Data la chiusura delle sale cinematografiche a seguito dell’emergenza Coronavirus, 01 Distribution mette a disposizione in streaming alcuni titoli del suo catalogo tra cui l’atteso Bombshell – La Voce Dello Scandalo di Jay Roach; il film che vede come protagoniste Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie sarà infatti disponibile su Amazon Prime Video a partire dal 17 aprile. La pellicola, vincitrice all’ultima edizione degli Oscar della statuetta per il Miglior Trucco e Acconciatura, fa luce su un caso mediatico molto controverso: lo scandalo sessuale che ha visto coinvolto Roger Ailes, l’ex amministratore delegato di Fox News.
BOMBSHELL MOSTRA LA LOTTA DI TRE DONNE CONTRO UN SISTEMA DI POTERE SESSISTA E ALLERGICO ALLE REGOLE
La popolare conduttrice Megyn Kelly (Charlize Theron), l’ex Miss America Gretchen Carlson (Nicole Kidman) e la giovane aspirante anchorwoman Kayla Pospisil (Margot Robbie) sono tre donne dal carattere e dal background differenti tra loro. Ma due elementi le accomunano: lavorano nella redazione di Fox News e sono vittime delle molestie sessuali del capo indiscusso di uno dei network più popolari della televisione americana, Roger Ailes (John Lithgow). Bombshell racconta l’aspra battaglia mediatica e legale che ha portato uno degli artefici di un potente e controverso impero multimediale ad essere allontanato da colui che ha tratto maggior profitto dal suo lavoro, Rupert Murdoch (Malcolm McDowell).
BOMBSHELL È UN’OPERA CHE NON RIESCE AD ANDARE OLTRE AL MERO COMPITINO
Dopo la miniserie Showtime The Loudest Voice, incentrata sulla figura di Roger Ailes, anche il grande schermo si focalizza sullo scandalo Fox News, ma da un altro punto di vista: quello delle vittime.
Attraverso la storia di tre personaggi, due reali (Megyn Kelly e Gretchen Carlson) e uno fittizio (la Kayla interpretata da Margot Robbie), Jay Roach ci mostra il lato oscuro della redazione del canale televisivo di riferimento dei conservatori americani, capace di condizionare in maniera rilevante il dibattito pubblico (Ailes, tra le altre cose, è stato anche consigliere di presidenti come Nixon, Reagan e George Bush Sr., oltre che di Donald Trump). Roach, specializzatosi negli ultimi anni in biopic per il cinema e per la televisione, denuncia l’ambiente oppressivo creato da un uomo di potere sessista e retrogrado che non ha mai realmente pagato per i suoi misfatti (l’ex numero uno del network via cavo morì l’anno dopo lo scoppio dello scandalo, nel 2017, per cause naturali).
Il regista, per mettere in scena il lungometraggio, utilizza lo stesso stile adottato da Adam McKay ne La Grande Scommessa (i due film condividono lo stesso sceneggiatore, Charles Randolph): la camera a mano qui regna sovrana, supportata da un ritmo narrativo davvero incalzante. Tuttavia, se la pellicola di McKay era più attenta nella costruzione dei personaggi (aiutata anche da una durata maggiore, 130 minuti contro i 109 di Bombshell), la successione degli eventi dell’opera di Jay Roach è talmente frenetica in alcuni frangenti da non permettere allo spettatore di appassionarsi veramente alle vicende delle protagoniste, ad esclusione di un paio di scene – le migliori – in cui i tempi vengono rallentati per aumentare la carica drammatica.
Nonostante l’importanza dell’argomento trattato, Bombshell è un film troppo canonico e superficiale per colpire davvero nel segno. È vero che le intenzioni del lungometraggio sono chiare fin dall’inizio dal punto di vista commerciale ma la sensazione di trovarci di fronte ad un prodotto ruffiano, costruito a tavolino per gli Oscar sfruttando la tematica dominante dell’industria hollywoodiana odierna (ovvero il movimento #MeToo), è forte.
UN CAST, TECNICO E ARTISTICO, DA OSCAR È IL PUNTO DI FORZA DI BOMBSHELL
Guardiamo però anche il bicchiere mezzo pieno: da un punto di vista prettamente formale Roach, da esperto mestierante quale è, si difende bene. Inoltre bisogna sottolineare il contributo del cast tecnico, in cui indubbiamente spicca il lavoro degli addetti al trucco: la somiglianza di John Lithgow ad Ailes, ma soprattutto la trasformazione di Charlize Theron in Megyn Kelly, è sorprendente.
Ciò che salta subito all’occhio del pubblico è sicuramente la lunga lista di attori talentuosi coinvolti nel progetto: con tre premi Oscar (la Theron, la Kidman e Allison Janney) è difficile sbagliare. Eppure coloro che rubano la scena nel film sono uno straordinario Lithgow e Margot Robbie: l’attrice australiana, candidata per questo film agli Oscar come Miglior Attrice Non Protagonista, è la protagonista delle sequenze più intense della pellicola, probabilmente favorita anche dall’occasione di interpretare un personaggio non reale su cui ha potuto lavorare con minori vincoli artistici (a differenza delle sue illustri colleghe).
Al termine della visione rimane un pò l’amaro in bocca per le grandi potenzialità non espresse dall’ultima fatica di Jay Roach; ciononostante, se siete interessati a saperne di più su una delle pagine più nere dell’informazione USA, Bombshell offre comunque un intrattenimento di buon livello.