È un racconto di confine quello che Giorgio Diritti fa di Antonio Ligabue. Come nel suo lavoro più intimista Il Vento fa il suo giro (2005) anche in questa biografia l’autore emiliano delinea confini netti geografici, psicologici, fisici, linguistici e pittorici. Presentato in concorso a Berlino 70, dove il protagonista è stato premiato per la miglior interpretazione maschile, Volevo Nascondermi narra la vita del celebre artista italo-svizzero, che viene presentata allo spettatore in modo estremo, come probabilmente appare agli occhi del regista. Una continua sospensione tra un mondo reale ed uno immaginario, entrambi accomunati dalla terra, l’elemento che pervade, con la sua naturale semplicità tutta l’opera. A reggere i fili di un racconto sospeso un grandissimo Elio Germano, invecchiato e infilato in abiti più grandi di lui, che descrivono nella maniera più reale possibile la figura autentica di un artista naïf come Antonio Ligabue.
In Volevo Nascondermi Diritti svolge la narrazione in due tempi quasi netti, che si intrecciano in corso d’opera, conferendo movimento al racconto
Toni Ligabue è un bambino irrequieto e con evidenti problemi psichici, figlio di emigrati italiani, vive e va a scuola in un villaggio rurale della Svizzera tedesca. La comunità è incapace di fornirgli le cure adeguate, sia per l’ignoranza in materia psichiatrica, che per la cultura contadina dell’epoca, così il piccolo Antonio è costretto a subire punizioni corporali e umiliazioni di ogni sorta, sia in famiglia che in manicomio. Dopo l’ennesima crisi, Ligabue, viene definitivamente espulso dalla Svizzera e brutalmente rimpatriato in Italia, nel paese d’origine del padre, in Emilia Romagna. L’uomo non parla italiano e non ha nessun parente in vita, così è costretto a vivere da senzatetto, elemosinando e subendo continuamente le angherie dei compaesani.
Toni Ligabue comunica con l’arte
La pittura, appresa da adolescente come autodidatta, rappresenta l’unica forma di liberazione dai suoi demoni e in essa l’artista può esprimere ciò che a parole non riesce a fare. Un artista del luogo, visti i suoi dipinti, decide di portarlo a casa sua e offrirgli un giaciglio e un piccolo studio dove poter dipingere indisturbato. Ligabue comincia attivamente la sua carriera, inizialmente entrando e uscendo dal manicomio e successivamente lavorando su commissione. Ad attrarre i critici non è soltanto la sua arte, sregolata e “fuori squadra”, ma anche il personaggio, un uomo fragile ma dotato di grande immaginazione e perseveranza.
Elio Germano si trasforma in Antonio Ligabue compiendo la stessa catarsi che l’artista metteva in atto mentre realizzava le sue opere. Il personaggio prende forma lentamente, si plasma come la creta che lavora, ruggisce come la tigre che dipinge, urla come la scimmia che trasfigura le sue paure più recondite.
Elio Germano offre una prova attoriale vigorosa, di rara franchezza e sensibilità
L’attore romano conferma ancora una volta la sua capacità metamorfica e la sua spiccata propensione all’interpretazione di personaggi fuori dagli schemi. Volevo Nascondermi si regge quasi esclusivamente sulla performance del protagonista, che riesce a portare lo spettatore nel mondo dell’artista, senza forzare e mai virando verso il grottesco. Poco convincente è invece la scelta di Diritti di concentrarsi sull’aspetto didascalico della storia, senza approfondire i tanti tasselli che compongono la sceneggiatura. Il regista non va a fondo nella psiche del protagonista, nè nei suoi rapporti interpersonali, che fanno da contorno alla descrizione di un mondo rurale che non esiste più. Il racconto risulta troppo ancorato ad una leggerezza di fondo, che poco si plasma con la durezza degli animi di una popolazione distrutta da una guerra. Diritti compie un bel lavoro sul linguaggio, come d’altronde ha già fatto nei suoi precedenti lavori, ma quell’indagine sui labili confini dell’essere umano che presenta all’inizio, si perde nella narrazione e tra il grigiore delle sabbie del Po. Volevo Nascondermi ha il pregio di portare sul grande schermo un artista controverso, non particolarmente noto al grande pubblico e con una storia personale drammatica come poche. Le sue tele risplendono sui cavalletti posizionati nelle campagne emiliane, in una composizione visiva che Diritti cerca in ogni fotogramma. Volevo Nascondermi è un biopic tradizionale, ma che ha la capacità di creare da subito empatia tra spettatore e protagonista, un lavoro molto interessante, portato in vetta dalla magistrale interpretazione di Elio Germano.
L’uscita in sala di Volevo Nascondermi era inizialmente prevista per il 27 febbraio, ma per via del dilagare della forma influenzale Coronavirus 01 Distribuiton ha deciso di rimandarla. Il film viene presentato in anteprima dal 15 agosto nelle arene estive per avere poi subito dopo una distribuzione tradizionale.