Quando uscì in sala, nel 1964, Matrimonio all’italiana fu un successo straordinario di pubblico e critica che consacrò definitivamente la coppia cinematografica Mastroianni-Loren. Il grande Vittorio De Sica, forte dei consensi del precedente Ieri, Oggi, Domani, (Oscar al miglior film straniero nel 1965) scelse i due attori per la sua interpretazione della commedia amara di Eduardo De Filippo Filumena Marturano. Sono passati quasi sessant’anni dalla prima proiezione di Matrimonio all’italiana ma, come ogni cult che si rispetti, continua a mantenere intatto il suo potere visivo e la sua forza drammatica non è diminuita con il trascorrere del tempo. Ne è la prova il progetto di crowdfounding di CG Entertainment, che ha permesso la riedizione e la pubblicazione in edizione home video (blu-ray e DVD) e in streaming su CG Digital del film di De Sica. Con la collaborazione di Surf Film è stato possibile avere accesso alla versione integrale del restauro del 2014, avvenuto con la Fondazione Cineteca di Bologna, Technicolor Foundation for Cinema Heritage, con il contributo di Memory Cinema, presso il laboratorio L’Immagine Ritrovata. Il Blu-ray contiene il documentario Vittorio D ed il Booklet Frammenti di un discorso (semi) amoroso su Napoli.
Matrimonio all’Italiana di Vittorio De Sica è una pietra miliare nella storia delle commedie all’italiana
Dedicato a Titina De Filippo, che fu interprete di Filumena nella prima versione del film del 1951, scritta e diretta dal fratello Eduardo, Matrimonio all’italiana si discosta dalla scena teatrale, per abbracciare una Napoli a colori, sfavillante nell’anima di via Toledo, quanto degradata nelle periferie. La doppia anima di un intero Paese è simboleggiata dalla superbia del commerciante Domenico Soriano (Don Dummì) e dall’umiltà della sua amante storica Filumena Marturano, un’ex prostituta che per amore e devozione trascorre gran parte della sua giovane esistenza ai servigi di un uomo, apparentemente interessato soltanto al denaro. In Matrimonio all’italiana si trattano numerosi argomenti, considerati spinosi in un momento storico in cui l’Italia iniziava a vedere i movimenti progressisti, che qualche anno dopo portarono alla legge sul divorzio. Lo stesso regista, nella sua vita privata, dovette subire le ferree e moraliste leggi italiane in materia divorzista. Nel titolo, che si discosta dall’originale Filumena Marturano, probabilmente c’è un riferimento al film di Pietro Germi Divorzio all’italiana, che sottolineava le contraddizioni di un Paese che difendeva il delitto d’onore, ma non la separazione coniugale. Nel caso di Matrimonio all’italiana l’inversione dei ruoli è l’unico modo per rendere giustizia ad una donna e ai suoi figli.
Dal teatro di De Filippo una ‘dramedy’ pluripremiata
De Sica inizialmente aveva pensato alla grandissima Anna Magnani per il ruolo di Filumena, sicuramente più vicina al personaggio scritto da De Filippo per la sorella Titina, ma probabilmente insieme agli sceneggiatori Leo Benvenuti, Piero De Bernardi, Renato Castellani e Tonino Guerra ripensò la scrittura in chiave meno teatrale e più cinematografica, scegliendo di privilegiare quel genere che oggi chiamiamo con l’anglicismo “dramedy” e che in quel preciso momento storico rappresentava la chiusura con il passato neorealista e l’impronta di uno stile cinematografico rimasta solida nel tempo. Matrimonio all’italiana vinse numerosi premi, tra cui quattro David di Donatello, e fu candidato all’Oscar 1965 come miglior film straniero, mentre Sophia Loren ottenne la nomination come migliore attrice protagonista. Un film unico, che ripercorre la storia del teatro napoletano di De Filippo con la contemporaneità data dall’occhio registico di De Sica, che diresse meravigliosamente la coppia Mastroianni-Loren.