La pratica della caccia è a dir poco divisiva, eppure c’è un tipo di cacciatore che è capace di metter d’accordo un po’ tutti: il ‘cacciatore di nazisti’. Hunters, nuova serie ideata e prodotta da David Weil e che conta tra i produttori esecutivi un certo Jordan Peele (Get Out, Noi – Us), presenta già nel suo nome la didascalica manifestazione di ciò che andremo a vedere sullo schermo: proprio dei cacciatori di nazisti. Il nuovo prodotto targato Prime Video arriva a poche settimana dalla conclusione di un’altra amatissima serie originale Amazon in salsa nazi-USA, l’ucronica The Man in The High Castle, e pur con atmosfere completamente diverse rappresenta un’ottima continuazione di spunti di riflessione già emersi nell’adattamento televisivo de La svastica sul sole di Philip K. Dick.
Lo show, presente sulla piattaforma streaming del colosso americano a partire dal 21 febbraio, ci catapulta negli Stati Uniti degli anni ’70, tra New York, Washington ed altre città di un paese alle prese con problematiche sociali ed economiche interne. Una nazione troppo distratta da tali questioni per rendersi conto delle trame complottiste dei nazisti sopravvissuti alla guerra e spesso rimpastati all’interno dello stesso organico governativo.
Hunters: Al Pacino va a caccia di nazisti sulle orme di Tarantino
Se in Bastardi Senza Gloria c’era Brad Pitt a guidare un manipolo di avventurieri sul terreno di caccia, qui troviamo al suo posto un Al Pacino (The Irishman) imbolsito e piacevolmente in parte che, carismatico come sempre, ha un distinguibile accento ebraico e tanta voglia di vendetta. Hunters è una revenge story nuda e cruda ad ampio respiro, legata a doppia mandata ad un racconto di formazione che vede principale protagonista Logan Lerman (Fury, Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo) nei panni del giovane Jonah. Nella vita del ragazzo accade ben presto qualcosa che lo porterà ad essere risucchiato senza troppi fronzoli in quel vortice di desiderio sanguinario misto a necessità di sopravvivenza che Hunters sembra riuscire a mettere in scena in modo concreto e spietato.
C’è molto sadismo e molto sangue nella nuova serie Amazon, confezionati alla perfezione in un involucro da fumetto (citato visivamente ed a parole spessissimo) sempre più palese con lo scorrere dei minuti. Lo show gode di un’ottima rappresentazione stilistica che spazia in lungo e in largo negli ambienti scenografati con cura ed esaltati da una fotografia funzionale e vivida. Particolare accento è quello posto sui personaggi, caratterizzati al millimetro da una costruzione volutamente esasperata come si confà agli sporchi protagonisti di alcuni comics e graphic novel di stampo noir. Ottime le scelte di casting, che vedono condividere lo schermo nomi come Josh Radnor (il Ted Mosby di How I Met Your Mother), Saul Rubinek (La Ballata di Buster Scruggs) e Carol Kane (I Fratelli Sisters).
La nuova serie Amazon ha un ritmo incalzante e fuori dalle righe
Fuori dalle righe e cacofonico al punto giusto, il ritmo narrativo nelle prime due puntate appare dosato in modo adeguato tra momenti d’indagine ed improvvisi strappi di violenza accumulata come all’interno di una pentola a pressione. Per niente avara nel mostrare il suo potenziale, Hunters pare pronta ad esplodere definitivamente nel corso dei dieci episodi che andranno a comporre la prima stagione. Sarà da verificare la tenuta della fibra nervosa e delle colorite scelte di costruzione sul lungo termine, considerando anche la corposa durata delle singole puntate che nel pilot arriva a sfiorare l’ora e mezza e che nel secondo capitolo non scende comunque sotto l’ora e dieci.
Qualcuno dirà che sono le stesse piattaforme streaming ad averci abituato male gettando nella bolgia tanto materiale sul quale spendere poco tempo, ma anche questo è da tenere conto nella fruizione di una serie che sembra non avere timore a prendersi il suo tempo e soprattuto a mettere tutte le sue carte in tavola per stupire.