Il 1985 e il 1987 sono due date particolari nella vita di Federico Fellini. Il grande regista riminese, con alle spalle più di quarant’anni di carriera nel cinema, realizzò in maniera triste ed inevitabile di essere diventato vecchio. Ginger e Fred e Intervista (il primo del 1985, il secondo del 1987) sono la trasposizione, che soltanto lui avrebbe potuto girare, dello stato d’animo di un artista quasi settantenne che non si riconosce nella società. Il cineasta che rese famoso il termine Dolce Vita si trovò bruscamente davanti ad un mondo fatto di televisioni private, troupe cinesi che infestavano Cinecittà e pubblicità ipersessualizzate. Mentre Intervista è una seduta psicanalitica, nella quale Fellini rievoca il suo passato sotto forma di un nuovo alter ego (non più Mastroianni, vecchio come lui, ma Sergio Rubini), Ginger e Fred racconta il passaggio fra l’età “della pietra” dello spettacolo e quella moderna; grazie a CG Entertainment è disponibile in DVD la versione restaurata della pellicola con protagonisti Marcello Mastroianni e Giulietta Masina.
GINGER E FRED, UNA COPPIA DI VECCHI ARTISTI INTRAPPOLATA IN UNO SHOWBIZ VUOTO E SENZA TALENTO
Nel periodo in cui Fellini cominciò la sua carriera artistica c’era il circo (su cui il cineasta si è focalizzato in I Clowns), il varietà, il fotoromanzo (trattato ne Lo Sceicco Bianco) e la radio (per la quale il regista fu peraltro autore): insomma, si trattava di un mondo nel quale tutti dovevano saper fare qualcosa o avere una qualche dote, fosse soltanto essere sosia di Lucio Dalla. Ginger e Fred invece mostra un mondo dello spettacolo diverso, monopolizzato dalla televisione epurata dalla sua funzione educativa e trasformata in un gigantesco contenitore.
Pippo Botticella (Marcello Mastroianni) e Amelia Bonetti (Giulietta Masina) sono chiamati a prendere parte al programma Ed Ecco A Voi, sebbene non siano praticamente più in grado di ballare. Sono vecchi, acciaccati, stanchi e non si vedono da tanti anni. Non li fanno nemmeno provare: non c’è tempo e non c’è bisogno, tanto in televisione non è necessario avere talento.
FELLINI IN GINGER E FRED RIFLETTE SUL CAMBIAMENTO DEL RUOLO DELL’ARTISTA NELLA SOCIETÀ
“Gli artisti sono importanti, servono all’umanità” dice un personaggio durante il film. Ma Fellini sa bene che, nel 1985, gli artisti non sono più quelli che intendeva lui e questa condizione era destinata a mutare negli anni: con il senno di poi, la profezia del regista romagnolo si è avverata.
Per questa ragione Ginger e Fred è uno dei più importanti film della carriera di Fellini: si tratta della sua unica opera che intende davvero parlare del futuro. Prendete i personaggi, o meglio l’umanità che si muove in questo film: molti di loro non hanno alcun talento, vengono chiamati in televisione per essere consumati e poi scartati come succede a decine di persone ogni anno (perfetto l’esempio di una donna che dice di essere fidanzata con un marziano).
Lo stile di Fellini è inconfondibile: la confusione, il rumore, il disordine. Ogni volta che vediamo un suo lavoro ci stupiamo di come riuscisse a girare con quel ritmo frenetico e con quel tono divertente e malinconico. Inoltre sono splendidi Giulietta Masina e Marcello Mastroianni, gli unici attori che potevano apparire in questo lungometraggio: l’amico più fidato del regista e l’amore di una vita. Anche loro realizzano di essere vecchi, in particolare Marcello Mastroianni: colui che è stato uno degli uomini più belli del mondo provava vergogna nello spogliarsi davanti ad una donna.
Ginger e Fred è una pellicola, come sempre per Fellini, estremamente personale e onesta, unica e originale nonché profondamente innovativa. Il maestro, nel 1985, aveva intuito tutto: gli artisti stavano cambiando e lui, da grande artista quale è stato, aveva una grande paura del ruolo sempre più marginale dell’arte nella società contemporanea.