cast, in primis quella del protagonista Igor Regalla), regalando agli spettatori un biopic sportivo atipico di pregevole fattura.