Cosa unisce, o magari cosa divide, una giovane ricercatrice in filosofia ad un vecchio sindaco di sinistra? È in fondo questa la domanda a cui tenta di rispondere Alice e il Sindaco (titolo originale Alice et le Maire), l’ultimo film del regista Nicolas Pariser.
La domanda è molto meno banale di quanto possa sembrare a prima vista, se alle due figure che si incontrano (e si scontrano) si assegna, così come fa il regista, la rappresentazione di due mondi. Da una parte una ragazza che tenta di farsi strada nel lavoro, catapultata in Comune per aiutare il primo cittadino a trovare nuove soluzioni, dall’altra lui che dopo trent’anni di militanza e di amministrazione è a corto di idee e di respiro politico. E ancora: da una parte Alice (Anaïs Demoustier) tanto lontana dalle dinamiche e dal linguaggio amministrativo al punto da cambiarne i codici e i metodi, dall’altra il sindaco (Fabrice Luchini) così ancorato ad un passato glorioso da rimanerne schiacciato.
ALICE E IL SINDACO: DUE MONDI A CONFRONTO PER UNA POLITICA ORMAI PRIVA DI IDEE
Tra le due generazioni è molto facile la comunicazione ma non altrettanto la comprensione. Negli ultimi anni Alice è passata dalla lettura per piacere a quella per dovere, per affrontare e possibilmente superare concorsi; da parte sua, il sindaco Théraneau ha smarrito la bussola politica, quella che aveva costituito e riempito il suo essere vivo. Ed è per questo che in fondo l’una e l’altro dovranno rivitalizzarsi reciprocamente e cercare di rimettere in moto, ognuno per il suo punto di vista, per il suo ruolo e per la sua età, un processo creativo in grado di poter produrre pensiero.
Visto da questa angolazione, Alice e il Sindaco si inserisce nella miglior tradizione del cinema francese: semplice ma allo stesso tempo profondo. Anche se, va detto, concede probabilmente qualcosa di troppo ad una partitura (e sceneggiatura) forse eccessivamente convenzionale sui tic della sinistra e sui ruoli così diversi ma così uguali dei due personaggi. La delicatezza con cui il regista affronta la storia è invece assolutamente apprezzabile, come del resto la prova maiuscola dei due attori.
Fabrice Luchini e Anaïs Demoustier sono sempre credibili e man mano che la pellicola va avanti riempiono di contenuti ben definiti le premesse dai contorni sfumati che i loro personaggi sembrano avere all’inizio del film. Fabrice Luchini si mostra assolutamente a suo agio nei panni del politico consumato, mentre Anaïs Demoustier conferma le sue doti di attrice intrigante e mai banale che già aveva messo in mostra in Una Nuova Amica di Ozon. E nel confronto tra generazioni che i due personaggi si trovano ad affrontare il terreno comune su cui misurarsi assume un rilievo piacevole e interessante, oltre che, colpo di scena, su un terreno condiviso.
Alice e il Sindaco sarà in sala dal 6 febbraio con BiM Distribuzione e Movies Inspired.